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Eluana, la legge si avvicina
Due settimane ancora, e forse il Parlamento varerà le norme sul testamento biologico
La rassegna stampa oggi si occupa anche di:
Eluana, il giorno dopo. I giornali continuano a seguire il caso, approfondendo le prospettive politiche e parlamentari, e il cammino della legge sul testamento biologico. I toni si abbassano, ma le polemiche restano.
Il CORRIERE DELLA SERA (che apre con le elezioni in Israele) dedica alle ricadute politiche del caso Eluana le pagine 8 e 9. Innanzitutto l’invito di Napolitano alla “riflessione comune”, Fini che anche ieri al Tg1 ha continuato a difendere il Colle: «Tutti devono rispettare il capo dello Stato», Berlusconi «descritto molto molto irritato con Fini. «Gasparri intanto», scrive Paola di Caro, che è stato accolto con un applauso alla direzione di An rendendo plastica la distanza che separa oggi il partito dal suo ex presidente, ha anche fatto sapere con una nota ufficiale del gruppo che gli sta arrivando sostegno da mezza Italia». In tema il taglio basso di Fabrizio Roncone dal titolo “Gli arrabbiati non pentiti del Pdl: reato non pensare come il Colle?”, con un Gasparri descritto di «umore eccellente», per tutti gli sms che ha ricevuto. La nota di Massimo Franco dal titolo “Toni da armistizio anche se rimangono tensioni sottotraccia”, sottolinea che «il sospetto è che le tensioni siano rientrate solo temporaneamente».
A pag. 10 il caso Mentana, “Matrix sospesa, Mentana verso Sky. Il premier: primadonna meglio così”. Secondo indiscrezioni da Arcore, infatti, Berlusconi avrebbe detto «meglio liberarci di chi non capisce le nostre esigenze». A pag. 11 un articolo sul successo del Grande Fratello la sera della morte di Eluana, con intervista al ministro della Gioventù Giorgia Meloni che dice: «Non è detto che chi si è appassionato a seguire la battaglia dolorosa di questa ragazza non possa poi passare la serata a sentire altro. C’è chi segue, chi preferisce distrarsi, chi spegne il televisore».
LA REPUBBLICA apre con le dichiarazioni del ministro della Giustizia a Ballarò: “Alfano: Eluana è morta di sentenza”. Anche oggi molto spazio al caso Englaro, fra cui una pagina dedicata all’isolamento all’interno del Pdl del presidente della Camera, Gianfranco Fini (che comunque difende le sue scelte), un articolo sulla legge in commissione: “Vietato lo stop delle terapie mediche testamento biologico davanti al notaio”. Spiega Carmelo Lopapa che il testamento biologico dovrà essere depositato a titolo gratuito da un notaio (portandoci ogni 3 anni il medico di famiglia, pena decadimento), che non sarà possibile nessuno stop all’alimentazione (ieri Rutelli ha votato con il Pdl su questo punto) né sarà possibile attivare o disattivare meccanismi che possano consentire la morte del paziente. Le dichiarazioni però non saranno vincolanti. Al di là della cronaca, tre pezzi variamente interessanti. L’analisi di Alessandro Pace, “Quella legge ancora inutile” (perché anche se approvata non avrebbe potuto produrre effetti vincolanti sui medici che avevano in cura Eluana, giacché adempivano a quanto disposto dalla Corte d’Appello di Milano); la polemica di Edmondo Berselli (“Il Grande Fratello batte la realtà”) e l’intervista di Giuseppe D’Avanzo al presidente emerito della Corte costituzionale (fra i promotori della campagna “Rompiamo il silenzio”, sottoscritta da 165mila cittadini contro il degrado sociale e civile): “Zagrebelsky: «Se il potere nichilista si allea con la Chiesa del dogma»”. Cominciamo da quest’ultimo secondo cui il dialogo sull’etica è impossibile se non si supera lo scontro tra dogmi: «Una legge comune è possibile solo se si abbandonano i dogmi, se si affrontano i problemi non brandendo quella verità che consente a qualcuno di parlare di “omicidio” e “boia”, ma in una prospettiva di carità. La carità è una virtù umana che trascende di gran lunga le divisioni delle ideologie e dei credi religiosi o filosofici. La carità non ha bisogno né di potere né di dogmi, né di condanne, ma si nutre di libertà e di responsabilità. Dico la stessa cosa in altro modo: un approdo comune sarà possibile soltanto se prevarrà l’amore cristiano contro la verità cattolica»; «oggi la politica è succuba della Chiesa, ma domani potrebbe accadere l’opposto».
