Cultura

Barenboim: ascolta, la musica ti fa migliore

di Redazione

Daniel Barenboim è uno dei più grandi (e affascinanti) direttori d’orchestra del mondo. Nato in Argentina da genitori russi di origine ebraica, all’età di dieci anni si è trasferito in Israele. Ma Barenboim è un uomo con due passaporti: quello israeliano, appunto, e quello palestinese. Nel 1999, insieme al grande intellettuale palestinese Edward Said, ha fondato la West-Eastern Divan Orchestra, dove suonano fianco a fianco musicisti israeliani e palestinesi. Doemnica 22 si può invece ascoltarlo alla testa della Filarmonica della Scala per un concerto il cui ricavato andrà ad Amnesty Italia. Barenboim ha sintetizzato il suo straordinario pensiero sulla musica in un libro imperdibile La musica sveglia il mondo (Feltrinelli, 2007). Ovvero la musica come educazione alla socialità.

Il “legato” impedisce a una nota di sviluppare il suo io naturale, ovvero di diventare tanto importante da mettere in ombra la nota precedente. Ogni nota deve essere consapevole di sé ma anche dei propri limiti; le stesse regole che si applicano agli individui nella società si applicano anche alle note musicali. L’operazione di legare le note mi ha insegnato la relazione tra individuo e gruppo: l’intero è maggiore della somma delle parti.
Il significato della parola tolleranza è del tutto improprio se vediamo in essa solo una forma di generosità altruistica. Racchiude in sé qualcosa di presuntuoso: io sono meglio di te. Goethe espresse in maniera sintetica questo concetto quando disse: «Limitarsi a tollerare è un insulto; la vera assenza di pregiudizi vuol dire accettazione». In musica, questo è rappresentato dal contrappunto o polifonia. L’accettazione dell’individualità dell’altro è una delle lezioni più importanti che la musica ci impartisce.

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