Sostenibilità

Le penali di Sky? Illegittime E il tribunale obbliga a risarcire

Il caso

di Redazione

I costi di recesso chiesti dall’emittente violavano la legge Bersani. Un’importante sentenza in un processo avviato dal Movimento Consumatoridi Piero Pacchioli
Vuoi recedere da Sky? Devi pagare tra i 30 e i 225 euro a seconda del servizio che hai attivato. Questo succedeva prima della sentenza del tribunale di Roma che ha imposto a Sky, su ricorso del Movimento Consumatori, di richiedere ai clienti che intendono recedere, i soli “costi dell’operatore”: 9 euro e 53 centesimi, per la precisione. Prima della decisione del giudice romano, Sky applicava penali per il recesso che oscillavano da 30 a 225 euro, ben al di sopra, quindi, dei costi diretti affrontati per dare corso al recesso. Tutto questo in evidente violazione della legge Bersani, che ha previsto il diritto di ogni consumatore di recedere dal contratto «senza vincoli temporali e senza dover corrispondere spese o penali non giustificate dai costi effettivamente sostenuti dall’operatore per l’esercizio del recesso».
Come è già accaduto per molte compagnie telefoniche, anche Sky non si era adeguata alla norma. Per questo il Movimento Consumatori ha deciso di fare ricorso. In sostanza, Sky ha mantenuto nelle proprie condizioni generali di contratto clausole che prevedevano penali eccessive e del tutto ingiustificate. «Sulla base di tali illegittime clausole», afferma Alessandro Mostaccio, responsabile del settore Telecomunicazioni del Movimento Consumatori, «il consumatore che avesse sottoscritto il pacchetto base per il quale Sky ha sempre pubblicizzato come gratuiti decoder, smart card ed installazione doveva corrispondere 270 euro; mentre chi avesse scelto tutti i servizi Sky arrivava a pagare fino a 900 euro».
«Il tribunale di Roma», dichiara Paolo Fiorio, legale dell’associazione, «ha riconosciuto l’illegittimità del comportamento di Sky, condannandola ad informare tutti coloro che abbiano esercitato il diritto di recesso, del diritto ad ottenere in restituzione quanto corrisposto ad eccezione degli unici costi legittimi per un ammontare massimo di 9,53 euro + Iva».
L’aspetto innovativo della decisione consiste nel fatto che tali informazioni dovranno essere comunicate da Sky non solo tramite la pubblicazione del provvedimento sul proprio sito e su Repubblica e Corriere della Sera, ma anche attraverso «l’invio di una missiva cartacea», con la quale il colosso televisivo è costretto a riconoscere ai consumatori il proprio «debito restitutorio». Fiorio, che nella causa ha rappresentato MC, ha sottolineato il carattere peculiare di questa sentenza:«L’ordinanza del tribunale di Roma rappresenta una vittoria importante per i consumatori perché, con un’ordinanza con effetti simili a quelli di una “class action”, il Movimento Consumatori ha ottenuto il riconoscimento del diritto per circa 80mila consumatori a ottenere la restituzione delle penali pagate in caso di recesso». Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori, ha avvertito: «Se Sky non restituirà volontariamente gli importi illegittimamente richiesti, la nostra associazione organizzerà migliaia di cause individuali o cumulative in tutti i tribunali d’Italia affinché siano rispettati i diritti riconosciuti dal tribunale di Roma».

Il precedente
Non è la prima volta che Sky viene colta in fallo dal Movimento Consumatori nelle aule giudiziarie. Sempre il tribunale di Roma ha già condannato Sky per la distribuzione della rivista SkyLife. Sky aveva comunicato al propri clienti, infatti, che dal 1° marzo 2008 la rivista, in passato denominata SkyMagazine e inclusa nel pacchetto abbonamento, avrebbe comportato un ulteriore costo di 0,40 o 0,90 euro a numero per tutti gli utenti che non avessero disdetto il servizio. Il tribunale di Roma ha stabilito che si tratta di un comportamento illegittimo che «integra incontestabilmente gli estremi di una pratica commerciale ingannevole» sia per gli addebiti relativi alla nuova rivista SkyLife, sia per gli addebiti del precedente SkyMagazine. Con l’accoglimento delle domande proposte dal Movimento Consumatori, con l’intervento dell’Unione nazionale consumatori, il colosso della tv a pagamento è stato condannato a restituire, a oltre quattro milioni di abbonati, i costi del mensile per un totale di 32 milioni di euro. Il Movimento Consumatori invita tutti coloro che abbiano pagato a Sky le penali per il recesso a contattare l’associazione tramite mail all’indirizzo
azionicollettive@
movimentoconsumatori.it


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