Non profit

Disoccupati in prima pagina

Fa discutere la proposta di Franceschini, mentre il Papa richiama tutti al senso di responsabilità.

di Franco Bomprezzi

La proposta del neosegretario del Pd Franceschini di dare a tutti i licenziati un assegno di disoccupazione viene stroncata da Berlusconi, anche se in realtà forse si sta cercando una soluzione possibile. Intanto il Papa richiama tutti all’Angelus per fare fronte alla crisi. I giornali del lunedì, in ordine sparso, seguono con attenzione questi argomenti.

Oggi la rassegna stampa si occupa anche di

“Il papa: difendere i lavoratori e le famiglie” titola a pag 5 il CORRIERE DELLA SERA di oggi. L’appello rivolto a «imprenditori e autorità». All’Angelus il saluto agli operai della Fiat di Pomigliano. «Benedetto XVI torna a parlare di crisi nella prima domenica di Quaresima, in piazza san Pietro c’è pioggia e una delegazione di operai Fiat di Pomigliano d’Arco accompagnati dal parroco…«Desidero esprimere il mio incoraggiamento alle autorità sia politiche sia civili, come anche agli imprenditori affinchè con il consenso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento». Le parole del pontefice per il segretario della Cgil Guglielmo Epifani sono «un richiamo importante al mondo politico e alle imprese». Il CORRIERE propone a fianco del pezzo di apertura un’intervista a Maurizio Zipponi, ex leader della Fiom di Brescia e Milano ed ex deputato di rifondazione comunista che dice: «Il Papa e la Chiesa stanno dimostrando un interesse altissimo al sociale e al tema del lavoro  perché loro sono gli unici insieme al sindacato  ad avere terminali diffusi sui territori: gli oratori e le pastorali del lavoro»- Zipponi poi dice di essere uscito da Rifondazione quando il partito ha deciso «di rifare il comunismo e questo mi ha fatto venire la pelle d’oca…ai ragazzi precari …la parrocchia offre un luogo di aggregazione. Significa di più dei concetti di destra e sinistra…ho capito che il conflitto non è tra capitale e lavoro, ma che il conflitto rischia di essere il risultato della disperazione e quindi è allarmata». Chiosa Zipponi: «No, non sono un credente né un praticante, ma ben vengano il papa e la Chiesa che agiscono in base a quello che vedono e che sentono». Sui disoccupati intanto è scontro. Il premier Berlusconi dice no all’assegno ai poveri («I vincoli dei parametri di Maastricht rendono non sostenibile la proposta del pd»), mentre Franceschini insiste: «I soldi dall’evasione fiscale». Il siluro più velenoso contro Franceschini però arriva dal compagno di partito Nicola Rossi che definisce il dibattito sollevato dalla proposta del suo segretario: «una discussione sul poco».

“Niente assegno ai disoccupati”: è il titolo di apertura di LA REPUBBLICA. Ovvero il “niet” di Berlusconi alla proposta Franceschini. Riferisce l’inviato Claudio Tito da Bruxelles (pagina 5): l’assegno di disoccupazione «avrebbe un costo troppo elevato» e i parametri europei non lo consentirebbero, risponde il premier. Un altro punto e mezzo di Pil che non ci possiamo permettere. A meno che – ribatte Franceschini – di stanare gli evasori e tagliare gli sprechi. Giacché è insostenibile la disparità fra lavoratori. In appoggio un commento di Tito Boeri: “Ma l’indennità estesa a tutti i precari può costare meno dei fondi stanziati”. Sottolineato che «il nostro Presidente del Consiglio sceglie di far pagare il conto della crisi ai disoccupati che sono oggi privi di alcuna tutela». E che per la prima volta è stata l’opposizione a dettare l’agenda all’esecutivo, l’economista fa i conti: estendere la tutela ordinaria di disoccupazione ai dipendenti della piccola e media impresa e ai parasubordinati costerebbe «meno di quegli 8 miliardi che il governo ha più volte dichiarato di aver già messo a disposizione». Dunque qualcosa non torna secondo Boeri. «La ragione è semplice: quando è la politica a decidere a chi dare e a chi no, i beneficiari sono sempre i lavoratori delle grandi aziende, la cui ristrutturazione o chiusura fa notizia». Di fianco a pagina 6: “A Pomigliano gli operai sono già poveri Il vescovo: «La crisi aiuta la camorra»”. È un terremoto, dice il vescovo, che travolge tutti. Senza stipendio l’alternativa  è andare dagli usurai. Si spera che le parole di Benedetto XVI («I lavoratori e le loro famiglie, ma anche disoccupati, poveri, giovani alla ricerca del primo impiego siano la priorità») smuovano il governo.

