Politica

Eluana, la saggezza di Napolitano

Appello al Parlamento per una legge sul testamento biologico

di Franco Bomprezzi

La rassegna stampa oggi si occupa anche di:

La vicenda di Eluana Englaro è affrontata oggi con grande ampiezza dai giornali italiani, che con accenti e toni diversi cercano di rispondere ai dubbi e ai quesiti di tutti. Intanto il presidente Napolitano spinge il Parlamento a prendere in mano con decisione la legge sul testamento biologico.

Partiamo dal CORRIERE DELLA SERA. Sul caso di Eluana Englaro il presidente della Repubblica invoca una legge sul testamento biologico («In italia nessuno ha mai parlato di introdurre l’eutanasia. Ma il vuoto legislativo, colmato dalla sentenza della Cassazione, va superato in modo definitivo»). Il CORRIERE titola in apertura: “Eluana, il Colle chiede una legge”. Intanto si apprende che il distacco dell’alimentazione è previsto fra tre giorni. I servizi vanno da pag 2 a pag 6. Marco Imarisio dalla prima firma il ritratto di Eluana sulla base della testimonianza del medico Amato Da Monte che seguirà Eluana nella clinica di Udine. Fin dal titolo si cerca di connotare il personaggio: “Il medico, bocconiano con l’orecchino: «lei non è più quella delle fotografie»”. Da Monte ha accompagnato Eluana nel viaggio da Lecco a Udine: «la cosa più angosciante, che mi ha accompagnato per tutto il percorso, è stato toccare con mano la grossa diversità che c’è stata fra il vissuto e la realtà…Ho provato un dolore immenso per questa ragazza, che ci è stata presentata nel fiore della giovinezza, piena di gioia di vivere. Mi sono trovato davanti una persona completamente diversa dall’immaginato che ognuno di noi si era creato». Nel resoconto di pag 2 il CORRIERE spiega come dieci guardie blindino gli accessi alla stanza di Eluana. Mente si organizzano veglie di preghiera e davanti alla casa di riposo l’associazione Luca Coscioni del Friuli abbia dato vita a un sit- in. Il vaticano: inconcepibile uccidere così una persona. Largo, poi, il ventaglio dei commenti. Si parte dallo scrittore Sebastiano Vassalli: «Non riesco a capire chi ha torto e chi ha ragione, come si fa ad avere certezze in un senso o nell’altro? Bisognava avere l’umiltà di fermarsi» a Gianfranco Fini: «Quale e dov’è il confine fra un essere vivente e un vegetale? Penso che solo i genitori abbiano il diritto di fornire una risposta e avverto il dovere di rispettarla» fino a Gianni Vattimo. “Il mio compagno voleva farla finita. Ma morì in viaggio fra le mie braccia”. Infine, immancabile, un servizio sulle presunte o probabili – a seconda del punto di vista – sofferenze di Eluana. Nessuna risposta: per sospendere la nutrizione ci vorranno 15 giorni. Esperti diametralmente divisi su come reagiranno il cervello e il corpo. 

LA REPUBBLICA apre con “Englaro silenzio su mia figlia” e dà conto delle diverse prese di posizione dopo il trasferimento a Udine della donna. Ovviamente il Vaticano ribadisce la sua contrarietà, più sfumata la posizione di Fini («rispettiamo la famiglia»). Nelle pieghe della cronaca c’è spazio per il retroscena descritto da Claudio Tito: “Ma Berlusconi dice no al decreto per salvarla  «Non possiamo rischiare un conflitto tra poteri»”. Il premier, incalzato dai cattolici del Pdl, in primis da Sacconi, avrebbe pensato di fare un decreto per Eluana, risolvendosi alla fine (nonostante le pressioni da Oltretevere) di non fare nulla. Il Quirinale non avrebbe gradito mentre un sondaggio recente dice che gli italiani in maggioranza non si schierano  a favore del mantenimento in vita di Eluana. Da qui deriverebbe la inconsueta delicatezza istituzionale…A pagina 4 il quotidiano diretto da Ezio Mauro dà conto del parere dei medici (“Due settimane di agonia ma senza dolore”) e pubblica un interessante pro/contro fra Mario Riccio (anestesista che seguì Welby) e Marco Pierotti (Associazione medici cattolici). Per il primo Eluana non soffrirà (come tutte le persone in stato vegetativo le sue funzioni superiori del cervello sono intaccate) per il secondo nessuno può dirlo con certezza. Ci si può risvegliare? Assolutamente no per Riccio, ci sono decine di casi di risvegli per Pierotti….