A pagina 31 riprende invece l’intervento di Berselli sulle dimissioni di Mentana e soprattutto sul comportamento di Mediaset: «le tirate moralistiche non servono a niente. Qui non è questione di buon gusto o di solidarietà corporativa con Mentana… Si resta senza fiato perché ad un tratto la rete ammiraglia della flotta televisiva di Silvio decide di abrogare la realtà, e di rifilare ai telespettatori la finzione esasperata del Grande Fratello»
“Eluana, è morte naturale” titola oggi in prima pagina LA STAMPA. Da segnalare oltre alla cronaca, un approfondimento sul testamento biologico e un’intervista all’arcivescovo Giancarlo Bregantini.
Secondo l’approfondimento de LA STAMPA l’accordo è vicino e tra un mese potrebbe esserci la legge sul testamento biologico. «In Italia ci sono almeno 2mila persone nelle condizioni di Eluana e il governo vuole evitare il ripetersi di casi simili». Al Senato esistono 13 disegni di legge e la maggioranza ha trovato un accordo sul testo che ha come relatore Raffaele Calabrò del Pdl. Ieri a votare la mozione sono stati Pdl, Lega, Mpa, Udc e anche alcuni esponenti del Pd come Francesco Rutelli, Emanuela Baio, Lucio D’Ubaldo, Claudio Gustavino. Entro due settimane si parte in aula, poi il ddl passerà alla Camera e impiegherà non meno di una decina di giorni per essere approvato. Nel testo nutrizione e idratazione sono «forme di sostegno vitale» e «atti eticamente e deontologicamente dovuti», quindi anche quando si è nel pieno delle proprie capacità di intendere e volere non si potrà fare alcuna disposizione su questa materia. Una posizione diversa da quella che lo stesso Pdl aveva nel 2005 quando presentò un testo che non riuscì ad arrivare in aula ma fu votato da tutti i partiti in Commissione Sanità. «Sono vicino a Peppino Englaro che invece di ricorrere a sotterfugi è sempre stato corretto e ha creduto nella giustizia» dice nell’intervista Monsignor Bregantini, per quindici anni simbolo della lotta ai clan nella diocesi di Locri. «Personalmente non avrei trasferito Eluana a Udine, ma non pronucerò mai condanne contro la famiglia Englaro né farò campagne. Di tanti casi simili a quello di Eluana non si è mai saputo nulla perché si sono fatte le cose di nascosto. Al contrario Peppino Englaro, con la sua rettitudine, ha voluto provocare le nostre coscienze, perciò merita rispetto sul piano personale e della modalità di azione. Ci ha posto di fromnte a un macigno enorme sul quale bisogna riflettere». «Ha anche chiesto la benedizione di Eluana, che va accolta con grande misericordia nelle braccia nella Chiesa. Avremmo dovuto camminare di più insieme alla famiglia Englaro, accompagnarla di più in questi anni. Eluana potrebbe essere la nostra mamma, la nostra sorella, una persona a noi cara. Non dobbiamo lasciare sola la famiglia Englaro».
IL GIORNALE apre con “Adesso almeno evitate che ci sia un’altra Eluana”. Dalla pagina 2 alla pag. 13 IL GIORNALE si interroga sul “dopo” Eluana Englaro. A partire dal pezzo di Filippo Facci dal titolo “Lettera da un assassino”. Facci scrive: «Se passa la legge che non prevede la facoltà di sospendere alimentazione e idratazione potrebbe capitare che io finisca in galera per ciò che i legislatori chiameranno omicidio. …Oggi abbiamo la facoltà di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario come per esempio un intervento chirurgico, una trasfusione, un’idratazione, nessuno cioè ci può imporre un trattamento di sostegno o terapeutico che sia. La nuova legge prevede che questa nostra facoltà non ci appartenga più nel momento in cui perdiamo coscienza». I risvolti legislativi alle pagine 6 e 7 partono dalla “Promessa del senato: mai più un malato morirà di sete e fame” e annoverano le tre proposte: Pdl che vuole il divieto assoluto di togliere cibo e acqua, Pd che invece vuole che ci sia il consenso del paziente per il rifiuto delle cure, e quella dell’Idv che si richiama all’art. 32 della Costituzione senza entrare nel merito della alimentazione. Cristiano Gatti torna su Beppino Englaro “Beppino, l’altra faccia del dolore. Né boia, né eroe. Soltanto uomo”. In taglio basso intervista a Stefano Biasoli del coordinamento medici ospedalieri che dice del padre della ragazza «Ha lasciato sola Elu, vivrà nel rimorso». La polemica sul decreto e il rifiuto della frima da parte del Capo dello Stato tiene banco alla pagina 11. Achille Chiappetti, prof. di diritto costituzionale spiega «In assenza di leggi il decreto era giusto».
