Non profit

Dedizione totale. (quindi niente famiglia)

Parlano due leader della grande ong Oxfam

di Carlotta Jesi

Ariane Arpa e Barbara Stocking sono leader in Spagna e in Uk. Alle loro dipendenze hanno 7mila persone. Umanitarie senza sconti… Sono l’eccezione alla regola. Al pessimismo che vuole le donne confinate al ruolo di manovali del non profit. Ariane Arpa e Barbara Stocking, 44 e 58 anni, alla guida, rispettivamente, di Intermon Oxfam e Oxfam Uk, guidano oltre 7mila dipendenti impegnati in azioni umanitarie ai quattro angoli del mondo. Tra cui moltissime donne, che entrambe considerano il perno su cui costruire una società diversa.
Vita: Quale capacità o qualità vi ha aiutato maggiormente nella carriera?
Ariane Arpa: Il saper ascoltare i buoni consigli e il saper riconoscere i miei limiti.
Barbara Stocking: L’integrità, che è qualcosa di più del semplice essere onesti: significa essere se stessi in ogni momento, e sapere sempre perché si lavora per una causa solidale piuttosto che per un’altra.
Vita: Avete una personale strategia per conciliare la vita lavorativa con quella personale e famigliare?
Arpa: Sì, non avere una famiglia. Onestamente non so dire come potrei gestirmi se l’avessi, come farei a dare il 100% ad entrambi. In questo momento, amo il mio lavoro e ho deciso di dargli priorità.
Stocking: Avere un partner che condivide e sostiene i tuoi sforzi. E darmi io stessa delle regole per proteggere la vita privata e il tempo con i miei due figli. Saper dire “questo non lo faccio” e comunicarlo chiaramente al mio team di lavoro. Per esempio, non tenere discorsi pubblici nel weekend. Durante i fine settimana sono a disposizione per le emergenze umanitarie ma non per i discorsi.
Vita: Come definiresti il tuo stile manageriale?
Arpa: Cerco di essere il più rispettosa possibile con gli altri, di ascoltarli e di contribuire alla creazione del consenso.
Stocking: Fisso alti standard di qualità del lavoro, ho alte aspettative e cerco di creare un forte senso di partnership tra le persone. Le coinvolgo fin dall’inizio nella progettazione delle attività e le incontro una a una, personalmente, una o più volte al mese per un momento di confronto.
Vita: L’empowerment della donna, la costruzione della sua autostima e della fiducia in se stessa, sembra essere la nuova tendenza dell’aiuto allo sviluppo…
Arpa: È cruciale. Le donne sono attori principali dello sviluppo, e non solo perché è donna la metà della popolazione mondiale. Tecnicamente parlando, i progetti funzionano meglio quando le donne sono coinvolte. Aumentare la loro autostima e le loro capacità è fondamentale.
Stocking: Il 70% delle persone povere del mondo è una donna o una bambina. L’empowerment della donna è necessario all’interno delle organizzazioni non profit come nei Paesi in via di sviluppo: ad Oxfam abbiamo varato il programma «Let’s talk about gender» per cambiare, innanzitutto, la cultura che abbiamo intorno.
Vita: Perché ci sono tante donne che lavorano nel non profit e pochissime che arrivano ai suoi vertici?
Arpa: I motivi sono due. Il primo, è che nel terzo settore il potere è ancora considerato una cosa da uomini. Il secondo, è che le posizioni di management richiedono un grosso coinvolgimento, e le donne devono decidere cosa sacrificare.
Stocking: È una sproporzione che esiste anche fuori dal non profit. Bilanciare famiglia e carriera è così difficile. E poi gli uomini non accettano un approccio al business diverso dal loro. Diverso ma altrettanto efficace: siamo brave a gestire diversi stakeholder e mettiamo molta passione in ciò che facciamo.

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