Welfare

GAZA. Arrestata la pacifista israeliana Neta Golan

I soldati dell'esercito israeliano l'hanno fermata al check point del valico di Erez. Ha contribuito a fondare l'Ism, International solidarity movement, una delle ong più attive per i diritti umani in Medio Oriente. E' sposata con un palestinese

di Daniele Biella

Alla fine anche Neta Golan ha subito la stessa sorte di molti suoi connazionali: quella di essere arrestata dal proprio esercito per essersi introdotta senza permesso nella Striscia di Gaza. Era successo anche qualche settimana fa ad Amira Hass, giornalista del quotidiano Haaretz. Ieri, invece, i soldati al check point del valico di Erez non hanno esitato a fermare Golan, 38 anni, pacifista israeliana nota in tutto il mondo per essere stata una delle fondatrici dell’Ism, International solidarity movement, nota organizzazione non governativa che ha anche una sezione italiana, le cui attività sono riconosciute da gran parte del mondo occidentale, istituzioni comprese.

La cittadina israeliana, sposata con un palestinese con il quale ha avuto due figli, si era introdotta nella Striscia il 20 dicembre 2008, arrivando via mare con altri 16 attivisti sull’imbarcazione S.S.Liberty. Al momento del suo tentativo di tornare in Israele, l’arresto. “I giorni passati a Gaza mi sono serviti per vedere con i miei occhi quello che il mio Stato ha fatto alla gente di qui: una catastrofe umanitaria causata da un assedio che dura da 18 mesi”, ha dichiarato Golan, “è mio compito ora scuotere le coscienze di tutti per portare solidarietà alla popolazione palesitnese che soffre”.

L’arresto della pacifista arriva a meno di una settimana dalla fine della tregua con Hamas, in giorni in cui i politici israeliani stanno discutendo sull’eventualità di un intervento militare per contrastare il lancio di razzi Qassam da militanti di Hamas verso le cittadine israeliane limitrofe alla Striscia.

 

In attesa di sapere se e a quali condizioni Neta Golan verrà rilasciata, visto che proprio questo pomeriggio si tiene il processo, dall’Italia le arriva la solidarietà della rete Artisti contro le guerre, che ha inviato in giornata un appello al presidente della Repubblica Napolitano e al ministro degli Esteri Frattini chiedendo loro di accertare le condizioni carcerarie in cui verte la pacifista israeliana.


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