Formazione

Care aziende, andate oltre

Dalla responsabilità sociale al social commitment. Ecco il piano che il ministro del Welfare vuol portare in Europa

di Ida Cappiello

In occasione del convegno dello scorso dicembre alla Bocconi di Milano, il ministro del Welfare, Roberto Maroni ha tracciato le linee guida dell?impegno governativo sulla Csr. Ma quali saranno i prossimi passi concreti, soprattutto per le modalità di rilevazione degli indicatori etici? Roberto Maroni: L?impegno sociale delle imprese per un nuovo Welfare è al centro della mia agenda per il 2003. Questo tema, storicamente, è sempre stato una questione dei Paesi nordici. La sfida che ho lanciato è dimostrare che anche l?Italia può discutere e proporre soluzioni all?avanguardia. Approfondiremo il discorso durante il semestre italiano di presidenza dell?Ue, dal prossimo luglio. Ci saranno alcuni appuntamenti importanti. Ma il culmine di questo percorso sarà il convegno di Venezia, che abbiamo fissato per novembre. E in quell?occasione potremmo già avere risultati concreti. Vita: La Csr è un costo per l?azienda, il cui ritorno economico è visibile solo in un?ottica di lungo periodo. Come incentivarla? Maroni: La percezione che il consumatore europeo ha della Csr è netta: il 70% si dice disposto a pagare di più un prodotto realizzato da un?impresa che si comporta in modo socialmente responsabile. Per garantire questo comportamento proponiamo una serie di indicatori che le imprese, su base volontaria, possono adottare per la loro certificazione. Una volta compreso questo meccanismo, è ovvio che il vantaggio è per tutti: per le aziende che potranno vantare la certificazione Csr; per i consumatori e in genere per tutti gli stakeholders, perché saranno garantiti dagli standard; per il governo, perché fa compiere al Paese un grande salto in avanti nelle politiche sociali. Vita: In Italia siamo solo all?inizio del processo di coinvolgimento sociale delle imprese. Secondo lei, quanti anni di impegno occorrono per arrivare a una condivisione ampia della Csr nel tessuto industriale italiano? Maroni: Nel 2003 il governo attuerà la delega per la riorganizzazione dei ministeri e intendo attribuire a un sottosegretario la delega per la responsabilità sociale delle imprese. Alle imprese noi chiediamo di investire nel sociale: è il concetto di social commitment, che va oltre la semplice social responsability. È la prima volta che il governo si impegna su questo tema, facendo seguito all?orientamento dell?Ue. Tutto questo richiede tempo: è una rivoluzione culturale. Vita: Ritiene che la Csr possa diventare uno strumento utile a riequilibrare l?onere della spesa sociale tra pubblico e privato? Maroni:Il governo ha dato la propria disponibilità per diffondere la cultura della Csr con incentivi. Il terreno è assolutamente fertile: una volta aperto il fronte, le imprese faranno a gara per dimostrare di essere socialmente responsabili. Con questo non vogliamo certo credere che le politiche sociali del governo saranno finanziate dai privati. Ma è sicuramente una via tutta da esplorare, che sta già dando buoni risultati in altri Paesi europei, a cominciare dalla Danimarca e dalla Gran Bretagna.


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