Sostenibilità

Energia, banche, telefoni Quando va in onda la bugia

Pubblicità ingannevole

di Redazione

dossier a cura di Piero Pacchioli
Più di 36 milioni. A tanto ammontano le sanzioni per pratiche commerciali scorrette inflitte dall’Antitrust nel 2008. La cifra è consistente sia in assoluto sia in relazione agli anni passati. Nel 2007 gli euro erano “solo” poco più d 5 milioni. In parte questo boom negativo è dovuto alle modifiche legislative che hanno allargato le definizioni di comportamenti scorretti delle imprese. «Le nuove competenze in materia», spiega il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, «hanno determinato un ampliamento delle forme di tutela per i consumatori. Nel 2007 sono stati denunciati disservizi in misura doppia rispetto all’anno precedente con 1.600 richieste scritte di intervento. E ciò significa che l’Antitrust comincia finalmente a essere conosciuta dai cittadini».

L’Europa detta legge
Il motore principale di tutta la tutela dei consumatori in questo campo rimane l’Unione Europea che ha emanato le direttive alla base della normativa italiana e che vede tra i pilastri della tutela dei consumatori per il periodo 2007-2013 proprio la tutela nei confronti delle pratiche commerciali scorrette. Cosa è cambiato con le nuove norme? In pratica è stato superato il concetto di pubblicità ingannevole, sostituito da quello di pratica commerciale scorretta, definita come la pratica commerciale che è «contraria alla diligenza professionale, ed è falsa o idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio?».Scorretti e recidivi
Una pratica scorretta può consistere in una “pratica ingannevole” (azioni ingannevoli o omissioni ingannevoli) o in una “pratica aggressiva” (che induce il consumatore ad assumere decisioni che diversamente non avrebbe assunto attraverso molestie, coercizione o altre forme di condizionamento). «Il dato allarmante», commenta Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori, «non è solo l’entità delle sanzioni, ma il ripetersi sistematico delle violazioni. Possiamo dire che quasi ad ogni nuovo lancio di un servizio o ad ogni nuova campagna pubblicitaria le aziende vengono sanzionate. Questo è un chiaro segno della scorrettezza di alcune imprese che mettono in pratica le proprie politiche di comunicazione e di marketing senza rispettare le regole che tutelano i consumatori».Energia selvaggia
Le tematiche affrontate dall’Antitrust sono le più svariate , alcuni settori poi la fanno da padrone.«Le telecomunicazioni, l’energia, il credito costituiscono in questo momento i settori di intervento più importanti» dice Catricalà. Il caso più recente riguarda proprio le società energetiche che, sulla spinta della liberalizzazione del mercato si stanno contendendo i nuovi clienti.Secondo l’Autorità, infatti, «l’ingresso sul mercato di numerosi nuovi operatori ha portato ad una corsa ad accaparrasi fette di mercato investendo soprattutto in massicce campagne di comunicazione». Ecco che l’Antitrust ha così sanzionato ben 9 società del settore per aver organizzato pubblicità, attraverso diversi mezzi di comunicazione,«in grado di indurre in errore i consumatori sul prezzo complessivo applicato per l’erogazione del servizio richiesto, con indicazioni non rispondenti al vero, inesatte o incomplete». Multa complessiva: più di 1 milione che si aggiunge a quelle fatte alle stesse società nel 2008. Esempio? I 1.100.000 euro a Enel Energia che, secondo l’Antitrust, ha realizzato il passaggio di clienti residenziali dal mercato di maggior tutela al mercato libero e l’acquisizione di clienti sul mercato del gas, «mediante l’attivazione di forniture di energia elettrica e/o di gas non richieste e ostacolando l’esercizio del diritto di ripensamento». L’antitrust ha anche addebitato a Enel procedure di marketing aggressive e ha dichiarato ingannevoli le campagne pubblicitarie “Bioraria” e “Vantaggio 5+1”.

Al telfono e allo sportello
La musica non cambia per le nuove campagne delle aziende telefoniche o per le banche. Recentemente è stata sanzionata Telecom Italia per una pratica scorretta in relazione all’attivazione non richiesta dei servizi ADSL della famiglia “Alice”.Le banche, invece, non si sono lasciate scappare la possibilità di cercare di eludere i decreti Bersani (nati per favorire chi ha contratto mutui) e, in alcuni casi hanno orientato il cliente a scegliere, in caso di richiesta di variazioni delle condizioni del mutuo, la più costosa tra le opzioni a disposizione, la sostituzione. In altri casi hanno fatto pagare oneri non previsti dalla legge.

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