Formazione

Fratelli handy, grande 2009!

Abile & disabile David Anzalone, attore comico (e spastico)

di Redazione

Lo conoscono tutti con il suo soprannome, Zanza.
Ha 32 anni, fa teatro, scrive libri. È una vera forza della natura. Con lui proviamo a immaginare il primo anno di applicazione della Convenzione Onu per i disabili. «Auguro a tutti quelli come me di buttarsi nel mondo con la propria magnifica diversità e rivendicare la propria dignità di vivere»
« P ortatore sano di handicap». Così, rovesciando le parole, ma non la sostanza, si presenta David Anzalone, 32 anni, nativo di Senigallia, attore, comico, si potrebbe dire. Segni particolari: evidentissimi, dovuti a una tetraparesi spastica che lo rende incerto e ondeggiante nel camminare, inconfondibile nel parlare e nel gestire mani e braccia e gambe. È lui il nostro uomo per gettare uno sguardo oltre questo asfittico e faticoso 2008, che si conclude con la speranza della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Ma parlare con Zanza, oltre che divertente, è utile per uscire dal “politicamente corretto” e compiere una scorribanda nella sincerità, che alla fine resta il messaggio più forte per l’anno che verrà: meno ipocrisia, più realismo, più onestà intellettuale e morale. Lo abbiamo intervistato. Ecco che cosa ci ha detto, alla lettera.
Vita: 2009, un altro anno ad handicap?
David Anzalone: Assolutamente sì! Anche perché, dimmi come faccio ad uscirne e lo farò subito!!!
Vita: Paura, insicurezza, crisi economica. Come pensi che le persone disabili possano affrontare il guado?
Anzalone: Ma quale paura o crisi economica! Noi handicappati abbiamo la pensione garantita senza far nulla… E chi c’ammazza!
Vita: Hai solo 32 anni, ma a volte sembra che tu abbia accumulato un’esperienza enorme: è la disabilità?
Anzalone: Beh, se vuoi dire che dimostro 60 anni, mi fai sentire ancora più handicappato! A parte gli scherzi, non penso che l’esperienza nella vita sia data solo dalle proprie condizioni fisiche… Ogni vita, handicappata o non, ha le sue battaglie da affrontare ed è la modalità con cui le si affronta che genera esperienza. Io ho scelto l’ironia!
Vita: Tu usi le parole senza fronzoli, ignorando il politicamente corretto, eppure mi sembra di capire che anche a te non piace niente quel “diversamente abile”? vero?
Anzalone: Sia nel nostro libro sia nello spettacolo teatrale Targato H , uno dei temi che ci sta maggiormente a cuore è proprio quello del linguaggio: bisogna chiamare le cose con il loro nome! Gli eufemismi, questa simpatica pratica diplomatica, nascondono solo ipocrisia: usiamo parole per non offendere, come appunto “diversamente abile”, ma ciò nasconde solo la paura di confrontarci apertamente con l’altro indipendentemente da questioni formali… Noi siamo “handicappati”, semplice, chiaro, normale! E poi, scusate, “diversamente abile”… Io, per questo appellativo, ho un trauma enorme: ancora mi chiedo «ma a che cavolo sarò abile io?»!
Vita: Capisco, però la Convenzione Onu usa sempre l’espressione “persona con disabilità” che in effetti pone l’accento proprio sulla “persona”, sulla sua unicità. Dunque in linea, in buona sostanza, con il tuo pensiero. Inoltre la Convenzione Onu si basa sul principio di non discriminazione. Pensi che sia realistico?
Anzalone: Vabbè, il principio è giusto ma viviamo in un periodo storico veramente handicappato dove i principi giusti non sono quelli che regolano la realtà… Ma a me, quello su cui piace mettere l’accento è “l’auto-discriminazione” cioè l’handicappato stesso che con logica vittimistica non ha coraggio di buttarsi nel mondo con la sua magnifica diversità e rivendicare la propria dignità di vivere. O, peggio, vive cercando di scimmiottare i cosiddetti “normali”! Cari fratelli handy, valorizzate le vostre differenze, non cadete nella trappola dell’omologazione e ricordate che libertà non ve la regala nessuno ma va conquistata!
Vita: Tu, come uomo e come artista, ti senti discriminato?
Anzalone: E come no? Ma al contrario: l’handicap mi fa guadagnare col teatro e le donne “me la danno” sempre perché sognano strepitose posizioni spastiche!
Vita: Mah, ho qualche dubbio. Ma quanto aiuta l’ironia per affrontare l’anno che sta per iniziare?
Anzalone: L’ironia non vuol dire avere la bacchetta magica, è solo uno dei tanti modi per affrontare l’esistenza… Certo, se uno è auto-ironico, può esserlo anche con gli altri e prendere per il sedere il mondo intero. Questo privilegio è veramente gradevole e non vedi l’ora che arrivi l’anno nuovo per compiere questa dura missione!


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