Non profit

finalmente si realizza un sogno: un centro cardiologico in camerun

Bene il 2008, ma il 2009 «sarà il nostro anno», dicono dall'associazione

di Redazione

Sarà inaugurato a novembre un reparto all’avanguardia, dove saranno realizzati cento interventi l’anno, soprattutto su bambini. Una difficile
scommessa vinta
grazie ai volontari,
tra cui tanti professionisti«Facendo un bilancio dei risultati raggiunti, possiamo ritenerci molto soddisfatti del 2008», afferma don Claudio Maggioni, presidente di Cuore Fratello onlus. Grandi passi avanti sono stati fatti nell’ambito del progetto Camerun, la più grande scommessa dell’associazione: dalla prossima estate, infatti, sarà operativo un centro di cardiochirurgia, dedicato prevalentemente ai bambini, operante all’interno del St. Elizabeth General Catholic Hospital di Shisong, gestito dalle suore Terziarie francescane di Bressanone, partner nel progetto insieme all’associazione Bambini cardiopatici nel nondo.
Il 2008 ha visto il completamento della struttura, oltre all’installazione di buona parte degli impianti. Il centro, che sarà ufficialmente inaugurato il 17 novembre di quest’anno, sarà in grado di effettuare almeno cento interventi di cardiochirurgia all’anno, oltre ad almeno 300 diagnosi e interventi di emodinamica.
Nell’attesa che il centro diventasse operativo, dal 2003 a oggi i bambini più gravi sono stati fatti arrivare in gruppi, operati al Policlinico San Donato,e accolti nelle case d’ospitalità di Cuore Fratello. Nel 2008 sono stati operati tre gruppi di giovani cardiopatici: in tutto 20 bambini che vanno a sommarsi ai precedenti, per un totale di ben 114 pazienti curati. Cuore Fratello ha inoltre continuato nel suo impegno di provvedere all’ospitalità degli infermieri camerunesi in formazione, che lo scorso anno sono stati cinque. Nel corso dell’anno l’associazione ha sostenuto 12 microprogetti salute: ha cioè aiutato 12 bambini e ragazzi gravemente ammalati – provenienti da Paesi in via di sviluppo e senza opportunità di cura nel loro Paese – facendoli arrivare in Italia, ospitandoli e curandoli grazie al gruppo dei volontari, fino al ritorno a casa. Il tutto a loro spese.
Altrettanto importante l’attività di accoglienza e sostegno alle persone che si trovano a vivere la dura esperienza della malattia; attraverso il progetto Ospitalità, nel 2008 Cuore Fratello ha accolto nelle case che gestisce (a fronte di una minima offerta) 191 persone arrivate da lontano per assistere i parenti ricoverati, e che hanno usufruito così non solo di una sistemazione, ma anche del sostegno materiale e morale dei volontari. Un’attenzione particolare è rivolta ai genitori che si trovano ad affrontare la malattia del proprio bambino ricoverato al Policlinico San Donato: grazie al progetto Filippo, nell’anno appena concluso sono state aiutate sei famiglie che hanno vissuto quest’esperienza.
«Il 2008 è stato fondamentale, ma l’anno di Cuore Fratello sarà il 2009», conclude don Claudio, «non solo perché il sogno del progetto Camerun diventerà realtà, ma anche perché potremo aiutare tanti bambini: grandi e piccoli progetti che affrontiamo con un grande cuore».

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