Cultura

L’imprevedibilità di 12 morti annunciate

Il 21 marzo la Giornata dedicata alle vittime

di Redazione

Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è anche il giorno che Libera, associazione fondata da don Luigi Ciotti nel 1995, dedica alle vittime delle mafie.
A questa giornata della memoria contribuisce, con trecento pagine di fulminante denuncia, Lotta civile. Contro le mafie e l’illegalità di Antonella Mascali. Dodici storie, dodici testimonianze divise tra mafia, ‘ndrangheta e camorra. Dodici testimonianze illustri di familiari privati del bene più prezioso. Di un affetto stroncato spesso sotto casa, a suon di pallottole e accompagnato da una colonna sonora di grida inascoltate. Morti di Stato. Morti preannunciate ma al contempo apparentemente imprevedibili. Morti preannunciate per i rischi assunti da persone singole in un Paese che non si ama e fa fatica a sentirsi collettività. Morti imprevedibili perché oramai apparentemente troppo sotto i riflettori per poter essere sacrificate. Eppure certe volte la realtà partorisce bocconi indigeribili. Quelli proposti da questo libro ne sono certamente un esempio. La prefazione di don Luigi Ciotti e l’appendice di Nando dalla Chiesa invitano ad una speranza: far sì che la memoria non sia solo un nobile ricordo.
Del libro tre aspetti vanno anticipati. Il primo è che quasi ogni traccia d’odio negli eredi delle vittime delle mafie è stata trasformata in volontà di dialogo costruttivo. Il secondo è che i giovani, buona parte dei giovani coinvolti nella riflessione, hanno risposto positivamente. Fossero studenti delle periferie degradate del Meridione o figure vicine ai boss che muovono la giostra. Il terzo è che le cose ancora non funzionano come dovrebbero, ma di margini di manovra ne abbiamo molti. Le pagine scorrono. Piacevolmente sarebbe dire troppo, perché sono la rabbia, o il dolore, a prendere il sopravvento.
Inoltrarsi nella sequenza degli eventi, però, infonde una sensazione speciale. Quella che ognuno, nel suo piccolo, potrebbe fare di più. Mano a mano che ci si addentra nella lettura si assiste ad una sorta di catarsi. Molti personali problemi prendono la forma del capriccio, liberati dalla forza di una coscienza pubblica di cui molto spesso rimproveriamo la latitanza allo Stato ma che improvvisamente ritroviamo in noi.

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