“I disoccupati illusi da Franceschini” questo il titolo con cui  IL GIORNALE apre l’edizione di oggi a commento della richiesta del neo leader del Pd. Il quotidiano, oltre a riportare  la risposta del Premier Berlusconi «L’idea di dare gli assegni a chi non ha un lavoro è insostenibile, costerebbe un punto e mezzo di Pil. Tutti vorremmo fare di più, ma non possiamo permettercelo», mette a nudo le strategie del neo leader Pd  già dalla prima pagina con il commento di Beppino Caldarola dal titolo  “Dario il cannibale che mangia nell’ombra tutti i suoi alleati”, compreso D’Alema. Poi a pagina 7 “Franceschini usa la Rai per il comizio” titola un articolo che si riferisce alla prima uscita in tv del neo segretario  nella trasmissione “Che tempo che fa” dove  «Fazio era compiacente e il pubblico pronto all’applauso». Sulla questione assegni, Claudio Borghi – prof. di economia alla Cattolica – dalla prima pagina ricorda “I vizi precari” «Spesso non è il lavoro a mancare ma la volontà» comincia la sua analisi che si conclude: «In Italia  gli aiuti a pioggia non hanno mai funzionato: incentivano a rifiutare le offerte di lavoro o a trovarsi un impiego».

“Priorità a lavoratori e famiglie” è il titolo che il SOLE24ORE riserva all’appello del Papa. Oltre alla cronaca delle reazioni, da Epifani in giù, di cui si occupano anche gli altri quotidiani di oggi, il SOLE affianca  la proposta degli ammortizzatori sociali di Franceschini, bocciata da Berlusconi perché troppo cara ma rilanciata dal Pd come contraltare alle misure prese dal governo. Per Franceschini servirebbero 8 miliardi di euro, recuperabili grazie all’abbattimento del solo 10% dell’evasione fiscale.

LA STAMPA apre sul tema disoccupati, rivelando che  in realtà, oltre il no di Berlusconi, ci siano dei tentativi in corso per trovare i soldi per aiutare i precari che rimangono senza lavoro. Scrive Ugo Magri a pagina 2: «Attenti a sfidare il Cavaliere sul suo terreno preferito, specie in vista delle europee, perché nel promettere sogni all’Italia lui non teme rivali. Difatti pare che nella maggioranza e dentro il governo si stia davvero discutendo su come trovare i soldi mancanti, per poi fare qualcosa che molto somiglierebbe alla proposta di Franceschini. E la fonte di risparmio per dare il sussidio ai disoccupati potrebbe esser rintracciata, secondo certi suggerimenti della Banca centrale nel ritorno alla riforma pensionistica di Maroni. Insomma, far tornare lo scalone, per avere i soldi per eventuali sussidi ai precari.

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

MICROCREDITO IN PARROCCHIA

CORRIERE DELLA SERA –  Diocesi mobilitate in tutta Italia. A Pavia, Vigevano e Tortona vengono concessi 2mila euro ai fedeli, senza interessi e con rate personalizzate. Le classiche mense per i poveri infatti non bastano più. Ora sa Trento a Chieti vengono raccolti soldi per chi è in difficoltà. E sta per arrivare il Fondo di garanzia voluto da Bagnasco. Il CORRIERE ospita anche un corsivo della giovane deputata Pd Marianna Madia sotto il titolo: “Meno statistiche e più Sant’Egidio”.