“Testamento biologico, in Parlamento si prepara lo scontro” è il titolo di una interessante spalla de IL SOLE 24 ORE, cui si affianca un articolo di cronaca pura e semplice della giornata di ieri. Secondo il SOLE dunque in Senato il pdl Calabrò, che sintetizza i vari testi sulle dat, non avrà vita facile, anche perché scompaginerà gli schieramenti: parte del Pd infatti è d’accordo e parte del Pdl si dissocia. Le previsioni e gli appelli a fare in fretta quindi non saranno rispettati: difficilmente il testo definitivo vedrà la luce – al Senato! – prima dell’estate, poi c’è la Camera. Quindi tempi lunghi e discussioni infinite.

LA STAMPA punta il titolo di apertura sulla “rivolta dei cattolici” come recita il titolo. L’editoriale è affidato a Barbara Spinelli, che la butta molto sul mistico: “L’ora della nostra tristezza” è il titolo. L’idea di fondo è che quello che sta accadendo sia giusto, ma che comporti una grande tristezza. «Quando s’affievoliscono fede e speranza si può sempre amare: in particolare il sofferente, il morente». Chiude La Spinelli, augurandosi il silenzio sottile conme quando nella Bibbia Dio parla ad Elia: «Siamo tutti egualmente confusi, sperduti, assetati, poveri di parole».  Da sottolineare la costruzione della prima pagina della Stampa: sotto il titolo su Eluana appare una gigantesca foto della avvenente hostess del grande fratello. La confusione è grande in pagina… All’interno il giornale è ampiamente schierato per la scelta del padre. Emblematico il taglio basso: “Si stacca la spina 18mila volte all’anno” (ma non è il caso di Eluana…).

Anche oggi AVVENIRE lancia in prima pagina la vicenda Englaro, a cui dedica ampio spazio (sei pagine). Nella prima (pag. 3) c’è un’intervista a Margherita Coletta, la vedova del carabiniere assassinato a Nasiriyah nel 2003, che da qualche tempo andava a trovare Eluana alla casa di cura Beato Talamone e ora racconta il suo rapporto con la donna e con il padre: “Vi racconto Beppino ed Eluana”. Una pagina dà voce alle reazioni della chiesa, attraverso le dichiarazioni del cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari («Quanto sta accadendo è un atto di anti-umanesimo»), monsignor Pietro Brollo, arcivescovo  di Udine («Quanti hanno chiaro di essere al cospetto di una persona vivente non esitino a esigerne la tutela. Quanti dubitano si astengano»), monsignor Mariano Crociata e l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi. Compatto a Udine lo sdegno della gente e mentre monta la protesta della società civile – prendono posizione il Forum delle Famiglie, Scienza e vita, i volontari del Movimento per la vita e del centro culturale Giovanni Paolo II di Tolmezzo -, spunta l’ipotesi di una «regia politica occulta» per l’arrivo di Eluana a Udine. Gianfranco Moretton, capogruppo del Pd in consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, condivide i sospetti dei vescovi e chiama in causa il presidente della Regione Renzo Tondo e il senatore Soro (di Forza Italia), amici della famiglia Englaro. Ma c’è lo zampino anche del sindaco Furio Honsell (Pd), che tanto ha insistito per convincere la clinica ad accogliere Eluana. Intanto, il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Edouard Bellaman (Lega), auspica l’intervento di un giudice che privi Beppino Englaro della tutela legale. Nasce, invece, un fronte bipartisan perché il governo intervenga con un decreto d’urgenza. Il ministro Sacconi crede sia «doveroso avere comprensione verso il dramma della famiglia, ma è altrettanto doveroso porsi interrogativi circa le caratteristiche di questa specifica vicenda». All’intervento di Napolitano che chiede una normativa sul fine vita, AVVENIRE dedica un articolo piuttosto breve a pagina 7. Le parola del Presidente della Repubblica trovano sponda in commissione Igiene e sanità, dove ieri è ripresa la discussione sul testo base predisposto dal relatore Raffaele Calabrò.