Il SOLE24ORE analizza la giornata di ieri in Senato dove è stata approvata una mozione del PdL che prevede il divieto di sospensione per alimentazione e idratazione. A votarla, anche 5 esponenti del Pd (tra cui Rutelli) mentre l’altroieri – si nota – erano stati ben 23 i senatori dell’opposizione che avevano dato la disponibilità a votare il ddl “salva-Eluana”. Ne Il Punto, Stefano Folli nota che dopo le polemiche tra Quirinale e Palazzo Chigi è solo tregua in attesa della difficile intesa sul fine-vita (il ddl Calabrò è atteso in aula tra 15 giorni). In un corsivo, si dà conto di un caso Eluana in Corea del Sud: a una donna di 76 in stato vegetativo permanente è stato permesso di morire da un giudice, nonostante, come nel caso Englaro, non esistessero sue volontà scritte in questo senso.
Non si morirà più di fame e di sete, conferma ITALIA OGGI. Mozione della maggiorana approvata col voto di Rutelli. E’ l’essenza dell’analisi relativa alla giornata politica di ieri. A parlare a nome della maggioranza è il ministro Sacconi: «Seguiremo l’iter e rispetteremo l’intesa sulla legge. Entro due settimane si parte in aula e poi sarà il presidente a fissare i tempi certi» ha detto ieri a Montecitorio in merito alla legge per il testamento biologico sottolineando che con il Quirinale non c’è alcuno conflitto. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Gianfranco Fini«penso che dopo le polemiche che ci sono state, sia prevalsa la consapevolezza in tutti di colmare un vuoto legislativo e quindi di discutere in Parlamento in modo approfondito un disegno di legge sul cosiddetto testamento biologico», una legge che, secondo le parole di Veltroni “il paese attende da troppi anni”. Nessuna nota nè dichiarazione invece da parte di Berlusconi. Italia Oggi riporta però che il premier avrebbe invitato i suoi da adesso in poi ad abbassare i toni. E dopo le parole sui buoni intenti cosa succederà? L’iter parlamentare è caratterizzato dall’approvazione a palazzo Madama della mozione della maggioranza sul fine vita che esclude la possibilità di sospendere l’alimentazione e l’idratazione dei pazienti non in grado di provvedere a se stessi. La mozione, su richiesta di Rutelli, è stata votata per parti separate. La premessa ottiene 159 voti a favore, 104 contrari, 3 astenuti. Il dispositivo raccoglie 164 voti a favore, 100 contrari un astenuto. Il dispositivo della mozione di maggioranza ha avuto il consenso anche di quattro senatori del Pd, tra i quali Rutelli, che si sono invece astenuti sulle premesse del testo messo a punto dalla maggioranza ed hanno votato a favore del documento promosso dal loro gruppo. Respinte dunque le mozioni del Pd che chiedeva di lasciare a ognuno la libertà di indicare nel testamento biologico la richiesta di staccare il sondino. E dell’Idv, che si richiamava all’articolo 32 della Costituzione sulla libertà di cura.
