Non profit

L’impegno dell’Auser per contrastare la crisi

In forte aumento le richieste di aiuto. Costruiamo insieme ad altre associazioni il Polo della solidarietà

di Auser risorsAnziani

In occasione della presentazione a Roma della campagna nazionale della Cgil sulla contrattazione sociale, l’Auser  ha presentato idee e  proposte concrete per contrastare la crisi ed aiutare chi ha più bisogno. “Occorre individuare il bisogno silente che non emerge – ha detto il presidente nazionale Michele Mangano-  che non riesce ad avere voce e  che deve invece essere ricercato, individuato e  risolto in termini di assistenza”.

“Il disagio sociale è crescente – ha detto-  e  si riscontra in modo concreto dalle sollecitazioni che arrivano alle associazioni  di volontariato. All’Auser per esempio sono in aumento le chiamate al numero verde del Filo d’Argento e nelle sedi dei circoli, crescono le richieste di informazione e di assistenza. Tutto ciò mentre rimane immutato il numero dei volontari”.

Nel 2007 furono bel 899.000 le  prestazioni svolte da 38.000 volontari  del Filo d’Argento e si prevede una crescita esponenziale per il 2008. 

 

“Ci assumiamo l’impegno, come associazione, di rafforzare l’attività ed i servizi verso le fasce più deboli della popolazione e le loro famiglie. In particolare rafforzando le attività di cura verso le persone anziane, soprattutto quelle che vivono da sole e in assoluta indigenza, verso le persone non autosufficienti, le loro famiglie e verso i poveri.”

“C’è ancora un altro terreno sul quale le associazioni di volontariato laiche possono lavorare di più ed è quello dell’integrazione al lavoro promosso e svolto dalle altre associazioni di  matrice cattolica che operano nei territori. L’integrazione  si può realizzare promuovendo da parte nostra quelle associazioni di auto-aiuto delle famiglie in direzione delle pratiche della solidarietà, degli acquisti solidali, del banco alimentare, costruendo, a tal fine, una rete di solidarietà il più possibile efficace e tempestiva per coloro che manifestano un bisogno.”

 

Per sostenere la realizzazione di obiettivi specifici sul territorio – ha continuato Mangano  “si potrebbe lanciare l’idea di costruire, insieme ad altre associazioni, punti di incontro per consulenze, informazioni, orientamenti sulle  attività di aiuto e sostegno presenti. Una specie di “segretariato sociale” collegato al bisogno delle persone. Un polo della solidarietàcapace di dare informazioni, ma anche di fare interventi integrati a favore delle persone e delle famiglie che subiscono le conseguenze della crisi economica e della crisi del lavoro, una cittadella del volontariato e della cultura della solidarietà come l’hanno chiamata a Novara, dove stanno sperimentando queste forme di intervento integrato nel quale possono trovare rifugio ed accoglienza tutti coloro che hanno bisogno.”

 

Si potrebbe proporre di agire in modo sinergico per dare maggiore efficacia alle pratiche di solidarietà e costruire una rete di relazioni tra associazioni diverse per metterle in condizione di integrare competenze, esperienze e buone pratiche. Attraverso questa scelta è possibile rigenerare tessuto sociale, rafforzare il capitale sociale ed il capitale umano costruendo più ampie pratiche di solidarietà.

Tutto questo non si deve collocare mai in un’ottica di sostituzione delle politiche di intervento pubblico e di protezione sociale, ma come contributo della cittadinanza attiva ad un welfare rinnovato in cui le responsabilità pubbliche si aprono alla condivisione e alla partecipazione dei cittadini.

 

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