IL GIORNALE intervista Luciano Gattinoni, primario di anestesia al Policlinico di Milano che sottolinea come la morte per sete e fame sia fra le più atroci. Al giornalista che fa presente che secondo alcuni Eluana non sentirà nulla Gattinoni afferma invece che nessuno può dire ciò perchè nessuno lo sa davvero. «Per certo sappiamo che Eluana non ha una percezione del dolore come la nostra, ma da qui a dire che morirà senza provare alcuna sensazione ne corre di strada». rispetto ai farmaci che pare siano somministrati, come saliva artificiale, Gattinoni dice: «Queste pratiche mi sembrano solo un modo per mettersi al sicuro esteticamente, un palliativo per l’opinione pubblica e per i medici che entreranno in quella stanza». intervista a mons. Fisichella di Andrea Tornielli che dice: «Parliamo di stato vegetativo, ma Eluana non è un vegetale, è un persona. Possiamo giocare con le parole, la realtà non cambia: vogliono far morire di fame e sete una giovane che respira». Alla domanda “la famiglia chiede il silenzio Fisichella risponde sottolineando il paradosso: «Hanno voluto i riflettori e ora chiedono il silenzio? Non ci possono chiedere di stare zitti». Sulla legge sul fine vita: «La legge non considera alimentazione e idratazione, ma come un sostegno vitale che non può essere negato. In mancanza di una norma la magistratura non doveva emettere una sentenza e rimandare la questione al Parlamento perchè legiferasse». IL GIORNALE pubblica nella sezione Milano (pag. 41 e 48) una lettera di mons. Dionigi Tettamanzi che si rivolge alle suore che sino a ieri accudivano la giovane. Il titolo dato alla lettera è “Eluana? io l’ho vista ed è viva”.

IL MANIFESTO dedica a Eluana l’apertura, con una vignetta di Vauro che non lascia dubbi. L’omino che grida “Scappa Eluana, scappa!” e dietro un gruppo di ecclesiastici arrabbiati che corrono protendendo minacciosamente le mani… L’editoriale in prima è affidato al teologo Brunetto Salvarani “Politica e pietas”: «Ammetto che personalmente provo perplessità di fronte all’interruzione dell’alimentazione e che se mi trovassi in una condizione simile, vorrei rimanere al mio posto: senza accanimento terapeutico, ma intendendo sperimentare fino in fondo l’esistenza. Il fatto è che ora non si tratta di me ma di lei, e quanto per me è un valore potrebbe non esserlo per lei (e per i suoi). (…) Resta il dato non più eludibile per cui lo stato laico è convocato a produrre, prendendo spunto dalle etiche plurali dei suo cittadini, un diritto unico, che riconosca secondo giustizia la possibilità di vivere e morire alla luce della propria concezione del mondo. E custodendo ferma la distinzione fra etica e diritto (…) Genitori, mariti, mogli e figli chiedono umanità insieme a una legge adeguata che eviti gli arbitrii sempre possibili in sua assenza.  Sapranno, la migliore cultura cattolica e la migliore cultura laica di questo Paese sempre più percepito come un’accozzaglia di branchi decerebrati, venire incontro a tali esiegenze, altissime eppure semplicemente umane?». I servizi sono alle pag.5-6 dove segnaliamo un intervento molto duro di Ermanno Genre, professore di teologia della Facoltà valdese, che attacca la chiesa cattolica, «una chiesa che non rispetta al suo interno i principi della democrazia e pretende di dare lezioni di umanità a un intero paese». Genre segnala che in Germania esiste, dal 1999, un testo comune di cattolici e protestanti “Disposizioni cristiane del paziente”, firmato anche dal presidente della Conferenza Episcopale tedesca in cui si dice, tra l’altro che, in caso di assenza di capacità di esprimere volontà «non si deve applicare alcun intervento che prolunghi la vita se si accerta che ogni intervento per mantenere la vita è senza prospettiva di miglioramento e prolungherebbe soltanto il morire». Si domanda Genre: «come mai ciò che per la stessa Chiesa è possibile in Germania non può esserlo in Italia?».