 

BANCHE

LA STAMPA – A pagina 12 un’inchiesta di Maurizio Molinari. “Così Intesa violava l’embargo all’Iran. Un’inchiesta congiunta tra Milano e New York. Migliaia di versamenti con falsi requisiti bancari. Bonifici sospetti sono giunti anche da «entità libiche e siriane» entrambe colpite dalle sanzioni Usa. Grazie a transazioni truccate con la Lloyds TSB gli iraniani hanno potuto acquistare centrifughe per l’arricchimento”. Scrive Molinari: «Le banche dei Paesi colpiti da sanzioni hanno sfruttato Banca Intesa-San Paolo, al pari di Lloyds TSB, per fare versamenti negli Stati Uniti ad altre banche dalle quali poi questi fondi potrebbero essere stati usati per acquistare armamenti proibiti».

 

CRISI

ITALIA OGGI – Due pagine sono dedicate al tema “gestire la crisi” dalle quali si evince che le aziende hanno prevalentemente un approccio difensivo, mentre il giornale sembra suggerire che la soluzione migliore sia nel riposizionare l’offerta. In un’intervista, Luigi Marino, presidente di Confcooperative parla dell’accelerazione del processo di creazione di un confidi nazionale: «Entro l’anno dovrebbe vedere la luce un istituto unico, nel quale saranno convogliate le 30 realtà più grandi tra quelle che oggi fanno capo a Confcooperative, Legacoop e Agc». In un box si analizza la posizione delle famiglie che sono sempre più pessimiste, mentre l’Italia, in uno studio condotto da Genworth Financial (compagnia assicurativa specializzata nella protezione del finanziamento e della mortage insurance) rivela che l’Italia è seconda per vulnerabilità finanziaria su un totale di dodici paesi europei. Sullo stesso tema anche un’indagine di Ernst & Young che rivela come le aziende per far fronte alla crisi non solo tagliano i costi, ma anche le attività non strategiche.

 

ASSISTENTI SOCIALI

SOLE24ORE – Paginone dedicato alla professione di assistente sociale, 36mila persone in Italia che spesso devono fare i conti con contratti precari e atipici, anche per colpa dei pochissimi concorsi pubblici che li riguardano. Secondo una ricerca della Bicocca, il 48% di loro lavora nel pubblico e il 10% nel non profit; il resto si divide tra asl, ospedali e ministeri. La notizia è però che oggi ci sarebbero buone opportunità per questa figura professionale, visto che «il mercato dell’assistenza alla persona è in continua crescita e il trend è di lungo periodo». In più il SOLE propone un’interessante tabella sui corsi attività in varie università italiane, e dedica un box alla riforma della professione, presentata da Anna Maria Serafini per mettere ordine tra le varie discipline e fissare dei paletti per la formazione.

RACCOLTE FONDI

SOLE24ORE – In Affari privati l’apertura della pagina Volontariato è dedicata alla crisi delle raccolte fondi, che dopo la sostanziale tenuta di Natale adesso sono in sofferenza. Come uscirne? Una ricerca dell’Istituto italiano della donazione, condotta intervistando 100 onlus, mostra che le strategie per aumentare le entrate sono queste: 1) intensificazione e innovazione delle campagne di raccolta fondi; allargamento del target; tagli alle risorse interne; incremento delle quote associative; incremento del 5 per mille.

 

RONDE

LA REPUBBLICA – “Ronde, l’alt del sindacato dei carabinieri”. Il Cocer sostiene che le ronde sono impraticabili, distolgono i carabinieri dal controllo del territorio, mentre denuncia che mancano 10 mila uomini. Chiederanno  un incontro con il presidente della Repubblica e il premier nei prossimi giorni. In particolare sulle ronde antipedofili, Alessandro Rumore, delegato Cocer, spiega: «non servono perché contro chi adesca minori bisogna agire con discrezione e grande professionalità… Nel Meridione molti comuni sono infiltrati dalla criminalità mafiosa. Affidando a sindaci in odor di mafia i poteri di gestire le ronde si rischia che i volontari siano gestiti da coloro che, in teoria, dovrebbero contribuire a combattere».

