Economia

Se il risparmiatore diventa consapevole

Ancora un mese con il segno meno per gli investimenti sostenibili «Il cambio di marcia può arrivare da una clientela più attenta»

di Redazione

Secondo gli ultimi dati di Assogestioni, nel mese di febbraio i fondi etici hanno registrato una raccolta netta pari a -18 milioni, un dato che si inserisce nel trend dei fondi comuni che, sebbene in gennaio abbiano registrato una frenata dei deflussi (-4,9 miliardi contro i -8,9 di dicembre 2008), sono in grande difficoltà.
«In questo periodo tutto il risparmio gestito va male in termini di raccolta», è il parere di Davide Dal Maso, partner di Avanzi per cui, tra l’altro, svolge attività di ricerca, formazione e intervento nel campo del rapporto tra attività finanziaria e sviluppo sostenibile. «Vanno male i fondi di investimento comune, c’è disaffezione verso questi prodotti in una situazione che è complicata da una generale avversione al rischio. In questo scenario si inseriscono i fondi socialmente responsabili che non fanno eccezione, oltre ai limiti dei fondi comuni soffrono di limiti interni: spesso applicano criteri di esclusione settoriale che ne limitano ulteriormente i rendimenti; soffrono la mancanza di investimenti nella rete distributiva e, inoltre, le loro dimensioni ridotte non hanno incentivato i gestori ad investire in innovazioni di prodotto».
«Ovunque, non solo in Italia, ma qui in modo particolare», prosegue Dal Maso,«i fondi socialmente responsabili sono ancora marginali e, nel breve periodo, non ci possiamo aspettare grandi cambiamenti. Dal lato della domanda ci sono però segnali interessanti, la consapevolezza e l’educazione finanziaria stanno crescendo, i clienti sono più sensibili ed esigenti, e sono loro che possono stimolare l’offerta costringendola ad aumentare la qualità dei prodotti (e quindi i rendimenti ndr), aiutati da un ingresso, sempre più importante, degli investitori istituzionali».


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