Sostenibilità

A Manfredonia tutti assolti Gli unici colpevoli sono i crostacei…

di Redazione

«Tutti innocenti, il fatto non sussiste». Così il giudice Michela Valente ha assolto i dieci dirigenti Enichem e i due consulenti medici al processo sul Petrolchimico di Manfredonia nel 2007. Le accuse erano di omicidio colposo plurimo, lesioni e omissioni di controllo, disastro ambientale. Tra le parti offese solo i famigliari di Nicola Lovecchio, morto di tumore a 49 anni nel 1997, non hanno accettato risarcimenti in cambio del ritiro dal processo.
Ecomondo: Avvocato Liguori, lei rappresenta il WWF, Legambiente e l’associazione Bianca Lancia, oltre che la famiglia Lovecchio. Perché avete deciso di ricorrere in appello?
Umberto Liguori: Io sono agguerrito, ma il pm Lidia Giorgio lo è più di me. Tra le parti civili ci sono anche Medicina democratica, Cub – Confederazione unitaria di base, Regione Puglia, Provincia di Foggia, ministero dell’Ambiente. Grazie al lavoro dei nostri consulenti abbiamo una solida base per l’appello.
Ecomondo: Quali sono esattamente le motivazioni?
Liguori: Sono speculari alle argomentazioni dell’assoluzione: riguardano la quantità, la qualità e la durata dell’esposizione alla sostanza fuoriuscita dall’esplosione di una colonna di lavaggio dell’ammoniaca. L’incidente risale al 26 settembre 1976. L’Enichem dichiara la fuoriuscita di 12 tonnellate di una miscela liquido-gassosa. In base alle relazioni tecniche a nostra disposizione, invece, le tonnellate sarebbero ben 49, di anidride arseniosa, facilmente inalabile. Pur affermando che «l’Enichem ha cercato di minimizzare i fatti», il giudice ha preso per buoni i dati forniti dalla stessa azienda. Infine, secondo il giudice l’esposizione degli operai per l’attività di bonifica è stata breve, una decina di giorni, dunque non tale da far morire 18 lavoratori.La relazione tecnica dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, commissionata dal ministero, dimostra invece che non c’è mai stata una vera bonifica. Al contrario, i primi interventi sono stati fatti in modo maldestro, con l’effetto di sollevare le polveri e distribuirle sul territorio. Gli operai, poi, hanno agito per lo più senza protezioni.
Ecomondo: Hanno pesato solo le ragioni di Enichem?
Liguori: Dico solo che ha accolto anche la spiegazione per cui l’arsenico nelle urine dei lavoratori fosse dovuto a una dieta troppo ricca di crostacei. In aula l’avvocato Giuseppe Mattina, che rappresenta Medicina democratica e Cub, ha chiesto: «E quanto guadagnavano gli operai per permettersi tutti questi scampi e aragoste?».


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