IL MANIFESTO apre con la foto di Berlusconi e il titolo “Il Grande Fardello”. L’annuncio dei temi nelle due pagine interne è nel sommario: «Dopo l’autopsia il corpo di Eluana Englaro sarà cremato, ma l’accanimento di Berlusconi non si ferma e diventa progetto politico. Al senato passa la mozione Gasparri sull’obbligo di alimentazione, il governo promette: “Sarà legge in 15 giorni”. Matrix, colpevole di disobbedire, cancellato dal palinsesto». Nel suo editoriale intitolato “Scontro cruciale” in prima pagina Gabriele Polo osserva «Eluana Englaro lasciandoci ha svelato il “gioco” del centrodestra: l’abuso di un corpo umano per fare a brandelli un corpo istituzionale, la Costituzione. Mai prima d’ora il potere era arrivato a un uso così sfrontato della vita e della morte di un individuo per farne terreno di un nuovo paradigma politico. (…) Non sarà una debole e divisa opposizione parlamentare a impedire questo scempio…». Il commento di Norma Rangeri “Il cinismo dello share” è che «La vita è sacra ma fino a una certa percentuale di share. Se gli ascolti, come capita al Grande Fratello, sfiorano gli otto milioni, Eluana capirà». Nelle due pagine interne IL MANIFESTO affronta con due articoli la decisione di arrivare all’approvazione di una legge in due settimane si nota come «Le macerie democratiche sono appena oscurate dalla polemica politica, che ieri non ha raggiunto i toni di lunedì sera. I parlamentari indossano panni un po’ più sobri. (…) Anna Finocchiaro, autrice della mediazione di lunedì notte, quella che porterà all’approvazione di una legge in quindici giorni, si rallegra del fatto che si va “senza ostruzionismo” verso un ritorno a “discutere in parlamento”. Dove il verbo “discutere”, però, è un eufemismo». Sul caso Mentana si legge «Raccontano che la risposta dell’azienda lo ha completamente spiazzato: le dimissioni da direttore editoriale accolte senza batter ciglio prima ancora che venissero formalizzate. (…) Quando ieri, Mediaset annuncia anche la sospensione di Matrix, i giornalisti del Tg5 e del programma indicono un’assemblea aperta ai redattori delle altre testate dell’azienda. E, «fatto che per il Tg5 è quasi un miracolo», raccontano, viene indetto uno stato di agitazione contro “la decisione dell’azienda di sospendere Matrix, realizzata in modi e tempi inaccettabili” e i giornalisti proclamano uno sciopero per il 17 febbraio (…)».
AVVENIRE dedica al caso Englaro l’ennesima copertina: “Eluana, servono risposte”. Il focus, più che sul dibattito politico, è sulla richiesta di trasparenza nelle procedure seguite e sugli esiti dell’esame necroscopico. Sono molti i punti oscuri della vicenda. Dal punto di vista scientifico, si chiedono soprattutto esami tossicologici per verificare i dosaggi dei sedativi e fugare dubbi sulla morte improvvisa. L’ordine dei medici di Udine vuole sentire Defanti sull’attuazione del Protocollo. Un’altra stranezza riguarda le dichiarazioni sull’aspetto di Eluana. Suor Rosangela, che insieme alle altre sorelle ha curato la Englaro per anni alla clinica Talamoni di Lecco, si stupisce di leggere sul Corriere di una donna che pesava 35 chili e il cui volto era deturpato dalle piaghe: «Com’è possibile? Da qui è andata via che era bella, del resto verranno pur fuori le cartelle cliniche, basterà andare a leggere l’ultimo bollettino di Defanti prima della partenza da Lecco», dice (pag. 7 “«Deturpata? Era bella, sette giorni fa». Corpo reso irriconoscibile per le piaghe e la magrezza? L’incredulità di suor Rosangela”). Fra le domande di carattere legale-amministrativo, invece, quella sulla mancata visione del Protocollo per dare la morte a Eluana da parte del Comitato etico dell’Azienda universitaria ospedaliera di Udine, che avrebbe dovuto per legge dare parere vincolante. Nonostante la notifica del presidente Mario Furlanut, la Procura udinese non ha mai fatto pervenire al Comitato il Protocollo. Altre irregolarità sono tate riscontrate dagli ispettori ministeriali, mandati dal ministro Sacconi a interrogare la struttura di ricovero friulana: lo spostamento di Eluana da Lecco a Udine, infatti, pare caratterizzato da «un quadro non chiaro di responsabilità, in quanto ammessa (a La Quiete) con finalità di accudimento». Per trasferire la donna è stato utilizzato un «Piano di asssistenza individuale che prevedeva tra le sue finalità “il recupero funzionale e la promozione sociale dell’assistita”». Infuoca anche la polemica politica (pag. 4, “Terremoto politico in Comune e Regione”), con l’assessore alla salute del comune Antonio Barillari che da le dimissioni. Il sindaco Furio Honsell, confortato dagli altri assessori, poco o nulla ha fatto per trattenerlo. Fra le reazioni dei giuristi, pesantissimo il giudizio di Danilo Castellano, preside della facoltà di Giurisprudenza di Udine: i tedeschi nel ’45 agivano sulla base di leggi inaccettabili. Qui non c’era neppure una legge, solo un decreto amministrativo. Eppure è bastato per mettere in atto la dolce morte.
