Economia

MICROCREDITO. Aumentano le richieste delle famiglie

Il 50% delle richieste giunte all'associazione Micro-Bo provengono da cassintegrati. In crescita anche le richieste di imprese escluse dal credito tradizionale

di Redazione

Prestiti erogati non i base a garanzie economiche ma a rapporti fiduciari. E’ il microcredito, attivato dal 2004 nel territorio della Provincia di Bologna dall’associazione ‘Micro-Bo’ che, da oggi, e’ convenzionata anche con il Comune del capoluogo emiliano. Il microcredito, nato per dare un’opportunita’ agli imprenditori che necessitano di piccole somme, ma sono per svariati motivi tagliati fuori dall’accesso al credito bancario, e per sostenere le famiglie alle prese con difficolta’ temporanee, si rivela oggi anche un aiuto per i lavoratori colpiti della crisi economica. L’associazione, che dal 2005 al 2008 ha erogato 743.700 euro, in 150 finanziamenti diversi (di cui 120 alle imprese e una trentina alle famiglie), ha visto negli ultimi mesi una vera e propria impennata delle richieste provenienti da chi ha perso improvvisamente la propria fonte di reddito. “Negli ultimi mesi – ha spiegato Giulia Vichi – il 50% delle richieste di microcredito giunte dalle famiglie sono state avanzate da lavoratori cassaintegrati”. Ma le cose sono cambiate anche per le imprese. “Sono cresciute moltissimo – ha aggiunto Vichi – le domande fatte da imprese che prima potevano accedere al credito bancario e che ora, invece, si sono viste chiudere questo canale”. Non solo. Se nel 2007 le domande di microcredito presentate dagli italiani erano meno del 5%, a fronte di una quota superiore al 10% presentata dagli stranieri, nel 2008 la quota delle richieste di liquidita’ firmate dagli italiani e’ schizzata oltre il 25% (a fronte di una percentuale stabile degli stranieri).

Nel dettaglio, nel corso di 4 anni, ‘Micro-Bo’ ha erogato 55.400 euro di ‘Microcredito di emergenzai’ (il canale a tasso agevolato, riservato alle famiglie che devono fronteggiare un conguaglio, un deposito cauzionale imprevisto, o che sono alle prese con una malattia, un lutto o alla perdita di lavoro) e 688.300 euro di ‘Microcredito alle imprese’, di cui il 18% gestite da donne e il 50% da stranieri. Piu’ nello specifico, tra gli imprenditori che si sono rivolti all’associazione, il 28% risultava disoccupato prima del finanziamento, il 40% lo ha chiesto in fase di start-up, il 59% nel campo del commercio, il 30% in quello dell’artigianato e l’11% nei servizi. In media, sono stati erogati 5.700 euro per volta, ma comulando le richieste sono stati prestati anche 15.000 euro. Se nei primi due anni, le insolvenze sono state pari al 25%, affinando i propri strumenti, l’associazione e’ riuscita a ridurre questa quota all’attuale 6%. L’intero sistema, guidato dal presidente dell’associazione Mauro Checcoli, si basa sula disponibilita’ data per prima dalla Banca di Bologna nel 2004. Presso questo istituto di credito, 20 noti imprenditori bolognesi hanno costituito un fondo di garanzia (cui l’associazione e’ riuscita a non dovere mai ricorrere). Successivamente ha aderito al progetto anche l’Emilbanca che, insieme alla Banca di Bologna, eroga materialmente i prestiti. Al progetto hanno creduto poi anche le fondazioni Carisbo e Del Monte che intervengono in particolare per progetti legati al diritto allo studio, i 21 Comuni della pianura Est e Ovest che hanno messo sul piatto complessivamente un fondo di garanzia di 37 mila euro a sostegno dei prestiti di emergenza e la Provincia di Bologna.

Da oggi, come ha spiegato in conferenza stampa l’assessore alle Attivita’ Produttive e al Commercio di Palazzo D’Accursio Maria Cristina Sant’Andrea, anche il Comune di Bologna ha firmato la convenzione con l’associazione. Per il momento, pero’, non e’ ancora attivo in citta’ il prestito alle famiglie, per il quale serve la costituzione del fondo di garanzia comunale. Il principio che soggiace a tutto il meccanismo, invece, e’ quello della fiducia. “Quando valutiamo una domanda – ha spiegato Vichi – cerchiamo di capire quali garanzie morali ha la persona che abbiamo di fronte, valutando la disponibilita’ in questi termini dei suoi amici e parenti, ma anche quanto ci tiene alla sua reputazione e quindi quanto sara’ interessato a restituire il prestito e, ovviamente, la capacita’ del progetto di produrre reddito”. Nessuna valutazione economica dunque, ma piu’ che altro un sistema di valutazione simile a quello del ‘prestito sull’onore’. 

E’ stato questo il caso, racconta ancora Vichi, “del giovane disoccupato pugliese di circa 30 anni che 3 anni fa ci chiese e ottenne un prestito per rilevare un negozio di pane e pasta. Oggi il suo negozio va a gonfi vele, ha sempre nuovi prodotti e ha in funzione un servizio di consegne a domicilio degli anziani del quartiere. Il prestito e’ stato restituito e il giovane ha quasi finito di pagare la licenza delle sua attivita’ che e’ sana e va avanti”. Storie simili quelle di un marocchino, padre di 4 figli, che fu licenziato in tronco da una ditta di trasporti e che oggi lavora in proprio con un camion di sua proprieta’ e di un 40enne peruviano che ha aperto un negozio da calzolaio. Ma non finisce qui. L’associazione offre anche servizi di consulenza gratuita, tramite la disponibilita’ di 15 esperti che offrono il loro tempo e le loro competenze a titolo gratuito. Oltre all’attivita’ costante di tutoraggio delle persone che hanno ottenuto i presititi, Micro-Bo organizza corsi sul risparmio e un servizio di assistenza al bilancio familiare. Un’attivita’ per la quale, servono nuove forze, anche nell’ottica di rafforzare il progetto. Per questo l’associazione lancia un appello per trovare nuovi volontari che vogliano rendersi disponibili per far crescere Micro-Bo.


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