Non profit

Barberini: lavoro e aiuto nel dna del loro successo

Il presidente di Legacoop: «Sì all’impresa sociale, ma no alla deregulation». Governo senza cultura della cooperazione

di Francesco Agresti

Ivano Barberini, presidente nazionale Legacoop, è alla guida di una realtà associativa che raggruppa oltre 13mila cooperative che danno lavoro a 280mila persone fatturando oltre 30 miliardi di euro. Vita: Coop sociali e grandi realtà produttive: quale rapporto c?è? Ivano Barberini: Le big di Legacoop non sono nate già grandi, ma sono il frutto di processi di concentrazione maturati negli anni. Sia queste che le sociali, come del resto tutte le cooperative, rispondono allo stesso obiettivo: creare occupazione. Le coop sociali si caratterizzano perché combinano questo obiettivo con lo svolgimento delle attività previste dalla legge 381. Vita: Quale crede potranno essere i rapporti tra coop e future imprese sociali? Barberini: Noi guardiamo con favore la nascita di soggetti imprenditoriali che opereranno nell?economia sociale. Il punto è che la disciplina che le regolerà dovrà essere rigorosa e non permettere distorsioni all?interno di un settore dai contorni, dalle regole e dalle finalità ben definite. Le cooperative in generale, e in particolare quelle sociali, sono soggetti economici che sanno di operare in un sistema regolato dalle leggi di mercato, la concorrenza è quindi fisiologica e accettata in partenza. Vita: Il governo ha picchiato duro sulla cooperazione produttiva. Toccherà anche quella sociale? Barberini: Questo governo ha manifestato una particolare attenzione nei confronti delle cooperative sociali. Il problema credo sia di ordine culturale, non viene colto il nesso che c?è tra essere cooperative e al tempo stesso imprese efficienti: per cui sono cooperative solo quelle piccole. Siamo convinti che una normativa seria non possa attribuire la patente di mutualità prevalente sulla base della denominazione o del tipo di attività svolta. Vita: Cioè? Barberini: Non si può affermare il principio che, ad esempio, le banche, i consorzi agrari costituiti sotto forma di cooperativa, e le cooperative sociali, solo per essere tali sono di diritto considerati soggetti imprenditoriali a mutualità prevalente. Così non si fanno gli interessi del mondo cooperativo ma so di qualcuno che ha interesse a essere di diritto, ad esempio, una cooperativa sociale, e ad agire di fatto come una qualunque altra impresa.


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