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FILIPPINE. Volontari rapiti telefonano: «Stiamo bene»

Dopo 12 giorni di sequestro, i contatti fanno ben sperare

di Gabriella Meroni

I tre operatori della Croce rossa internazionale – tra cui l’italiano Eugenio Vagni – rapiti nel sud delle Filippine il 15 gennaio scorso hanno telefonato ad alcuni loro colleghi, assicurando di stare bene. Secondo quanto riferito dal responsabile delle operazioni Asia-Pacifico del Comitato internazionale della Croce rossa (Icrc) Alain Aeschlimann, i tre -con cui non avevano contatti da una settimana- hanno detto di essere «in buona salute».

«Abbiamo avuto contatti telefonici con loro nelle scorse 48 ore – ha precisato Aeschlimann, secondo quanto si legge sul sito dell’Icrc – Hanno detto che, considerate le circostanze, va tutto bene. Le loro voci sono sembrate tranquille e noi speriamo che questo sia un segno positivo. Ho parlato personalmente con loro nel fine settimana, stanno bene», ha confermato il senatore Richard Gordon, presidente della Croce rossa delle Filippine. Quindi, nel sostenere che l’Icrc «apprezza sinceramente» tutti gli sforzi in corso per arrivare al rilascio dei tre – oltre all’italiano Vagni, lo svizzero Andreas Notter e la filippina Mary Jean Lacaba – Aeschlimann ha espresso tuttavia la sua «preoccupazione che ogni ulteriore dichiarazione pubblica da parte nostra in questa fase possa complicare gli sforzi per arrivare al rapido ritorno a casa» dei tre ostaggi. Ieri, la polizia di Manila aveva ammesso di avere difficoltà ad individuare il luogo esatto in cui vengono tenuti i tre operatori della Croce rossa, dal momento che i rapitori li spostano in continuazione. Secondo le autorita’ filippine, Vagni, Notter e Lacaba sarebbero stati sequestrati da un gruppo di militanti guidati da un’ex guardia penitenziaria, che li ha poi consegnati ai terroristi di Abu Sayyaf, legati ad Al Qaeda. Alcune indiscrezioni parlano di un gruppo di circa trenta uomini che li terebbe in ostaggio e che chiederebbe un riscatto di cinque milioni di dollari per il loro rilascio.


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