Volontariato

Le Regioni alla guerra del servizio civile

«A Roma stanno preparando un testo centralista che sponsorizza il ritorno dei progettifici», accusa l'assessore veneto Valdegamberi

di Redazione

Primo check e primo stop per la riforma Giovanardi. L’alt, perentorio nei termini e nella sostanza, arriva dall’assessore alle Politiche sociali del Veneto, Stefano Valdegamberi nelle vesti di coordinatore nazionale per le Regioni sul servizio civile. «Quella che sta preparando il sottosegretario è un’operazione di smaccato stampo neocentralista, che ci vede contrari», spiega Valdegamberi, che con Giovanardi fino a poco tempo fa ha condiviso non solo la matrice cattolica del suo impegno politico, ma anche la militanza nell’Udc (prima che il senatore modenese confluisse in Forza Italia).
A far saltare il banco del confronto fra il governo e le Regioni è stato, in particolare, il passaggio della bozza di riforma che prevede che «i progetti presentati da enti che operano esclusivamente in ambito regionale e provinciale siano interamente finanziati con risorse messe a disposizione delle Regioni e delle Province autonome». In altre parole, l’intero budget del fondo per il servizio civile andrebbe a sostenere esclusivamente i progetti degli enti nazionali. «Si dimentica che le risorse che impegna il governo non appartengono a Giovanardi, ma ai cittadini contribuenti». E ancora: «Siamo al paradosso: Roma si arroga il diritto di decidere quali progetti finanziare nei nostri territori. E lo farebbe a prescindere da ogni tipo di progettualità o piano di intervento predisposto dall’amministrazione locale. Mi sembra del tutto irragionevole». «Senza dimenticare», continua l’assessore, «che alcuni dei settori del servizio civile, penso in particolare al socio-sanitario e all’ambientale, rientrano a pieno titolo nelle competenze regionali». Fuoco alle polveri, dunque. Sul servizio civile ormai è scontro aperto. Tanto più che né Giovanardi né le Regioni sono disposti a fare un passo indietro. Come dimostrano i colloqui e gli incontri di queste ultime settimane. E per sgombrare il campo dagli equivoci, Valdegamberi rincara la dose: «Questa riforma avrà la conseguenza di premiare i cosiddetti progettifici, tanto criticati negli anni scorsi: gente che a Roma si “inventa” progetti fotocopia buoni per tutti i contesti». Uno degli obiettivi di Giovanardi però è anche quello di ribilanciare gli squilibri geografici dell’intero sistema, che oggi pende troppo a Sud. «Ma così si va esattamente nella direzione opposta», attacca ancora l’assessore, «visto che proprio con l’ingresso delle Regioni nel 2006 si era incominciato a limitare certe storture». Su un punto però Valdegamberi dimostra interesse. Quello centrale del co-finanziamento: «A Giovanardi dico: parliamone. Di più, gli giro una controproposta: perché non affidare la gestione istituzionale dell’Albo all’ufficio nazionale, lasciando la gestione operativa alle Regioni?».


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