Sostenibilità

Lo strano caso dell’autostrada della Maremma

Le ragioni di un no

di Redazione

In tempo di crisi si approva il progetto di una nuova arteria, costosissima e dall’enorme impatto ambientale, nonostante esistano alternative a costi nettamente inferiori
L’approvazione al Cipe del progetto preliminare dell’autostrada tirrenica (Cecina-Civitavecchia) il 18 dicembre 2008 non fa smobilitare gli ambientalisti (Italia Nostra, Legambiente, WWF, Comitato per la bellezza e Movimento ecologista) e la Rete dei comitati per la difesa del territorio che si sono dichiarati pronti, appena se ne conosceranno i contenuti, anche a impugnare la delibera di fronte al Tar del Lazio. Infatti, il Cipe ha approvato un progetto che per due terzi del suo tracciato (da Grosseto Sud a Civitavecchia) deve essere profondamente modificato (secondo quanto richiesto nel suo parere del 13 luglio 2007 dall’allora ministro dei Beni e delle attività culturali, Rutelli) e che ancora non è stato sostenuto da un credibile piano economico e finanziario.
Ambientalisti e comitati nel loro ultimo comunicato emesso proprio il 18 dicembre 2008 sottolineano come «il progetto autostradale da Civitavecchia a Grosseto avrebbe, nel suo complesso, un impatto devastante sul paesaggio della Maremma, su aree sottoposte a vincoli naturalistici, culturali ed archeologici, aree agricole di pregio, boschi. Inoltre non è stata data alcuna risposta alle perplessità che riguardano l’iter di approvazione del progetto e la sua reale fattibilità economica. Siamo convinti che la soluzione migliore sia l’adeguamento in sede dell’Aurelia (196 km a 4 corsie più corsie di emergenza, di cui 15 km di variante, per un costo di circa 870 milioni di euro, a valori del 2001) come già previsto dal progetto definitivo Anas del giugno 2001». Oltretutto, nel comunicato si ricorda anche che il Cipe ha dato un giudizio positivo di compatibilità ambientale su un progetto che dovrà essere sostanzialmente modificato per soddisfare le richieste della Regione Lazio e ottemperare a quanto richiesto dall’ex ministro Rutelli, che aveva dato parere negativo sul tracciato autostradale elaborato dalla concessionaria Sat da Grosseto Sud a Civitavecchia per «ridurre al minimo l’incidenza sui valori paesaggistici e reso integralmente compatibile con le istanze di tutela».
C’è da ricordare, inoltre, che non si hanno notizie ufficiali del nuovo piano economico-finanziario che la Sat deve presentare per dimostrare come questa nuova costosissima autostrada (3 miliardi e 600 milioni di euro circa) si possa ripagare, nonostante i modesti dati di traffico attuali e previsti (17mila autoveicoli oggi e 26.500 autoveicoli/giorno al 2030, quando un’autostrada si ripaga solo in parte con 70-80 mila autoveicoli/giorno), senza che si arrivi a concordare l’applicazione di pedaggi molto alti e una concessione quarantennale. Così come non si ha notizia di eventuali esenzioni dal pedaggio per il traffico di breve distanza. Quest’opera, tra l’altro, mai potrà ottenere sovvenzioni europee perché sia il Libro bianco sui Trasporti del 2001 che la decisione assunta nel 2004 per lo sviluppo delle reti di trasporto transeuropee concentrano gli interventi su ferrovie e autostrade del mare.
Gli ambientalisti si ripromettono, dunque, di analizzare nel dettaglio la delibera Cipe e il piano economico-finanziario dell’autostrada Tirrenica per verificarne gli eventuali elementi di contrasto con le normative nazionale e comunitaria e prevedono nei prossimi mesi una serie di iniziative che, coinvolgendo prioritariamente gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti, mettano al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e locale il problema della immediata messa in sicurezza della SS1 Aurelia, iniziando dai tratti a maggior rischio di incidentalità tra Grosseto Sud e Civitavecchia.
«In questo Paese», accusa Vittorio Emiliani, giornalista e presidente del Comitato per la  bellezza, «i dati tecnico-economici non contano quanto le politiche clientelari. L’autostrada Tirrenica porterà inquinamento e cemento in uno dei pochi luoghi che ancora non ne era provvisto… Stiamo per distruggere un paesaggio senza eguali al mondo, senza considerare le aziende vitivinicole che subiranno danni immensi».


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