Cultura

…e non pensar maibche l’altro non capisca

Parlare arabo in italia ormai troppa gente lo sa. le figuracce incombono

di Redazione

Vado dal medico con mia madre. Lei si lascia andare ad apprezzamenti non proprio simpatici sull’arredamento. Poi arriva lui. E cosa scopriamo? Che è ebreo e conosce l’arabo…

di Akram Idries

« Per me è arabo»: detta da un italiano, è una frase che potrebbe essere presto fuori moda. L’italiano parlato perfettamente dagli arabi non è un trend linguistico passeggero ma un brand che caratterizza la comunicazione in molte famiglie di immigrati in questo Paese. Ormai le persone che comprendono varie lingue sono sempre di più, al punto che sta diventando sempre più problematico esprimersi in pubblico adoperando un’altra lingua contando che le persone davanti a noi non comprendano.

Che gaffe dal medico
Io e mia madre dal medico, dialogando in egiziano, commentavamo un po’ tutto, dall’arredamento così minimalista dello studio a tal punto che rischiavamo di stare in piedi, alle foto di famiglia del dottore esposte sopra la scrivania. Mia madre si era lasciata andare a commenti poco opportuni sulle pose della moglie del medico, che vi lascio immaginare. Dopo circa dieci minuti di pettegolezzi, il medico allunga la ricetta a mia madre sfoggiando un bellissimo sorriso. Mia madre, sempre in egiziano, dice tra sé e sé: perché ride questo? Allora, notando il timbro che riportava il suo nome e che lasciava, a differenza dei tratti somatici, ben intendere il suo background etnico religioso, mamma esclama a voce alta: «Cosa cosa, è anche ebreo!»

Mentre io con un gesto della mano indico a mia madre di sorvolare, il medico ci prende totalmente in contropiede e in arabo ci risponde: «Sì signora, ono di origine israeliana e parlo anche l’arabo! Voi siete egiziani, vero? Io adoro le piramidi». Io e mia madre impietriti riuscivamo solo ad annuire con un sorriso fintissimo e ce ne andammo piccoli piccoli dalla vergogna.

Mio papà e la “sciura”
In un’altra occasione, i ruoli si sono ribaltati. Se io e mia madre avevamo una probabilità su mille di essere visitati da un dottore di origine ebraica che lavora a Milano e che capisce il dialetto del Cairo, è normale per la tipica “sciura” di Milano assumere che una famiglia dalla pelle scura e dai tratti medio orientali molto marcati non capisca il dialetto milanese e forse che il poveretto si trova in ospedale in Italia perché l’aereo ha fatto un atterraggio di emergenza.
Mi sto riferendo a quella volta quando mio padre (che è sudanese) era ricoverato in ospedale e condivideva la stanza con un altro paziente Avevamo trovato una famiglia molto simpatica con cui avevamo instaurato un dialogo interessante sulle differenze culturali, religione, insomma tutte quelle cose che incuriosiscono la famiglia media italiana. Un pomeriggio, venne anche la nonna, una persona schietta e genuina, d’altri tempi. Lei seduta tra mio padre ed il genero, commentava con lui in dialetto milanese: «Va va che bella ragazza scura, ma è la figlia dell’arabo? Ma quanti anni avrà? Hai visto il figlio quanto è alto? Sarà alto più di due metri! E la moglie, è proprio una bella donna, ma non porta il velo? Però sono proprio una bella famiglia!» Al che mio padre sempre in dialetto milanese rispose alla nonnina: «Sciura, t’è ghè rèsun!» Gelo nella sala, ma poi disgelo. In fondo, la sciura era simpatica.

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