Sentenza. Non ci sono prove che i due romeni arrestati per lo stupro di San Valentino al parco della Caffarella siano colpevoli: Alexandru Loyos e Karol Racz vanno rimessi in libertà. La parola definitiva su un impianto accusatorio che la prova del Dna aveva messo già a dura a prova è arrivata martedì 10 marzo, dal Tribunale del riesame. I due, però, sono rimasti in carcere. Racz perché è ancora sospettato per un’altra violenza sessuale, avvenuta a Primavalle. Loyos perché, proprio mentre il tribunale si pronunciava a suo favore, è stato raggiunto da un altro ordine di custodia: in questo caso, l’accusa è di calunnia e autocalunnia. Che significa che ha accusato se stesso e un innocente di un crimine che non hanno commesso. E allora chi ha violentato la quattordicenne e picchiato il suo fidanzato? E perché quelle confessioni? E soprattutto, perché non si è usata un po’ più di prudenza nell’additare i mostri all’opinione pubblica?
Identità. Se eravate uno dei 2.900 amici di Pierluigi Bersani su Facebook, sappiate che l’ex ministro non ne sapeva nulla. E non perché avesse delegato un suo collaboratore a gestire la sua identità sul social network (cosa che molti politici e vip fanno), ma proprio perché colui che si era iscritto come Bersani al sito nulla aveva a che fare con lui o con il suo staff. Probabilmente un suo ammiratore, che però a un certo momento si è lasciato scappare la mano e ha iscritto il finto Bersani a gruppi tipo «Berlusconi mai al Quirinale». La scoperta, casuale, è di un collaboratore del politico. La segnalazione alla Polizia postale. Ed ecco che l’identità viene oscurata. Iscriversi a Facebook è la cosa più facile del mondo. Forse un po’ troppo, a questo punto…
Multa. A Roma per un convegno teologico, un sacerdote americano di 35 anni si è preso una libertà di troppo. È stato sorpreso dagli agenti di polizia del commissariato Aurelio mentre era appartato con un transessuale, in macchina. Lui imbarazzatissimo, gli agenti stupiti ma inflessibili: il religioso è stato identificato e multato, come prevede l’ordinanza comunale antiprostituzione fortemente voluta dal sindaco, Gianni Alemanno.
Asta. Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, il futurista Gino Severini: sono alcuni dei nomi di rilievo del tesoro artistico di Alitalia, che presto verrà messo all’asta. Per ora oltre duecento opere d’arte, raccolte dal commissario Augusto Fantozzi nelle rappresentanze che l’aviolinea aveva in giro per il mondo e negli uffici dei top manager, sono chiuse in cassaforte. Valore? Altissimo, secondo qualcuno. Così si spendeva e spandeva (denaro pubblico) ai tempi delle vacche grasse…
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