Famiglia

Danimarca: il caso Lomborg. Bjorn, il bugiardo

Un comitato di esperti incastra il leader dei negazionisti. "Non rispetta gli standard scientifici minimi". Altro che scetticismo

di Giampaolo Cerri

Quel disonesto del professor Lomborg. Bjorn Lomborg, associato di statistica all?Università danese di Aarhus, ma soprattutto autore di The skeptical environmentalist, l?ambientalista scettico, è stato infatti duramente censurato dall?agenzia di ricerca del suo Paese, il Committee on scientific dishonesty, “per aver condotto i suoi lavori senza aver rispettato gli standard scientifici minimi”. Il partito del ?no? Lomborg era diventato l?idolo dei negazionisti di tutto il mondo. Il suo passato da ambientalista, nelle file di Greenpeace, il suo presente di apprezzato statistico, gli garantivano il curriculum perfetto per demolire gli allarmi dell?ecologismo mondiale. Dietro alla critica durissima al concetto stesso di effetto serra, dietro alla ridicolizzazione del Protocollo Kyoto, un?ampia falange di neoglobalizzatori, biotecnologi, fisici nucleari in disarmo e paladini del Wto. Tutti a negare tutto: rischi dell?elettromagnetismo, nocività degli ogm, scarsità energetica, Mucca pazza, inquinamento da traffico automobilistico, fino alla povertà in Africa e alla diffusione dell?Aids nei Paesi del Sud del mondo. Con il biondo professore danese, che dimostra molto meno dei suoi 38 anni, a vendere migliaia di copie. Erano bastate le prime traduzioni, in svedese, islandese, tedesco e portoghese, a fargli guadagnare il plauso dell?Economist mentre il World Economic Forum, gotha della globalizzazione mondiale, cenacolo allargato dei teorici (e dei pratici) della mondializzazione commerciale, ne avevano fatto praticamente un?icona, una madonna pellegrina da innalzare e portare in processione per scongiurare le burrasche sollevate dal vento di Seattle. Proprio i soloni di Davos lo avevano incoronato tra i Global Leader for Tomorrow, nel novembre 2001. Oggi, invece, digitando il suo nome nella funzione ricerca del loro documentatissimo sito World Economic Forum non esce nemmeno una riga. Anche in patria, governando i conservatori, Lomborg ha conosciuto crescenti fortune, fino alla nomina di direttore dell?Istituto per lo studio dell?impatto ambientale. Il giurì indaga Tutti riconoscimenti un po? troppo fatui per il comitato scientifico danese, di cui fanno parte un paio di premi Nobel e che, dopo l?uscita del libro, aveva cominciato ad analizzare la qualità delle sue ricerche. Ad attivare il giurì, la denuncia di quattro scienziati, fra cui Stuart Pimm del Centro per la Ricerca sull?ambiente della Columbia University di New York. Dopo un?istruttoria lunga un anno, nei giorni scorsi è arrivato il verdetto, contenuto in un rapporto di 17 pagine. Alla notizia hanno dato un ampio risalto il New York Times, The Guardian e anche il Financial Times che ha titolato, ironicamente, “Gli scettici si sono vendicati dell?ambientalista scettico”. La difesa Lo statistico si è difeso affermando di non aver mai nascosto di non essere uno specialista di ambiente e spiegando che lo scopo del suo libro era di aprire un dibattito sull?argomento. Lomborg ha ammesso di non aver citato tutte le fonti disponibili, ma ha aggiunto che il comitato non ha fornito nessun esempio della sua presunta malafede. Ma la patente di disonesto rimane. Una jattura, alla vigilia di nuove traduzioni del suo libro (tra cui quella italiana). Un contrattempo anche per le sirene del pensiero global, costrette ad accantonare, almeno per un po?, questo giovane aedo del negazionismo.


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