Mondo

Obama, la storia in prima pagina

I giornali italiani dedicano molte pagine al giuramento del presidente degli Stati Uniti, ma con molte differenze di accento.

di Franco Bomprezzi

 

La cronaca, la storia, l’enfasi, lo scetticismo, la speranza, la paura della crisi economica: i giornali di oggi affrontano la grande giornata di Obama con pagine e pagine di commenti e di servizi. Ecco la nostra scelta.

E inoltre la rassegna stampa oggi si occupa di:

 

 

“Obama, un’era di responsabilità” titola il CORRIERE DELLA SERA a tutta pagina. La sintesi della giornata nel breve catenaccio che rimanda ai servizi da pag 2 a pag 11: «Una folla immensa ha partecipato ieri al giuramento di Obama. Il nuovo presidente ha promesso «un’era di responsabilità» di fronte ai problemi del momento: crisi economica e terrorismo in primo luogo. Sull’islam: «mano tesa, ma lotta al terrore». Il pezzo di apertura è affidato alla penna del corrispondente Paolo Valentino: «…Il figlio dello studente del Kenya e della ragazza del Kansas, Barack Hussein Obama, è diventato il 44esimo presidente degli Stati Uniti, il primo afroamericano a iscrivere il suo nome nella sequenza iniziata da George Washington. Un giorno per la Storia. Due milioni di persone, la folla più grande mai vista per un’inaugurazione presidenziale». A pag 3 gli interventi in serie di Giorgio Napolitano («Torna la leadership morale Usa»), del filosofo politico Paul Berman («È stato un appello allo spirito della Nazione») e del direttore di Foreign Policy ed ex ministro venezuelano dell’industria Moises Naim («Parla all’Europa: basta elogi, ora aiutatemi»). A pag. 8 il titolo di apertura è per il crollo della borsa di NY che nel giorno del giuramento perde il 4% (non era mai accaduto che gli indici perdessero così tanto nel giorno di un’inaugurazione). Mentre l’ex governatore di Ny Sandro Cuomo prevede: «Sarà più dura che per Lincoln». L’intero discorso è tradotto alle pag 10 e 11 sotto il titolo “Mano tesa all’Islam. No al terrore”.

“L’ora della responsabilità” è il titolo a tutta pagina di LA REPUBBLICA. Anche il quotidiano diretto da Ezio Mauro pubblica il discorso integrale del neopresidente e gli dedica nove pagine, di cui una interamente dedicata alla mise della first lady Michelle e al suo carattere di ferro, che però, ci informa la scrittrice giamaicana Zadie Smith, non è da criticare perché «se fosse stata bianca nessuno avrebbe avuto da ridire sul suo comportamento». Nei commenti, da Vittorio Zucconi a Alexander Stille, si sottolineano ovviamente le novità: primo, la mano tesa al mondo e l’addio «all’ideologia di Bush»; secondo, il linguaggio, pieno di simboli anche religiosi, di Dio, di Lincoln e Martin Luther King.

IL GIORNALE in copertina annuncia “Obama tende la mano all’Islam”  e non manca di sottolineare che “la Borsa non festeggia  l’incoronazione del primo presidente nero”. Mario Giordano nell’editoriale “Caro Barack, tutto qui?” dopo avere ascoltato il discorso del neo presidente confessa «Scusate non ce la faccio ad emozionarmi. Sento parlare di svolta globale,  evento epocale, assisto all’euforia che attraversa dai ministri alle passerelle di moda e purtroppo non riesco a esserne parte.  Mi dispiace. Ma io ci intravede al massimo un po’ di onesta retorica, qualche sprazzo di vigore e una manciata di buoni sentimenti. We can e volemose bene».  Breve sul -4% di Wall Street  che  titola “Wall Street boccia il presidente” e lo fa dopo avere ascoltato il discorso. Si riporta l’opinione di un anonimo gestore: «Penso che la gente si aspettasse nuovi piani, ma non c’erano» e si ricorda il peso non ancora smaltito della crisi bancaria. A pag. 5 intervista a Artur Brooks, capo dell’American Enterprise Institute, feudo dei conservatori, che chiosa: «Piacerà più alla destra che alla sinistra e l’Europa sarà delusa».

