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SANITA’. Sardegna: arrivano le linee di indirizzo per i malati di Sla

La giunta regionale delibera un documento in materia di cura e assistenza ai in materia di cura e assistenza alle persone con Sclerosi laterale amiotrofica e/o in ventilazione assistita, che dovrà essere recepito da tutte le Asl sarde

di Redazione

Buone notizie per gli ammalati di Sla e per i loro famigliari residenti in Sardegna. Nel corso della seduta del Consiglio regionale svoltasi mercoledì 11 gennaio la Giunta regionale ha infatti approvato la Delibera n. 10/43 inerente le Linee di indirizzo in materia di cura e assistenza alle persone con Sclerosi Laterale Amiotrofica e/o in ventilazione assistita”: «E’ un momento di grande speranza per gli  ammalati di Sla e le loro famiglie», evidenzia Giuseppe Lo Giudice, presidente della sezione Aisla della Sardegna. «Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno consentito il raggiungimento di questo importante obiettivo e in modo particolare l’assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, per lo sforzo notevole e la passione con cui ha spronato la Commissione Regionale per la Sla ad elaborare una misura idonea a rispondere alle necessità di tutti gli ammalati che vivono nella nostra Regione. Le Linee di indirizzo sono ora a disposizione di tutte le Asl affinché le recepiscano».
Lo Giudice aggiunge: «Abbiamo ancora un altro traguardo comune da raggiungere: rendere attuabile, operativo ed esecutivo in tutte le Asl e presso i presidi medici del territorio questo efficace programma di assistenza, volto a favorire un’adeguata presa in carico e una reale continuità assistenziale, sia alle persone che convivono con la Sla sia ai loro cari».
Soddisfatto anche il presidente nazionale di Aisla onlus, Mario Melazzini, che osserva: «In Sardegna abbiamo trovato grande collaborazione e condivisione nell’assessore regionale Dirindin e negli altri componenti della Commissione regionale per la Sla. In tale ambito è stato svolto un lavoro estremamente proficuo che ha prodotto un utile e concreto strumento di sostegno per gli ammalati di Sla anche in condizioni gravi e le loro famiglie, che potranno così migliorare sensibilmente la propria qualità di vita».

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