Non profit

cultura: colpiti i musei che ospitano librerie

Si conclude l'analisi della circolare 2/09

di Redazione

Pare questa una delle conseguenze della circolare 2 del 2009 del Dipartimento delle Finanze, che, come scritto sullo scorso numero, fornisce chiarimenti in merito all’esenzione Ici dovuta agli enti non commerciali. Secondo la circolare, una particolare definizione di attività commerciale farebbe cadere l’agevolazione, e già questo è discutibile; nel caso della cultura, si dice addirittura che l’attività di vendita di libri all’interno di un museo fa decadere l’esenzione. I particolari nell’articolo che segue.Nell’esame della questione Ici svolta dal dipartimento delle Finanze, direzione Federalismo fiscale (circ 2/09), vi sono alcuni passaggi di logica stringente, altri – come scrissi la settimana scorsa – che portano a conclusioni inattese. Ricordo che per ottenere l’esenzione Ici servono due requisiti: uno soggettivo (utilizzo da parte di ente non commerciale) e l’altro oggettivo (utilizzo di immobili per lo svolgimento di determinate attività che non devono avere esclusivamente natura commerciale).

La natura commerciale
Concentriamoci sul secondo aspetto, dando per scontato il primo. Quando su questo profilo i diversi governi hanno cercato di dipanare la matassa, l’hanno ulteriormente ingarbugliata (ovvio). Rammento che l’ultima versione di interpretazione autentica è la seguente: l’esenzione «si intende applicabile alle attività ? che non abbiano esclusivamente natura commerciale». Come l’estensore della circolare fa notare, in realtà “tertium non datur”; o un’attività è commerciale o non lo è. E qui entra in un ragionamento che è il seguente. La norma deve essere intesa nel senso per il quale sono le modalità di svolgimento che qualificano la commercialità. Bene. E qui entra ancora più nel dettaglio. Un’attività si qualifica commerciale quando sono presenti gli elementi tipici dell’economia di mercato, identificati nel lucro soggettivo e nella libera concorrenza. E che l’assenza di questi elementi, in aggiunta alla presenza di finalità di solidarietà sociale, qualifica l’attività non commerciale.
Dispiace dirlo, ma c’è una “s” di troppo. Il lucro soggettivo è quello che si riscontra nel caso di divisione degli utili (tra i soggetti partecipanti al sodalizio). Gli esempi che il dipartimento fa sull’attività assistenziale e su quella sanitaria parlano di conseguimento di profitto (aborrito), non di sua destinazione futura. Allora intendevano forse “lucro oggettivo”. Ma tutta la legislazione speciale moderna relativa ai soggetti senza scopo di lucro si riferisce all’assenza di lucro soggettivo, consentendo che possa esserci e perseguito un lucro oggettivo. Fai parte di un ente non profit e non devi avvantaggiarti per i tuoi interessi di una legislazione agevolante, e se te ne avvantaggi, ciò deve essere visibile e comunque contenibile entro certi limiti. Si veda il limite dei compensi agli amministratori per le onlus. Il combinato disposto dovrebbe pertanto essere tra “attività concorrenziale” e assenza di lucro soggettivo. Diamo per scontato il secondo, per semplificazione e per ottimismo (credo ben riposto).

Mostre e bookshop
Per la cultura, è incredibile che si dica che l’attività di vendita di libri all’interno dell’immobile/museo faccia decadere l’esenzione Ici. È chiaro che l’attività di bookshop è residua rispetto all’interesse che il visitatore nutre verso la mostra; si va al museo non per comprare il libro, ma per vedere la mostra. Il bookshop non altera il mercato delle librerie, in quanto è altro oggetto. Vive in simbiosi con la mostra, con il museo. Messo in altro luogo, non avrebbe attrattiva perché decontestualizzato. È attività accessoria, pare evidente. E alla fine, far saltare l’esenzione Ici per la presenza naturale di un bookshop (sul quale comunque l’ente versa tutte le imposte) appare a chi scrive un accanimento esagerato e non motivato. Ministro Bondi, ci dedichi quanto meno una poesia, grazie.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.