Volontariato

Erri De Luca, cosa cambia la felicità

di Redazione

Il nuovo romanzo di Erri De Luca, in testa alle classifiche di vendita, racconta la storia d’amore di un ragazzino nella Napoli dell’immediato dopoguerra (Il giorno prima della felicità, Feltrinelli). Il protagonista è adottato ma vive in un orfanotrofio. Sono pagine, come questa, folgoranti e delicate. Anna è ovviamente la donna amata.

Nello stanzino pensavo a quell’altro giorno prima, al sabato di Anna. Era meglio quest’altro giorno prima. Conteneva una crescita, il rispetto improvviso delle persone intorno, il caffè della vedova, le partite vinte a scopa. Questo giorno conteneva più spinta. Diminuivo Anna? No, la mettevo a titolo di tutto. Da lei dipendevano i giorni prima e quelli dopo. Da lei veniva il mio sì a tutto. Dormii liscio e profondo. (…) A scuola ascoltai a fondo le lezioni. Mi accorsi di com’erano importanti le cose che imparavo. Era bello che un uomo le metteva davanti a un’assemblea di giovani seduti, che avevano uno slancio nell’ascolto, nell’afferrare al volo. Bella un’aula in cui stare per conoscere. Bello l’ossigeno che si legava al sangue e che portava in fondo al corpo il sangue e le parole. Belli i nomi delle lune intorno a Giove, bello il grido di “Mare, mare” dei greci alla fine della ritirata, bello il gesto di Senofonte di scriverlo per non farlo smettere. Bello pure il racconto di Plinio sul Vesuvio esploso. Le loro scritture assorbivano le tragedie, le trasformavano in materia narrativa per trasmetterle e così superarle. Entrava luce in testa come ne entrava in aula. Fuori era un giorno lucente, uno di maggio finito nel mazzo di dicembre.


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