Formazione

Servizio civile, si aprebil fronte del Nord

Interrogazioni a raffica e polemica sottotraccia con Giovanardi: «Le nostrebamministrazioni non possono perdere volontari»

di Redazione

D a ultimo dei problemi ad oggetto del desiderio. Il portabandiera dell’imprevedibile piroetta sul servizio civile ha un nome e un cognome, quello della deputata Erica Rivolta, ma soprattutto un colore: il verde padano della Lega Nord. Per ora lo dicono a voce bassa. Ma sottotraccia l’irritazione lumbard per la gestione del servizio civile made in Giovanardi è ai massimi storici. Difficile digerire otto mesi «in cui non si è fatto nulla». «A noi gli sprechi non piacciono e qui di risorse finanziarie e umane se ne stanno sprecando troppe», attacca l’onorevole comasca, assessore al Comune di Erba.
Una circostanza, questa, non di secondo piano. «Noi amministratori locali del Nord sappiamo quanto sia importante l’apporto dei volontari. Che, con la stretta di bilancio, ora è sempre più complicato reperire. E questo a scapito non solo del buon funzionamento della macchina pubblica, ma anche del tessuto sociale dei nostri territori». Il messaggio è chiaro: il servizio civile è una risorsa che va promossa, non mortificata. Ancora la Rivolta: «Dal nostro punto di vista questo tipo di volontariato rappresenta un prezioso vivaio per formare i leader politici di domani».
La svolta è decisa. Quale sia l’orizzonte, poi, è presto detto. E fra le righe sta anche scritto in due recenti interrogazioni parlamentari che proprio la deputata del Carroccio ha presentato alla Camera. Nella prima, datata 20 ottobre 2008, si chiedeva di sanzionare gli enti di prima classe (quelli, per così dire, “nazionali”, i cui progetti sono valutati direttamente nella sede centrale dell’Ufficio nazionale del servizio civile) colpevoli di non realizzare, come previsto dalla normativa, il rapporto sull’attività svolta. Una richiesta, però, che Giovanardi ha rispedito al mittente. Il secondo siluro leghista, contenuto in un’interrogazione del 5 gennaio 2009, è destinato invece all'”eccessivo peso” che hanno le associazioni del Sud aderenti ai bandi per l’accompagnamento dei ciechi e dei grandi invalidi. Secondo la documentazione allegata, oltre il 68% di queste posizioni sono concentrate nel Mezzogiorno. Per chiarire meglio il concetto, la Rivolta sguaina anche la spada di Alberto da Giussano: «In Meridione il servizio civile si è ridotto ad essere un mero stipendificio. È inutile girarci attorno». Punto e a capo.
Qui, in fin dei conti, sta il nocciolo della questione. Il progetto padano è chiaro: «Ripristinare un orario che permetta anche agli universitari del Nord di partecipare ai progetti e, soprattutto, avvicinare le risorse ai territori». Un terreno questo, decisamente franoso. Su cui da tempo è in corso un muscolarissimo braccio di ferro fra le Regioni e l’amministrazione centrale, di cui ancora non si scorge la via d’uscita. Per Giovanardi non sarà facile trovare il bandolo della matassa. Chiosa la Rivolta: «Così non si deve andare avanti». Il Nord non può restare il fanalino di coda del servizio civile. La Lega è scesa in campo.


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