Politica

Prc, la scissionebdei movimenti

politica/2 Intervista a Vittorio Agnoletto

di Daniele Biella

«L’unica cosa da non fare in questo momento era spaccare quello che c’era» L ‘ unica cosa da non fare in Rifondazione era «spaccare quello che c’era». Parola di Vittorio Agnoletto. Ex volontario nell’Agesci e presidente della Lila, parlamentare europeo indipendente del Prc eletto nella Sinistra unitaria europea, punto riferimento dei movimenti altermondialisti (la valigia per il Social Forum di Belém è pronta) e figura ponte tra la sinistra radicale politica e i movimenti della società civile.
Vita: Come legge la rottura di Nichi Vendola?
Vittorio Agnoletto: Nel momento in cui ci sarebbe bisogno di una vera sinistra, ampia e plurale, viene alla luce un nuovo partitino. È una contraddizione difficile da mandar giù.
Vita: Vendola se ne va per fuggire da una “gabbia di veleni”…
Agnoletto: Si faccia avanti chi è innocente e scagli la prima pietra. La polemica in atto doveva rimanere interna fin dall’inizio.
Vita: Anche a costo di vivere da separati in casa?
Agnoletto: Io ribalterei il ragionamento: prima di tutto in Italia è oggi necessario costruire una nuova Sinistra unitaria autonoma dal Pd. Le cui basi solide siano, più che l’ideologia, due approcci culturali: l’antiliberismo e l’internazionalismo.
Vita: Tradotti nella pratica?
Agnoletto: Un partito che parli di meno, e faccia di più. Che sia vicino, sul serio e non in modo subalterno, ai movimenti sociali di massa, facendo proprie le loro battaglie.


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