Formazione

DS: Fassino “La guerra non e’ inevitabile”

In preparazione alla Internazionale socialista il leader dei DS si pronuncia in favore del processo di pace

di Redazione

“Per questo noi non ci rassegniamo – ha scandito Fassino – la guerra non e’ inevitabile, anche perche’ la risoluzione 1441 dell’Onu non prevede alcun automatismo nell’eventuale ricorso all’uso della forza”. L’invito che il segretario della Quercia ha rivolto a tutti i partiti dell’Internazionale Socialista e’ quello di ribadire “l’impegno a sostenere tutte le iniziative dell’Onu perche’ le ispezioni in Iraq siano libere e vere, utilizzando tutto il tempo necessario, perche’ ogni armamento vietato venga distrutto, perche’ Baghdad applichi le risoluzioni dell’Onu e cosi’ alla crisi irachena si dia soluzione politica e si eviti una nuova guerra”. Sullo stesso piano di emergenza Fassino pone la crisi in medio Oriente. “Per spezzare la spirale di violenza e terrorismo che da anni insanguina” quella zona del mondo occorre una “forte iniziativa” fondata sulla convinzione che “nessuna pace e’ possibile” al di fuori della logica di “due Stati per due popoli”. Venendo ai temi legati alla globalizzazione e alle sue dinamiche, ricordando che il consiglio generale dell’Internazionale si svolge alla vigilia di due importanti appuntamenti quali la conferenza economica di Davos e il Forum mondiale di Porto Alegre, Fassino ha insistito sulla necessita’ “di dare alla globalizzazione una guida che renda il mondo piu’ giusto e piu’ libero”. Infatti la globalizzazioen “non e’ neutra” ma “assume caratteri e contenuti ben diversi a seconda dei valori che la ispirano”: puo’ “offrire gigantesche opportunita’” ma allo stesso tempo “comporta grandi rischi”. L’impegno dell’Internazionale Socialista, per Fassino, deve essere innanzitutto quello di rafforzare poteri, competenze, funzioni delle istituzioni internazioanli, innanzitutto dell’Onu ma anche del Wto (commercio), dell’Oit (lavoro), dell’Oms (sanita’), dell’Fmi e della Banca mondiale. “Nel Novecento la sinistra con le sue lotte – ha sottolineato nel suo intervento – e’ riuscita a ‘civilizzare’ il capitalismo nazionale. Lo ha fatto conquistando, in ogni Paese, suffragio universale, diritti e stato sociale: oggi in questo nuovo secolo, l’obiettivo deve essere ‘civilizzare la globalzzazione’, lottando perche’ siano globali non solo la produzione, gli scambi, la comunicazione, ma lo siano anche la pace, la democrazia, i diritti, le opportunita’ di vita, la sicurezza di ciascuno e del mondo”.


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