Formazione
Non sarà un sms a educare i genitori
Un docente giudica la proposta dei messaggi anti assenze
«Chiunque abbia incontrato, all’università,
il frutto dell’educazione impartita degli ultimi
15 anni sa che non bastano gli sms per convincere i genitori a fare i genitori»
Un sms ai genitori se il figlio è assente, questa l’ultima proposta di Maria Stella Gelmini. A prima vista, una trovata perfetta: tecnologica, tempestiva, efficiente. Come la pagella online, il 5 in condotta e la campagna contro i professori “fannulloni”. Bigiare la scuola non sarà la via più diretta per andare ad Harvard e poi conquistare il premio Nobel, ma fa parte dello sforzo per diventare grandi, come la prima sigaretta o il primo bacio. È un’ossessione contemporanea quella di reprimere comportamenti innocui, spazi di libertà di cui tutti gli adulti attuali hanno goduto.
In realtà, il ministero e le scuole vogliono soltanto evitare problemi, scaricarsi la coscienza con un sms, fingere che gli adolescenti siano un problema di mamma e papà e non loro. E l’iniziativa è tanto più assurda quanto il messaggino automatico sarebbe diretto proprio a quei genitori che negli ultimi anni hanno aggredito verbalmente, e talvolta fisicamente, gli insegnanti che cercavano di instillare un po’ di scienza e coscienza nei loro rampolli. Sono le mamme che difendono i loro pargoli che hanno devastato la scuola, o magari assalito le compagne di classe. Sono i padri che minacciano i presidi per le insufficienze delle figlie, o fanno ricorso al Tar contro le bocciature. Sono le famiglie unite a pretendere per i loro neghittosi adolescenti, cresciuti a magliette Fiorucci e telefonino, un diploma di maturità che apra loro le porte del mondo del lavoro, o dell’università, quando non sono capaci neppure di trovare la Spagna sulla carta geografica (tanto ci pensa Ryanair a portarli a destinazione).
Chiunque abbia un minimo di rapporto con la scuola sa che sono le mamme a firmare le giustificazioni per le assenze al primo accenno di “mal di testa”, o di un’interrogazione sgradita. E chiunque abbia incontrato, all’università, il frutto dell’educazione impartita negli ultimi 15 anni sa benissimo che non bastano gli sms per convincere i genitori a fare i genitori, invece che i fratelli maggiori dei loro figli, ignoranti e contenti di esserlo.
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