LA STAMPA analizza a fondo le scelte che il neo presidente ha fatto per quanto riguarda la composizione del suo staff. La nuova squadra oltre ad essere bipartisan, come promesso, è a sorpresa anche un mix di esperienza e gioventù. A fianco a membri navigati da una presenza politica di lungo corso Obama ha scelto infatti di inserire molti volti nuovi e giovani, in linea col tema della sua campagna elettorale: il cambiamento. Tra i più giovani Jon Favreau (27 anni), lo speechwriter che ha scritto il suo discorso d’insediamento e Eugene Kang (24 anni), nuova assistente speciale del presidente.   

Un po’ cerebrale  la prima pagina de IL MANIFESTO: il titolo “L’avvento” è didascalia della foto panoramica dell’affollato Mall davanti al Campidoglio, presepe della nuova era. Per il quotidiano diretto dal tandem Ciotta-Polo “L’America cambia rotta” lo dimostra il fatto che «il segnale  più potente sta nel nome, Hussein, dopo otto anni di scontro di civiltà. L’insediamento di Barack Hussein Obama dice al mondo che il mondo  è cambiato. Il presidente Obama non ha lanciato  nuovi slogan, ma ha sottolineato  una rottura con i pilastri della politica di Bush-Cheney. Controllare il mercato, distribuire la ricchezza, respingere la scelta obbligata tra sicurezza e Stato di diritto. Breve sul -4% di Wall Street. IL MANIFESTO  sgancia il risultato dal discorso del neo presidente «L’Obama day è infelice per  Wall Street. Non arrivano buoni auspici per il neo presidente che ha in cima dell’agenda misure anticrisi».

Anche AVVENIRE (4 pagine dedicate a Obama) si lascia contagiare dall’euforia generale “Obama: l’America è amica. «Torneremo guida». Mano tesa all’islam, monito ai terroristi”, è lo strillo in prima. In vetrina, un lungo pezzo della Marseglia su Obama paladino delle comunità nere. Cristopher Parker, professore di scienze politiche e studioso di cultura afroamericana alla University of Washington sostiene che il 44° presidente sarà più che un traguardo nella storia dei diritti civili, un punto di partenza per le nuove generazioni, che soprattutto ora hanno bisogno di modelli positivi cui guardare. Dal primo piano (pag. 4 e 5), nonostante il taglio equilibrato, traspare la simpatia per il carisma e l’assunzione di responsabilità del 44° presidente. Non poteva mancare l’augurio del Papa: Obama promuova la cooperazione e la pace (e, ovviamente, non cambi le leggi sulla vita…).

ITALIA OGGI non dedica a Obama l’apertura (intitolata “Massoni, volano gli stracci”) , ma solo il primo piano. Dove il quotidiano diretto da Paolo Bechis dà voce in particolare alle reazioni di economisti ed esperti a vario titolo rigorosamente made in Italy. Gian Maria Gros Pietro: «per mantenere la leadership mondiale l’America dovrà innescare una rivoluzione nel sistema dei prezzi e della ragione di scambio a livello mondiale». Mario Deaglio: «nei prossimi mesi potrà cambiare molto poco in quanto la tendenza recessiva è molto profonda». Giorgio Mascherone, direttore investimenti di Deutsche Bank: «L’America ha addirittura un vantaggio di 6/9 mesi rispetto al recupero del resto del mondo e dell’Europa che in questo momento ha il fiato un po’ corto».

IL SOLE 24 ORE abbastanza sobrio sull’insediamento di Obama, “solo” tre pagine, di cui la prima negativa: titolo, “Wall Street gela la festa: -5,28%”. E cos’altro poteva fare il primo quotidiano economico d’Italia? La spiegazione è servita poi in un corsivo:  gli operatori di Wall Street come tutti gli americani ieri erano incollati al televisore per sentire il discorso del nuovo presidente, e aspettavano «la frase magica» che poteva far volare di nuovo la Borsa dopo 9 sedute negative. Qual era? Non c’era in realtà, ma bastava un po’ più di ottimismo. «Ci aspettavamo nuovi piani, un nuovo messaggio di speranza» confida un trader. Che però, realisticamente, non è arrivato. A pagina 5 intervista a Walter Veltroni, che si dice certo: «Con Obama spazio alla green economy», anche se per la verità, pur impaginata come terza pagina dei servizi sull’America, l’intervista è per l’80% sulla politica italiana.

