Politica

Bobba: ora ripensiamo il Pd

Intervista al deputato cattolico del Pd, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera

di Gabriella Meroni

Onorevole Bobba, Veltroni si è dimesso. Aveva altra scelta? Avrebbe avuto senso restare?
Bobba: La sua scelta è stata sicuramente un atto di coraggio, ma era anche inevitabile, dopo quattro sconfitte. In più, il Partito democratico è nato un anno e mezzo fa incardinato sulla sua leadership grazie alle primarie, un sistema che non era mai stato realizzato prima, e quindi con una forte legittimazione popolare, elettorale del leader. Credo quindi che l’identificazione di Veltroni con il Pd fosse nella nascita stessa del partito, e quindi oggi uno shock come le sue dimissioni, che è sicuramente pesante, forse vale più di una rassicurazione.
Veltroni ha detto in queste ora: «Per tanti ero un problema». Per lei lo era?
Bobba: Il tema non è da porre in questo modo. Queste dimissioni sono un punto di svolta: o partito si unisce, cercando di salvare questo esprimento ancora fragile, oppure rischia di liquefarsi e fallire. Forse questo shock non ci dice se ci piace di più questo o quel dirigente, ma sicuramente ci obbliga a confrontarci e chiederci se siamo coinvinti o meno di questo esperimento, se vogliamo portarlo fino in fondo.
Adesso che succede?
Bobba: Non lo so, non ho la palla di cristallo; so comunque che chiunque prenderà il timone del partito dovrà cercare di fare quattro cose: primo, abbandonare un certo “nuovismo” che Veltroni aveva incarnato e che si è rivelato incapace di cogliere dinamche reali della società; secondo, avere più chiarezza e linearità nel sistema delle alleanze; terzo, avviare una gestione meno leaderistica e più collegiale e coinvolgente, se si vuole salvare l’esperimento del Pd; da ultimo, curare maggioramente le modalità con cui il partito si relaziona, interpreta, ascolta e dà voce alle istanze della società, verificando la sua capacità di reinterpretare le domande del paese trasformandole in iniziative e proposte politiche. Sono queste le questioni obbligate su cui qualunque leader dovrà misurarsi.
Lei ha preferenze?
Bobba: È difficile dire. La mia preferenza è più nel metodo che nelle persone: a mio parere non può essere il solito caminetto a sciogliere il nodo della leadership, ma deve essere convocata l’assemblea, eletta con suffragio popolare, e da lì deve nascere sia la responsabilità del nuovo leader sia, soprattutto, la linea politica. Ripeto, se si vuole salvare questo esperimento occorre nettezza e chiarezza nelle scelte; altrimenti sarà difficile che gli elettori ci capiscano.

Leggi qui la Conferenza stampa di addio di Veltroni

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