Salute

Nuove linee guida italiane contro l’Aids

Saranno approvate il 27 febbraio. Tra le novità, più scelta da parte del malato sulle terapie da seguire

di Gabriella Meroni

La Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS del Ministero della Sanità il 27 febbraio prossimo approverà il documento di aggiornamento per le nuove “Linee Guida di terapia antivirale per l’infezione da HIV”. Rispetto alle precedenti linee guida del 1998 verranno proposte diverse modifiche: 1. L’inizio della terapia nei soggetti asintomatici sarà meno precoce e basata sulla situazione individuale di ogni sieropositivo, tenendo conto della progressione clinica e biologica di ciascuno. Nello specifico si deve valutare l’aumento, in quantità e rapidità, di particelle del virus nel sangue e la diminuzione dei linfociti CD4, il cui decadimento porta alla immunodeficienza, tipica dell’AIDS. 2. Sarà quindi fondamentale, all’inizio del percorso terapeutico, il consenso dei malati. Le linee guida prevedono, infatti, che ai pazienti vengano spiegate le diverse possibilità terapeutiche disponibili ed i loro effetti collaterali. 3. I vari regimi terapeutici saranno completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale e verranno proposti in base all’efficacia, alla tollerabilità, alle eventuali resistenze ed al numero delle somministrazioni quotidiane considerate adeguate alla condizione di ogni paziente. Nell’ambito delle cure si tende, così, a personalizzare sempre più l’utilizzo delle terapie. 4. Il documento prende anche in considerazione i regimi terapeutici che possono essere forniti in caso di fallimento di schemi pregressi, del corso di gravidanza e delle terapie per i bambini aggiornate in base ai farmaci (14, divisi in tre classi diverse) già approvati dall’EMEA e quindi, a breve, disponibili in Italia. Le Linee Guida italiane si affiancano a quelle elaborate dal Dipartimento Sanitario degli Stati Uniti, presentate ieri alla comunità scientifica, secondo cui è preferibile valutare l’inizio della terapia sulla base di chiari segni di progressione della malattia anziché sul numero fisso delle particelle virali e dei CD4 nel sangue.


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