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IMMIGRAZIONE. Famiglia Cristiana: nel pacchetto sicurezza leggi razziali
L'editoriale del settimanale di questa settimana: «Si è varcato il limite che distingue il rigore della legge dall'accanimento persecutorio
di Redazione
Famiglia Cristiana di questa settimana dedica il suo editoriale d’apertura agli ultimi provvedimenti del Governo sulla sicurezza. Scrive Famiglia Cristiana: “Il soffio ringhioso di una politica miope e xenofoba, che spira nelle osterie padane, e’ stato sdoganato nell’aula del Senato della Repubblica. E dire che Beppe Pisanu, ex ministro dell’Interno con la schiena dritta, aveva messo in guardia circa quella brama di menare le mani, gia’ colpevole attorno ai tavoli del bar. Nessuno ha colto il suo grido d’allarme e l’Italia precipita, unico Paese occidentale, verso il baratro di leggi razziali, con medici invitati a fare la spia e denunciare i clandestini (col rischio che qualcuno muoia per strada o diffonda epidemie), cittadini che si organizzano in associazioni paramilitari, al pari dei ”Bravi” di don Rodrigo, registri per i barboni, prigionieri virtuali solo perche’ poveri estremi, permesso di soggiorno a punti e costosissimo”. ”La ”cattiveria”, invocata dal ministro Maroni, e’ diventata politica di Governo, trasformata in legge -si legge ancora nell’editoriale- Cosi’, questo Paese, gia’ abbastanza ”cattivo” con i piu’ deboli, lo diventera’ ancora di piu’: si e’ varcato il limite che distingue il rigore della legge dall’accanimento persecutorio. Il ricatto della Lega, di cui sono succubi maggioranza e presidente del Consiglio, mette a rischio lo Stato di diritto. La fantasia del ”cattivismo” padano fa strame dei diritti di uomini, donne e bambini venuti nel nostro Paese in fuga da fame, guerre, carestie, in attesa di un permesso di soggiorno (a margine: che credibilita’ ha il progetto di un’Italia federalista in mano alla Lega?)”. ”Eppure, nessuna indignazione da parte dei cattolici della maggioranza, nessun sussulto di dignita’ in nome del Vangelo: peccano di omissione e continuano a ingoiare ”rospi” padani senza battere ciglio, ignari della dottrina sociale della Chiesa”. E conclude: “La Lega, invece, esulta. Finalmente, il ”bastone padano”, evocato da Borghezio nel 1999, oggi e’ strumento d’ordine autorizzato dal Parlamento”, conclude l’editoriale. (
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