E inoltre sui giornali di oggi:
ISRAELE
CORRIERE DELLA SERA – Apertura sull’incerto esito elettorale in Israele: “Israele, contesa sulla vittoria”, con Livni e Netanyahu a un pugno di voti di distanza, entrambi reclamanti il governo. Il commento di Antonio Ferrari, che parte dalla prima: «L’uomo che ha regalato alla Livni l’inatteso vantaggio, è sicuramente il laico fondatore di Israel Beiteinu, l’antiarabo e reazionario Avigdor Lieberman, che con la sua campagna di estrema destra ha prosciugato il vantaggio che Bibi Netaniahu aveva sino a pochi giorni fa». Ferrari sottolinea il tracollo dei laburisti «un collasso clamoroso che forse spiega l’enorme distanza tra il generale Barak, il soldato più decorato di Israele, e il suo disorientato e sfiduciato partito. In realtà Barak è stato percepito come un leader più a destra della stessa Livni».
LA STAMPA – Retroscena sul piano Usa per il medioriente raccontato da Maurizio Molinari, corrispondente da New York. Secondo gli esperti di Medio Oriente a Washington «fare la pace con i palestinesi» e «impedire all’Iran di avere la bomba» si profilano come «due pragmatici terreni d’incontro» e il nuovo premier, chiunque sia, avrà di fronte un’agenda che lo porterà a lavoorare in fretta con il presidente Obama. Il nuovo premier verrà presto a Washington a parlare con la nuova amministrazione Usa, prevede il consigliere di Obama sul Medio Oriente Martin Indyk.
IMMIGRATI E SALUTE
LA REPUBBLICA/R2 – “Tra i dottori che curano i fantasmi”. Ettore Boffano riferisce circa i primi effetti del disegno di legge Maroni, non ancora approvato. Gli stranieri irregolari cominciano a non presentarsi più al centro Camminare insieme di Torino. Il calo è del 20%. Alcuni danno nomi falsi. E questo nonostante il centro abbia esplicitato che nessuno verrà denunciato. Alcuni medici hanno messo un cartello: “non faremo i delatori”. In appoggio la storia dell’ecuadoriano Miguel: “Il badante che s’improvvisa dentista «I miei clienti sono gli emarginati»”. Si fa pagare pochissimo, anche a rate sulla fiducia. Ma esercita senza alcun titolo.
LA STAMPA – “E a Torino crollano i ricoveri in ospedale”. Negli ultimi giorni alle Molinette di Torino i ricoveri di immigrati sono calati da una media dell’8% al 3,2%. Al Maria Vittoria gli straieri curati senza tessera sanitaria classificati come Stp è calato del 20%. Al Sant’Anna saldo in negativo di meno 9 persone rispetto ai giorni precedenti l’approvazione della legge che dà a medici e inferimieri la facoltà di denunciare, dopo l’assistenza, gli stranieri irregolari. La Regione Piemonte ha deciso di schierarsi a fianco degli ordini professionali dei medici e del collegio infermieri, i quali hanno attaccato al camice un carellino con scritto “Divieto di segnalazione. Siamo medici e infermieri. Non siamo spie”. Il Trauma Center del Piememonte dichiara: «Non denunceremo nessuno». Iniziativa replicata dal «118» del Piemonte. L’assessore alla salute del Piemonte Eleonora Artesio ha annunciato nei prossimi giorni il lancio di una campagna di comunicazione insieme agli ordini professionali «per cercare di modificare il decreto alla Camera e per spiegare che è possibile farsi curare senza paura di essere denunciati».
