Non profit

più raccolta fondi, più qualità di vita per i disabili anziani

onlus sotto la lente Anffas Trentino Onlus

di Antonietta Nembri

D ifficile distinguere nell’azione di Anffas Trentino mission e gestione perché, come spiega il direttore Massimiliano Deflorian , le due voci coincidono. «La nostra mission è fare assistenza alle persone, la cura richiede personale. Nel nostro caso, in un rapporto di quasi uno a uno», precisa. Anffas Trentino è una realtà solida e importante anche nei numeri, visto che conta su 493 dipendenti e oltre 300 volontari per 570 utenti.
Nata nel 1965, l’associazione si è posta da subito in un’ottica di solidarietà e tutela dei diritti, con l’obiettivo di offrire una vita dignitosa alle persone con disabilità ma anche di sensibilizzare il territorio per favorire l’inclusione sociale. Oggi la sua presenza è capillare, grazie alle 47 sedi operative nel territorio provinciale.
L’attenzione a tutto campo per l’universo disabilità in questi ultimi anni ha portato Anffas Trentino ad approfondire il cosiddetto “dopo di noi”. «Cent’anni fa l’aspettativa di vita delle persone Down era 10-12 anni», osserva Deflorian, «adesso ragioniamo sugli anziani. Solo a Trento seguiamo 45 sessantenni Down: in un secolo la qualità di vita delle persone disabili è migliorata molto di più rispetto a quella degli altri soggetti». A fronte di ciò, «le comunità alloggio sono aperte come risposta residenziale per questi casi, anche se ci sono degli adulti che, per diversi problemi, non possono rimanere a casa propria».
Anffas Trentino ha curato un progetto scientifico sperimentale che ha portato alla pubblicazione del Dmr – Dementia Questionnaire for Persons with Intellectual Disabilities , volume che nasce dall’esperienza nell’individuazione di strumenti di diagnosi, intervento e assistenza a favore delle persone con disabilità intellettiva adulte e anziane. «Con l’avanzamento dell’età esordiscono problemi come demenza e Alzheimer», spiega ancora il direttore. «Abbiamo fatto una prima sperimentazione, durata tre anni, di un metodo e di un ambiente fatto su misura, nel quale abbiamo visto che agendo su ambiente, comportamento e approccio si riesce a diminuire gli effetti dell’Alzheimer e a rallentare la progressione di questa malattia che di solito è molto veloce nei soggetti Down».
Il fundraising a favore dell’associazione è in fase di costante sviluppo, «anche perché abbiamo visto che per garantire la qualità, l’attenzione alla raccolta fondi è fondamentale», continua Deflorian. Sul ruolo dei volontari – «fondamentale» secondo il direttore di Anffas Trentino – l’associazione ha lavorato molto con le scuole «e adesso stiamo raccogliendo i frutti», conclude ricordando la presenza numericamente rilevante di giovanissimi all’ultimo corso di formazione.


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