Originale articolo di ITALIA OGGI che, in merito alla vicenda Eluana,  ha lasciato sfogare  i propri lettori dal suo gruppo “Fan di Italia Oggi” su Facebook.  Ne è emerso tanto rispetto, tanti dubbi e poche certezze. Giorgio, ad esempio, staccherebbe la spina a chi stacca la spina di Eluana; Per Anna invece, non si tratta di omicidio perché Eluana è morta 17 anni fa.  Enzo afferma che se Eluana potesse ringrazierebbe chi stacca la spina. Non ha dubbi Michela: E’ omicidio. La morte di una persona fisica causata da un’altra persona fisica è omicidio. Roberto invece scrive solamente: il silenzio degli sciacalli.  Molti degli intervenuti hanno sollecitato la politica a starne fuori.  E questo proprio quando, ieri sera, il presidente della Repubblica è intervenuto per sollecitare un dibattito in parlamento sul testamento biologico. Che è cosa ben diversa dall’eutanasia. «Il Parlamento del Lussemburgo» ha ha detto ieri il capo dello Stato «ha approvato una legge che regolamenta l’eutanasia attiva, in Italia invece si discute della necessità di una legge che introduca il testamento biologico. Nel Parlamento italiano non è all’ordine del giorno nessuna proposta di legge sull’eutanasia».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

NON PROFIT

CORRIERE DELLA SERA – Approvato il rapporto sull’economia sociale nella Ue – terzo settore in crescita ovunque. Occupati in Aumento. Il CORRIERE DELLA SERA  se ne occupa nel focus quotidiano. Il quotidiano che parla di “no-profit”, invece che di non profit spiega come in Europa il settore secondo stime approssimative comprende ormai 2 milioni di imprese con il 6% dei posti lavoro. In Italia per ogni associazione che ha cessato le sue attività, ne sono in media nate altre dieci. L’intervista di appoggio dà voce al vicepresidente vicario del Cev (centro europeo del volontariato) Renzo Razzano: «Le istituzioni sono portate a considerare il volontariato una stampella a basso costo». 

 

VIOLENZE SESSUALI

LA STAMPA – Intervista a Adolfo Ceretti, criminologo della Bicocca di Milano. Davanti alla questione della punizione per gli stupratori dice: «Il carcere è necessario ma un carnefice non potrà mai capire fino in fondo il dolore che ha inflitto se, in un contesto gestito da esperti, non incontrerà in carne ed ossa la sua vittima, Solo così potrà arrivare a sentirsi responsabile dello strazio che ha provocato».

 

NEGAZIONISMO E CHIESA

LA REPUBBLICA – “«Ratzinger faccia chiarezza» Shoah, l’affondo della Merkel”: Andrea Tarquini riferisce della richiesta del premier tedesco, che non è «solita intervenire nelle quesioni inerenti alla Chiesa» ma pure è convinta che «la negazione dell’Olocausto non debba avere spazio». L’invito a Benedetto XVI è dunque di parlare apertamente e chiaramente. Dal Vaticano si risponde gelidamente: non c’è nulla da chiarire («è dal 2005 che il Papa si è espresso sull’Olocausto in maniera inequivocabile», ribatte il portavoce padre Lombardi).

IL SOLE 24 ORE – Cosa c’è dietro il caso Lefebvre? Se lo chiede in un pezzone Carlo Marroni, che si risponde così: le tempeste esterne che coinvolgono sempre più spesso il Papa sarebbero l’effetto di una «governance debole», ovvero di incroci di potere diversi che alla fine creano confusione e aprono il fianco ai pasticci mediatici.  Secondo il SOLE, Ratzinger non ama la gestione e delega quasi tutto a Tarcisio Bertone, che non è un diplomatico, e si circonda di non-diplomatici; inoltre ci sarebbero alcuni esponenti della “vecchia guardia” wojtylana che certo non avvisano quando vedono all’orizzonte qualche scivolone. Addirittura, nel caso dell’intervista al negazionista Williamson sarebbe andata così: «nessuno dentro le mura vaticane sapeva dell’intervista, custodita da qualche organizzazione ebraica che (legittimamente) monitora tutto ciò che esce sulla stampa mondiale e che l’ha tirata fuori alla vigilia del decreto».

