Non profit

Appello per le suore rapite

A 60 giorni dal rapimento di Maria Teresa Olivero e di Rinuccia Giraudo una lettera delle consorelle del Movimento contemplativo

di Daniele Biella

Due mesi di angoscia. Era la notte tra il 9 e il 10 novembre quando a El-wak, località del nord-est del Kenya al confine con la Somalia, venivano rapite da un commando armato Maria Teresa Olivero, 60 anni (nella foto), e Rinuccia Giraudo, 67, suore cuneesi del Movimento contemplativo padre De Foucauld, missionarie in Kenya da 35 anni.
A 60 giorni dal rapimento delle religiose, missionarie in Kenya da 25 anni, di cui 25 nel centro di fraternità di El-Wak, dove condividevano la vita con malati di tubercolosi e di epilessia, mamme e bambini denutriti, disabili, le loro consorelle del Movimento, che ha la sede principale a Cuneo, hanno diffuso un nuovo appello, disponibile sul sito web ufficiale, centromissionario.org.


Ecco di seguito alcuni estratti del testo diffuso dalle suore cuneesi, che porta il titolo “Faticosa speranza”:

Non vogliamo concentrare l’attenzione sulla Comunità né sulle due sorelle rapite; desideriamo piuttosto tenere aperta una comunicazione per tanti amici che ci stanno sostenendo con la loro preziosa vicinanza. Con loro vogliamo condividere quel minimo di notizie disponibili e qualcosa di come stiamo vivendo l’attesa della liberazione. Ci rendiamo conto che il dramma che si sta consumando in questi giorni in Medio Oriente ha proporzioni gigantesche rispetto alla nostra situazione; e tuttavia la vita minacciata di una sola persona è qualcosa di grave che ci ferisce nel profondo…
Certo, nei giorni successivi al rapimento, nessuno di noi immaginava un periodo così lungo di prigionia per Maria Teresa e Rinuccia. Ringraziamo per l’intervento politico dell’onorevole Boniver a Nairobi e per la dichiarazione che le sorelle starebbero relativamente bene. Ma in tutti noi cresce il timore che la loro salute, a questo punto, possa crollare. Non sono più giovani e la loro vita donata ai poveri nel deserto per molti anni è più logora della nostra.
Desideriamo fare una precisazione non per pignoleria, ma come segno di rispetto alle nostre due sorelle e allo stile della loro missione: con loro non è stato rapito il loro autista (come continua a recitare qualche articolo) dal momento che le sorelle non possedevano una macchina, né, quindi, stipendiavano un autista. La loro scelta è stata (e, speriamo, sarà) una vita di reale condivisione con i più poveri, in uno stile di essenziale sobrietà: si pensi che per loro la corrente elettrica è arrivata proprio un mese prima del rapimento. Nei precedenti 25 anni l’illuminazione era realizzata con la tipica ‘taa’ (lucerna a petrolio), spostata qua e là in base alla necessità di vedere e di muoversi.
I fratelli e le sorelle del
Movimento Contemplativo Missionario
P. De Foucauld


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