Non profit

Buio in sala, luce al pensiero

I consigli di Vita.it per i film delle feste, con una serie di titoli per non rinunciare a riflessione e intelligenza

di Maurizio Regosa

Mi raccomando: sobrietà. Dopo il pandoro, non abbuffatevi con i cinepanettoni. Se ci pensate, voi e i vostri figli meritate di più (e lo sapete). Ecco qualche proposta per scegliere il (o i) film di Natale con cura (ovvero con la minor distrazione possibile, proprio quella su cui contano i produttori furbetti)…

Una bella commedia, per esempio
Lasciate perdere Rio. Andate (almeno con la mente) a New York. Qui è ambientato L’ospite inatteso, fatale rendez-vous organizzato da Tim McCarthy fra un prof stanco e una coppia di clandestini che si sono istallati a casa sua. Conoscendo loro (giovanissimi e innamorati), lui ritrova la voglia di lottare e scopre, per gli irregolari, regole pazzesche e trattamenti inumani (è vero: tutto il mondo è paese).
Se preferite la vecchia Europa, eccovi la Londra di La felicità porta fortuna (un Mike Leigh inusuale). Favola bella con ritmo metropolitano e tenacia campagnola, è la storia di una maestra elementare che ha capito l’utilità di «sorridere alla vita». E scusate se è poco.
Altrimenti c’è Mumbai. Non quella degli attentati, naturalmente, ma quella di Danny Boyle. Il titolo è The Millionaire, dal format tv cui partecipa il giovanissimo protagonista. A ogni quiz un bel flashback. Risultato? Un racconto dolce-amaro, dove il premio di 20 milioni di rupie significa la speranza.

Amore fa sempre rima con cuore (anche nel 2008, nel 2009 chissà)
Dalla speranza all’amore, come si dice, è un attimo. Ma anche in questo caso potreste evitare i palpiti (molto ben recitati) di Richard Gere e Diane Lane (titolo: Come un uragano. Sottotitolo: In amore si può sempre ricominciare; ed è detto tutto).  Perché c’è l’amore paterno e quello filiale  – egualmente immaturi, ma nel secondo caso è più ovvio – di Come Dio comanda, un Salvatores/Ammanniti comunque interessante. C’è quello della famiglia diversamente etero (è Baby love, mélo francese su gay e paternità) e quello della condizione meno eversiva ma duretta di Solo un padre (single e genitore: mica facile). E poi naturalmente c’è l’amore con la A maiuscola: una madre e suo figlio. Qui il titolo è uno, Changeling. Non sarà perfetto ma è un Eastwood e poi c’è la Jolie!
Se come me, considerate l’amicizia un sentimento di prima classe, un quasi amore epperò diverso (e non avete paura di una lacrima natalizia), potete vedere Il bambino con il pigiama a righe. Protagonisti figlio di ufficiale nazista e ragazzino ebreo (non fosse un dramma, vero, proporrei un quiz: chi dei due è quello che dà il titolo al film?). Comunque una delle più interessanti uscite di Natale (targata Disney). Infine a proposito di Israele, una buona idea è vedere Il giardino dei limoni, storia di Salma stanca di guerra ma che non si sottrae alla tenzone con il pre-potente ministro israeliano.

Meglio tardi che mai
Col che siamo giunti alla voce “recuperi”. Tre titoli in sala da un po’‚ ma perfetti per l’alleanza strategica Natale/cinema. Intanto Si può fare (Bisio, nella foto, è un cooperatore sociale che crea lavoro per disagiati psichici): storia vera (in tutti i sensi). Poi Rachel sta per sposarsi, dramma doc di Demme (fidatevi!). Infine Giù al nord, ovvero il poco orgoglio e il molto pregiudizio nella Francia del XXI secolo. Con ravvedimento e benedizione finale. Molto, molto natalizio…


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