La determinazione, nel sociale, e la nuova definizione, nel sanitario, dei livelli essenziali di assistenza, che l’art. 117 della Costituzione demanda alle istituzioni nazionali, stanno scontando diversi ritardi. Questa lentezza, per certi versi connaturata con la complessità della problematica e con la necessità di individuare poste specifiche di bilancio, ha alimentato, sia pur involontariamente, differenze territoriali ormai divenute delle vere e proprie disparità per quanto concerne la quantità e la qualità dei servizi offerti. In assenza di un aggiornamento nazionale costante o di una (ri)definizione puntuale centrale, le differenze si sono ampliate anche a seguito del riparto di competenze (in via esclusiva per le politiche sociali e in via concorrente per quelle sanitarie); e per le riduzioni nei trasferimenti agli enti locali ed i conseguenti ritardi nei pagamenti. Il disegno di legge governativo sul federalismo fiscale speriamo riesca a traghettare il sistema dei trasferimenti sui “costi standard” e stabilire il quadro per la fiscalità locale, da compensare, peraltro, con meccanismi di solidarietà tra territori.
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