Cultura

Piace ma non si trova

Le conclusioni di un'indagine di Legambiente e Rigoni di Asiago: "Bioalimenta il domani"

di Redazione

Il bio piace ma non si trova. Ecco le conclusioni a cui è giunta un’indagine realizzata nel corso dell’anno scolastico 2007-2008 per “BioAlimenta il domani”, il progetto di educazione alimentare di Legambiente e Rigoni di Asiago dedicato agli alunni delle scuole secondarie di primo grado.

Le classi che hanno partecipato al progetto sono state 2200, oltre 1700 le schede complete compilate da famiglie e alunni su atteggiamenti, abitudini alimentari e consumo di prodotti biologici. E’ emerso, ad esempio, che l’81% delle famiglie intervistate sono convinte che si faccia un eccessivo uso di pesticidi in agricoltura e che si utilizzi troppa energia per produrre frutta e verdura fuori stagione (69%).

La maggior parte delle famiglie dichiara poi di essere soddisfatta (molto: 13%, abbastanza: 72%) della qualità del proprio consumo alimentare, che prevede l’uso di ingredienti biologici almeno saltuariamente – nel 43% dei casi- ma anche abbastanza spesso nel 19% e molto spesso nel 9%. Il 57% del campione fa parecchio attenzione alla provenienza del prodotto alimentare e ben l’80% ritiene ci sia un uso eccessivo di imballaggi superflui.

Note dolenti: il prezzo (e non è una novità) e soprattutto la disponibilità del bio in Italia. Tra le cause del limitato consumo di prodotti biologici, oltre la metà del campione (56%), indica il prezzo troppo elevato mentre un 14% segnala la difficoltà di reperimento e un altro 14% la scarsa sensibilità dei consumatori.

Dal campione emerge anche una discreta sensibilità rispetto alle problematiche sociali con un 79% degli intervistati che considera l’eccessivo uso delle risorse da parte dei paesi industrializzati quale causa della disparità economica tra Nord e Sud del mondo. L’83% pensa di poter incidere sulle imprese e i meccanismi economici con le proprie scelte d’acquisto e si dichiara disponibile ad aumentare il consumo di prodotti biologici per contribuire a salvaguardare l’ambiente (82%). Più della metà (54%) delle famiglie coinvolte nell’indagine poi, ritiene scarsa e inadeguata l’etichettatura dei cibi, contro un 37% che invece pensa sia corretta.

www.legambiente.eu

 

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