Welfare

Curdi,oltre l’asilo. Autonomia e libert

Sul diritto d'asilo dei profughi curdi in Italia

di Teresa Sarti

In occasione dei primi sbarchi di curdi sulle coste pugliesi e calabresi, il governo italiano aveva sottolineato la necessità che l?Europa e il mondo riconoscessero l?esistenza del problema curdo e lo affrontassero in maniera organica e concreta, con una conferenza internazionale. Nessuno si è dato seriamente pensiero di promuoverla, dopo che le luci dei network e i titoli delle prime pagine si sono volti in altre direzioni. Oggi governo e parlamento riscoprono l?esistenza del problema curdo per la richiesta d?asilo politico da parte di Abdullah Ocalan. Non si può seriamente dubitare che siano presenti tutte le condizioni che rendono legittima la richiesta e doveroso accoglierla. L?accoglienza sia di profughi anonimi che di rappresentanti noti, contribuirà, però, alla soluzione solo se verranno rimosse le cause della fuga, se avrà fine la necessità di cercare rifugio. Il ?problema curdo? deve trovare soluzione nelle regioni curde, nella riconosciuta identità storica e culturale, nelle conseguenti libertà e autonomia. Con le diverse organizzazioni curde occorre con franchezza sottolineare come una strategia delle armi e del terrorismo, oltre che moralmente discutibile, sia sterile e inefficace. Questo messaggio trarrà legittimità non solo dall?aiuto umanitario e dal riconosciuto diritto d?asilo, ma da una ricerca e promozione di vie pacifiche. Non è questa un?aspirazione senza rispondenza. Le diverse organizzazioni curde danno segni in questi tempi di ricercare soluzioni pacifiche ed estremamente ?realistiche?. Lo stesso Pkk ha proclamato unilateralmente, da mesi, una tregua. D?altro canto sempre meno organizzazioni curde mirano in forma immediata ed esclusiva a creare uno stato curdo unico indipendente. È sempre più frequente e diffusa la richiesta di autonomia delle regioni curde all?interno degli stati cui attualmente appartengono. La richiesta di pensare soluzioni pacifiche, concordate e realistiche non è solo rivolta ai curdi, ma proviene da loro stessi. A questa offensiva di pace resistono piuttosto gli ?stati sovrani? nei cui confini si trovano le popolazioni curde. La nostra azione umanitaria ci fa testimoni diretti dei bisogni estremi, delle estreme sofferenze e difficoltà di questo popolo. Il governo italiano ha occasione e titolo, anche in forza di questa vicenda, di farsi attivo promotore, in sede internazionale, di una ?Conferenza internazionale sulla questione curda?. Sollecitiamo le organizzazioni umanitarie, politiche e culturali a far propria e a sostenere questa richiesta.


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