IL MANIFESTO – A pagina 7 parla della protesta della Romania giunta alla Farnesina “Bucarest attacca il governo: «Incita alla xenofobia»”. Nell’articolo si legge «La Romania protesta per il modo in cui i suoi cittadini vengono trattati dall’Italia». E il riferimento non è solo agli episodi di violenza nei confronti di rumeni che si sono verificati dopo il drammatico stupro di Guidonia. No, le critiche riguardano anche il governo italiano a cui il ministro degli esteri di Bucarest Cristian Diaconescu chiede ufficialmente di cambiare “linguaggio e toni” quando parla dei suoi concittadini. (…) Per quanto inaspettata la protesta della Romania era in realtà in preparazione da tempo (…) Naturalmente Diconescu non ha difeso i rumeni che infrangono la legge e anzi ha ricordato come nelle ultime settimane Roma e Bucarest abbiano collaborato nei casi di delinquenza compiuti dai romeni (…)».
MALATI
AVVENIRE – In occasione della XVII Giornata mondiale del malato è stato presentato in occasione del convegno promosso dall’arcidiocesi di Trento «Educare alla salute, educare alla vita», un progetto dell’azienda provinciale dei servizi sanitari per prevenire i casi di suicidio, fenomeno «dalle cifre allarmanti» (in Trentino 40 all’anno, cui corrispondo almeno dieci tentativi, non riusciti, cada uno). Oltre alle campagne informative e di sensibilizzazione, il progetto prevede un punto d’ascolto telefonico, con 30 volontari formati, che si alternano 24 ore su 24.
DISABILI
AVVENIRE – Inserto “è lavoro”: nasce una nuova figura professionale, quella del disabilty manager, incaricato di promuovere la semplificazione e la definizione delle responsabilità per eliminare le barriere architettoniche. È una figura inedita per l’Italia ma già diffusa in diversi Paesi. L’introduzione di questa nuova professionalità è sollecitata anche dal Libro bianco per l’accessibilità e l mobilità urbana, realizzato nel 2008 che verrà pubblicato a fine febbraio. Il libro è il risultato di un tavolo di lavoro a cui hanno partecipato fra gli altri, Fish, il ministero della Salute, il Mae, l’Università di Parma, Confindustria, la fondazione Don Gnocchi e la regione Friuli Venezia Giulia.
SCUOLA
IL SOLE24ORE – Intervento di John Elkann, in qualità di vicepresidente della Fondazione Agnelli, sulla qualità della scuola. Dice Elkann: «Il nostro è un paese che troppo spesso si dimentica di premiare merito e senso civico», e «da dove cominciare a cambiare le cose, se non da una migliore qualità della scuola»? Quindi, sottolinea, parliamone, soprattutto per quanto riguarda il secondo ciclo di istruzione e soprattutto per le materie scientifiche. L’intervento del rampollo Fit non è a caso, perché subito dopo ecco la proposta della Fondazione Agnelli per cambiare la scuola: 1) modificare il reclutamento degli insegnanti, abolendo le graduatorie e creando un Albo nazionale da cui i presidi potranno attingere; 2) cambiare la struttura degli stipendi degli insegnanti, introducendo incentivi in base al merito (riferito ala scuola, però, non al singolo, che potrò poi essere premiato dal preside), alle mansioni e (!) alla collocazione geografica. Se passasse questo schema, altro che proteste anti Gelmini…
CRISI
IL MANIFESTO – Intervista all’economista Francesco Daveri, docente di politica economica a Parma e collaboratore della Voce.info. «La festa sembra proprio finita anche per loro. Neppure i salotti del fashion sono immuni dalla grande crisi. E c’è chi teme, ad esempio, che il crollo della griffe Ferrè sia l’inizio di una valanga che si abbatterà sull’alta moda e sul tanto decantato made in Italy», osserva Bruno Perini, estensore dell’articolo al quale Daveri risponde: «La crisi che ha colpito l’occidente ha intaccato fortemente anche paesi come la Russia e questo peserà non poco sui prodotti del made in Italy e su tutti i consumi di fascia alta» e prosegue «Basta guardare qualche cifra per capire che le cose sono cambiate. Se la crescita della Cina cala dal 10% al 5% è evidente, tanto per fare un esempio, che l’imprenditore Diego Della Valle ne risentirà. E con lui tutti quei settori che avevano puntato ai consumi di target molto alto. Dobbiamo renderci conto che il mondo in questi mesi è cambiato e con esso cambierà e non poco il modo di consumare».
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