E inoltre sui giornali di oggi:

ELUANA

CORRIERE DELLA SERA – IL secondo titolo del quotidiano in prima pagina è dedicato all’offerta del Piemonte alla famiglia Englaro. «Il Piemonte è disposto ad accogliere Eluana nelle strutture pubbliche, perché quelle private sono sotto scacco del ministro». Lo afferma il governatore Mercedes Bresso. Taglia corto il cardinale Poletto: è eutanasia.

AVVENIRE – Mentre incalza il dibattito sulla denuncia presentata contro il ministro Sacconi, Mercedes Bresso mette altra carne al fuoco dando la disponibilità della sua regione ad accogliere la Englaro. «Eluana in Piemonte? Sarebbe eutanasia»: è il monito del cardinale arcivescovo Severino Poletto. Le parole del presidente del Piemonte spaccano al suo interno anche lo schieramento che sostiene la giunta regionale: chi, come Davide Gariglio e Stefano Lepri, sostiene che «sarebbe più ragionevole» non decidere della vita di Eluana; chi è con la Bresso senza riserve (Luca Robotti, Vincenzo Chieppa e Wilmer Ronzoni); e chi, infine, parla chiaramente di eutanasia (Luigi Bobba, Marco Calgaro e Mimmo Portas).

IL GIORNALE – In copertina torna il caso Englaro dopo che Mercedes Bresso, presidente della regione Piemonte, si è detta disposta a accogliere la ragazza. Filippo Facci, «a titolo personale» si rivolge direttamente al ministro Sacconi «Penso che il suo sia un ricatto grande come una casa. ha detto che le cliniche che eseguirebbero la sentenza sarebbero fuori legge. Non è vero una legge non c’è, non l’avete mai voluta fare, avete lasciato scoperto gli spazi spaventosi di cui la magistratura non ha potuto non occuparsi».

ADOZIONI

AVVENIRE – Il 2008 è stato un anno record per le adozioni internazionali in Italia. Sfiorata quota 4mila. Ieri il ministro Giovanardi ha comunicato i dati dell’anno passato. Trend positivo in quasi tutti i paesi tranne che in India, dalla quale si registra un brusco stop. La novità principale è la Cina, mentre si profilano nuovi accordi con Gambia e Burkina Faso.

SOCIAL CARD
IL SOLE 24 ORE – Nell’inserto Lombardia ci sono i dati sulle richieste di social card in regione: 3,0 tessere ogni 1000 abitanti, con una punta più alta a Pavia 4,1 e una più bassa a Sondrio 1,6, contro la media nazionale di 9,7 card ogni 1000 italiani.

CULTURA
LA REPUBBLICA – Reportage di Paolo Rumiz sul ritorno dell’antisemitismo in Europa, e in particolare in Italia, ovviamente alla luce di quanto accade a Gaza. La tesi è che il conflitto non crea ostilità, ma la porta a galla. Quindi c’è, sepolta nella nostra società, ed emerge soprattutto in questi tempi di internet. Rumiz fa un viaggio nella rete e scopre siti, chat, dialoghi terribili.

KAKA
LA STAMPA – Il quotidiano di Torino dedica all’affaire Kaka un’intera pagina in cui analizza la vicenda in chiave politica. La scelta di Berlusconi di rifiutare l’offerta multimilionaria del proprietà araba del Manchester City, secondo il quotidiano, è stata dettata da una strategia oculata e non da un gesto coraggioso dettato dal cuore. Insomma il presidente del Milan ha capito, di fronte alla rabbia dei tifosi e all’indifferenza del resto del mondo, che era più conveniente non perdere consensi piuttosto che guadagnare parecchi milioni.

 

 


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