 

DETENUTI

IL GIORNALE – A pag. 17 “I detenuti romeni costano 400mila euro al giorno”. Si tratta di un focus sui 2723 detenuti della Romania. Faccia a faccia fra Granzotto che firma un fondo “Bucarest si riprenda le sue canaglie” e Mario Cervi “No, là i loro crimini sarebbero impuniti”. A pag. 41 la notizia dell’entrata in vigore delle nuove regole sui campi nomadi “Stretta sulle regole: coprifuoco alle 22 e affitto per i rom”.

 

ROM

AVVENIRE – “Un memoriale per gli zingari” (inserto Agorà). Dopo anni di diatribe, la prossima estate a Berlino sarà inaugurato un monumento per ricordare l’eccidio nazista. Il progetto della costruzione è dell’architetto ebreo Dani Karavan.

 

MIGRANTI

IL MANIFESTO – A pag.9 un reportage dagli Emirati “Gli schiavi di Dubai”, sulla manodopera a bassissimo costo che ha fatto la fortuna, insieme al petrolio, del piccolo emirato. Sono l’80% della popolazione, quasi tutti asiatici, «si indebitano per fare il viaggio, non riescono mai a saldarlo e restano intrappolati nel sistema del kafala, il padronato che requisisce i passaporti e fornisce baracche e lavori malpagati». C’è una ong che si chiama Mafiwasta, che si occupa proprio di cercare di migliorare le condizioni di questi lavoratori “fantasma”.

 

EUROPA E ALIMENTAZIONE

LA REPUBBLICA – “Yogurt, spremute e merendine l’Ue indaga sul «cibo dei miracoli»”. Alberto D’Argenio da Bruxelles riferisce circa la decisione della Commisisone Europea di aprire un’inchiesta sulle mirabolanti promesse della pubblicità, partendo da un regolamento approvato nel 2006 e la cui applicazione potrebbe portare alla scomparsa dei brand che puntano tutto sul binomio salute e linea. Le prime sentenze sono previste per luglio (attualmente l’agenzia di Parma sta esaminando i prodotti i cui fascicoli poi saliranno a Bruxelles).

 

IRAN

IL GIORNALE – Prima puntata di un reportage da Teheran dell’inviato Stenio Solinas: il titolo sintetizza il senso “Teheran,ora il regime teme le donne”. 

 

OBAMA

Il SOLE 24 ORE – Sott’occhio (e con occhio piuttosto critico) le prime mosse del nuovo presidente Usa. L’apertura è infatti per le critiche dell’Europa alle misure protezionistiche in discussione al Senato di Washington, ovvero la clausola «buy American», per cui l’erogazione degli aiuti all’industria sarebbe legata all’utilizzo di prodotti americani. Sempre in prima, fondo di Mario Margiocco dal titolo “Barack e la stampa ex amica”, in cui si sottolinea l’attacco di ieri del New York Times a Obama (quindi si parla di «fuoco amico») su tre «terreni scivolosi» che avrebbero irritato gli americani (soprattutto i primi due). Primo: le tasse non pagate dai ministri, che infatti sono stati costretti a lasciare. Secondo: i lobbisti, che invece di essere allontanati sono ancora lì, e uno addirittura – il capo di gabinetto di Geithner – è un ex lobbista di Goldman Sachs. Terzo: i finanziamenti anticrisi e la clausola protezionistica, definita «una mina devastante per il mondo», oltre a un altro regalo alla lobby protezionistica.

 

SINDACATI USA

AVVENIRE – “Negli Usa rispuntano i sindacati”. I quasi 12 milioni di disoccupati riportano in primo piano il ruolo delle Unions. Il presidente Obama tende la mano alle organizzazioni dei lavoratori dopo decenni di oblio e un drastico calo delle iscrizioni. 


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