 

VELO ISLAMICO

IL GIORNALE – Intervista a tutta pagina a Giancarlo Gentilini, il borgomastro della tolleranza zero, prosindaco a Treviso per la Lega. Il caso è una postina islamica che porta il velo. «Ha il volto scoperto? Allora va bene. Anche mia nonna girava così». Sulle nozze miste «Alle trevigiane dico fate figli razza Piave. Sono i preti rossi ad appoggiare le unioni miste. Non solo. Hanno organizzato una sorta di moschee per l’integrazione. Ho fatto nomi e cognomi e li ho segnalati al Vaticano, al pastore tedesco». Sui carnefici Romeni e Albanesi «Romania Albania i loro criminali li puniscono duramente. Per questo che la loro feccia vien tutta qua. Gli immigrati che sono a Treviso si trovano benissimo. Dicono che qui siamo razzisti ma in realtà tutti sanno che  l’integrazione è un fatto, non una parola. Hanno imparato  una cosa: chi sgarra, paga. E’  bene che i buonisti lo sappiano».(pag. 17)

SCUOLA

LA REPUBBLICA – “Scuola, pioggia di 5. Anche in condotta”. Dopo il richiamo in prima, il pezzo alle pagine 18 e 19: mentre il 90% delle famiglie sceglie il tempo pieno (ovvero le 30 ore settimanali) alle elementari, negli altri ordini scolastici è tornato il 5 anche in condotta (8mila, il 2% del totale) oltre che nelle altre materie – nell’ordine lingue straniere, matematica, discipline tecnico-professionali, italiano…

CORDONE OMBELICALE

LA REPUBBLICA – “Cordone ombelicale, attenti ai mercanti”. Elena Dusi riferisce che solo se si conserva il sangue del cordone ombelicale nelle cliniche estere, si avrà la sicurezza che sarà usato solo per il proprio figlio. In Italia, le strutture pubbliche potrebbero metterlo a disposizione di chi ne ha bisogno. Su 560mila bambini, nati in Italia ogni anno, nel 2007 solo 2623 coppie hanno deciso di donare il cordone a una banca pubblica. Quanti chiedono sia portato all’estero spesso fanno ricorso ad aziende di intermediazione (costo 1-2mila euro). Ma i medici e le associazioni sono contrari e sostengono i “donatori solidali”.

LA STAMPA – In Italia la conservazione per uso autologo delle cellule staminali da cordone ombelicale non è consentita. Ma a San Marino esiste una clinica dove è possibile conservarle. Bruno Ventavoli ci è andato: «Giuseppe Mucci ha fondato qualche anno fa il Bioscience Institute, una banca per la crioconservazione autologa di cellule staminali. A pagamento. Mille metri quadrati di tecnologia, otto biologhe a tempo pieno, computer che controllano protocolli di qualità e sterilità. (…). Il miraggio del business, l’umana speranza e la legge, hanno creato un piccolo Far West. Per intercettare l’affare sono nate aziende che, come ha recentemente accusato l’ex ministro Sirchia, «vendono illusioni». «Ma noi siamo chiarissimi – dice Mucci – spieghiamo ai clienti quali sono le attuali certezze della scienza, e quali le semplici speranze del futuro. Su un punto, però, Sirchia ha ragione: in questo settore operano personaggi poco seri. Dato che in Italia non si possono conservare le staminali a pagamento, le società nate in Italia si affidano a banche estere, che magari subappaltano ad altre, e ad altre ancora. E magari per risparmiare sui costi finiscono nell’estremo oriente. Nel giorno in cui i genitori avranno bisogno di quelle cellule, a chi si rivolgeranno?».


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