Economia

COLDIRETTI. Una frode alimentare su quatto in bar e ristoranti stranieri

La Coldiretti analizza l'elenco delle sentenze penali passate in giudicato e prevenute nel corso dell’anno 2008 a carico di produttori alimentari, condannati per reati di frode e sofisticazioni alimentari

di Redazione

Ben un reato su quattro per frode e sofisticazione alimentare è stato commesso nel 2008 da titolari di esercizi, bar e ristoranti stranieri, nonostante rappresentino una esigua minoranza in Italia. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dell’Ordinanza contenente l’elenco delle sentenze penali passate in giudicato e prevenute nel corso dell’anno 2008 a carico di produttori alimentari, condannati per reati di frode e sofisticazioni alimentari, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio 2009.

Tra i tipi di reato segnalati – sottolinea la Coldiretti – si possono evidenziare la vendita di kebab in cattivo stato di conservazione, di spiedini di pollo nocivi per la presenza di salmonella, di ravioli cinesi farciti con imballaggi inidonei per gli alimenti, di panini insudiciati perché contenenti feci di ratto, di mitili e cozze con cariche microbiche di coliformi fecali superiori ai limiti consentiti.
Le sentenze di condanna – continua la Coldiretti – nel 2008 sono complessivamente 81, di cui 61 a carico di imprenditori italiani, 13 a carico di imprenditori cinesi, 2 a carico di imprenditori pakistani. Risultano condannati, inoltre, 1 imprenditore egiziano, 1 peruviano, 1 dello Sri Lanka, 1 di Singapore, 1 del Marocco.
Si tratta – sostiene la Coldiretti – di un riscontro oggettivo dell’esigenza di stringere i controlli sulla sicurezza alimentare nell’offerta di cibi che evidenziano in Italia una rapida e incontrollata crescita e utilizzano spesso come ingredienti prodotti di importazioni che non garantiscono gli stessi standard di quelli nazionali. È il caso ad esempio della Cina che è – sottolinea la Coldiretti – il Paese che ha ricevuto dall’Unione Europea il maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, sulla base della Relazione sul sistema di allerta per alimenti e mangimi.
Di fronte all’estendersi dell’allarme sui rischi dei prodotti provenienti dall’estero è importante stringere i controlli, ma anche – conclude la Coldiretti – estendere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l’immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini.


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