Famiglia

Emergenza Napoli, ecco com’è finita

Primo bilancio del bando straordinario del 2007

di Maurizio Regosa

1.800 volontari al servizio della legalità. Le associazioni: ha premiato la logica dell’intervento mirato. Soprattutto a ScampiaSu duemila ragazzi previsti, sono “partiti” in 1.800. Decisi a prestare il loro servizio civile a Napoli e provincia. Era il 2007, tempo dell’emergenza legalità che spinse l’allora ministro alla Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, a realizzare un bando straordinario per il capoluogo partenopeo.
A servizio appena concluso, si può tracciare un bilancio. Positivo anzitutto per l’esiguo numero di defezioni (circa una decina) e per i risultati raggiunti da questa iniziativa che, secondo Giulio Riccio, assessore alle Politiche sociali e giovanili di Napoli, in quota Prc, «ha avuto un grande impatto. I ragazzi hanno visto il loro territorio con occhi nuovi, hanno contribuito a tenere aperti molti cantieri sociali, le associazioni hanno lavorato bene. Eccellente poi è stato il rapporto con l’Ufficio nazionale del servizio civile, che ha seguito con molta attenzione il bando straordinario, dalla programmazione al monitoraggio».
Di grandi risultati riferisce anche Ciro Frongillo dell’Associazione volontariato guanelliano (che per il suo «I care» si è vista assegnare quasi 500 ragazzi, fra Napoli e provincia): «Abbiamo lavorato in tutte le scuole contro l’abbandono scolastico, seguendo 1.360 giovani in prevenzione di dispersione e recuperando 46 evasori. A Scampia, ad esempio, la dispersione è scesa dal 33 al 7%. Non solo: abbiamo dimostrato che il costo del servizio civile è inferiore a quello che deriva dalla dispersione e grava sulla comunità». «Articolo 4» (e il riferimento è alla Costituzione) era invece il progetto sulla legalità messo a punto da Amesci – Associazione mediterranea per la promozione e lo sviluppo del servizio civile che fra Napoli e provincia ha potuto avvalersi di oltre 300 ragazzi: «Uno dei risultati è la Rete per la legalità, un coordinamento informale cui aderiscono una ventina di associazioni, fra cui gli Studenti napoletani contro la camorra», spiega il presidente Enrico Maria Borrelli, che aggiunge: «Non eravamo fautori di un progetto ad hoc, ma è stata comunque una opportunità offerta al territorio, anche perché si è intervenuti su un tema specifico. Certo, in linea generale, sarebbe meglio superare la programmazione annuale. E quindi procedere per bandi ordinari, ma riguardanti progetti pluriennali». Migliorerebbero le performance e quindi l’efficacia. Ipotesi che però sembra lontana dalla realtà, taglia corto Riccio: «Il governo sta facendo passi indietro, ci sono voci di ulteriori tagli draconiani ai fondi. Mi preoccupa sia cancellata un’occasione così significativa».


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