Non profit

BIOLOGICO. Icea sbarca in Russia, Cina e Giappone

L'istituto di certificazione si apre a nuovi mercati

di Gabriella Meroni

Cina, Russia, Giappone: Icea costruisce ponti per l’import e l’export biologici collegati a tre dei maggiori mercati mondiali. La vocazione internazionale dell’Istituto Certificazione Etica e Ambientale, con oltre 12mila aziende controllate è tra i maggiori enti di controllo europei, si arricchisce infatti di tre nuovi tasselli, per altrettante partnership. A conferma, come sintetizza il presidente Icea Nino Paparella, “di come il nostro Istituto sia orientato a un impegno globale a sostegno delle economie locali”.

La prima partnership è mirata al mercato russo, dove l’organismo locale di controllo Saint Petersburg Ecological Union (www.ecounion.ru) potrà ora fungere da ente ispettivo di controllo per conto di Icea. Ciò come sviluppo di una partnership avviata da tempo e che, ad esempio, ha comportato di recente anche la presenza dell’istituto italiano – attraverso l’intervento della sua referente per l’estero Michela Coli – al congresso nazionale del biologico sul tema del mercato dei prodotti bio, tenutosi a Mosca nell’ambito della Fiera Prodexpo. Un evento in cui Icea è stato l’unico organismo di controllo europeo ad essere invitato come relatore.

Dalla Russia alla Cina. Qui Icea sta iniziando in loco il processo di accreditamento attraverso l’ente accreditante Certification and Accreditation Administration of China (CNCA), per poter operare in Cina certificando import ed export sia Bio sia Global GAP o GOTS. Il tutto in accordo con il partner Organic Food Development and Certification Center of China (OFDC), uno dei più grandi organismi di controllo e certificazione cinesi, con cui Icea ha già stipulato un accordo nell’ambito del coordinamento internazionale Certification Alliance, costituito tra varie associazioni di settore del Sud Est asiatico. 

Rimanendo in Oriente, sta poi trovando attuazione l’accordo  firmato da Icea a marzo con Jona, il più storico e rilevante degli organismi di controllo giapponesi. Intesa che a novembre ha comportato la formazione di tre ispettori nipponici per produzioni vegetali e trasformazione sia EU che NOP. L’accordo ha appena portato alla prima azienda bio certificata da Icea in Giappone (settore cereali e legumi), mentre una seconda è in arrivo in questi giorni (filiera del tè pregiato: produttori giapponesi, importatori italiani). Sempre nel mercato nipponico, infine, Icea ha rilevato un forte interesse per la pesca sostenibile, e sta lavorando alle prime intese nella direzione no food, in particolare nel settore tessile.


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