Politica

Sviluppo migrante

Un’iniziativa della Commissione europea e delle Nazioni Unite scommette sugli immigrati per rafforzare la lotta contro la povertà nel Sud del mondo

di Joshua Massarenti

Migrazioni e sviluppo. Per chi si prendesse la briga di guardare oltre l’emergenza clandestini capirà che, in tempi di globalizzazione irreversibile e privazione di diritti, i migranti sono probabilmente la risorsa umana più preziosa su cui un paese può contare per combattere la povertà nel mondo. Purtroppo, in Italia come nel resto dell’Occidente, le politiche migratorie continuano a navigare in acque agitate, schiacciate come sono nella morsa della paura dell’Altro (da parte dei cittadini) e dei sondaggi (nel caso della classe politica) che spesso falciano sul nascere la possibilità di ‘sfruttare’ le migrazioni in chiave positiva. Eppure, mai come in questi tempi, si sente così tanto il bisogno di adottare strategie globali in grado di capovolgere gli stereotipi che accompagnano i migranti per trasformarli in protagonisti assoluti delle politiche di sviluppo di domani. Due dati su tutto: secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), nel mondo ci sono oltre 200 milioni di migranti e, dai dati raccolti dalla Banca Mondiale, le ricchezze da loro generate in termini di rimesse ammontavano nel 2007 a circa 314 miliardi di euro, di cui 240 hanno preso la direzione dei paesi in via di sviluppo.

Nonsostante una presidenza di turno francese molti incentrata sulle politiche di rimpatrio, l’Ue sembra dare qualche segno di risveglio. Con il sostegno della Commissione europea, il Programma Onu per la Sviluppo (UNDP), assieme ad altre tre agenzie delle Nazioni Unite (IOL, UNHCR e UNFPA) e l’OIM, ha messo in piedi un’iniziativa congiunta UE/ONU con l’obiettivo di consentire alla società civile (Ong, organizzazioni non profit, rappresentanti delle diaspore etc.) e alle Autorità locali del Nord e del Sud del mondo di diventare più attive e più efficienti nel rapporto migrazioni e sviluppo.

Nel quadro di questa iniziativa, Undp ha organizzato tra il 1 e il 4 dicembre scorso a Bruxelles une ‘Fiera delle conoscenza’ (nella foto) in cui hanno partecipato oltre 250 rappresentanti giunti dall’Europa e da vari paesi del Sud del mondo per uno scambio di informazioni e conoscenze. La Fiera è stata l’occasione per lanciare un bando destinato a sostenere i progetti in grado di creare un legame positivo tra il fenomeno migratorio e lo sviluppo. «Attraverso i progetti che sosterremo», assicura Cécile Riallant, specialista in migrazioni e consulente dell’Iniziativa congiunta, «cercheremo di individuare le pratiche migliori che ci consentiranno di definire strategie globali in grado di rafforzare il ruolo dei migranti, delle autorità locali e della società civile nelle politiche di sviluppo».

Tra le tematiche selezionate, spuntano le rimesse, ancora oggi confrontate a una molteplicità di ostacoli che ne limitano l’impatto sul piano dello sviluppo umano e sociale. «Ai costi elevati di transazione, si sovrappone una mancanza cruente di informazione tra molti immigrati, in particolar modo tra le donne, sulle modalità migliori per trasferire i propri fondi. Nei paesi in via di sviluppo poi, l’assenza di una rete bancaria capillare in ambito rurale ostacola l’accesso alle rimesse. La necessità di incoraggiare gli investimenti collettivi delle rimesse per un impatto più strutturale sullo sviluppo è un altro obiettivo su cui puntiamo». Dopo le rimesse, l’Iniziativa congiunta è dedicata ad altre tre trematiche: le comunità dei migranti, le cui reti trasnazionali e conoscenze costituiscono uno strumento fondamentale per raggiungere gli Obiettivi del Millennio; le capacità dei migranti che, con il loro capitale umano (educazione, formazione), sociale (reti), imprenditoriale e finanziario (commercio, rimesse, investimenti produttivi etc.), costituiscono risorse preziosissime per promuovere lo sviluppo nei paesi poveri.

Tuttavia, la possibilità di sfruttare al meglio il potenziale dei migranti passa per il rispetto e la protezione dei loro diritti, sia nei paesi di origine che in quelli dove gli immigrati approdono. «Perché senza diritti, non si va da nessuna parte» conclude Riallant.

Come partecipare al bando
Con un budget pari a 10 milioni di euro, il bando è rivolto agli attori della società civile (tra cui Ong) e alle Autorità locali dell’Unione Europea e dei 16 paesi del Sud del mondo scelti dall’Iniziativa congiunta, cioè Georgia, Moldavia, Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, Senegal, Capo Verde, Ghana, Nigeria, Mali, Etiopia, Sri Lanka, Filippine, Jamaica e Ecuador. Esso sosterrà progetti dedicati a una delle quattro aree/tematiche seguenti: rimesse, comunità migranti, capacità dei migranti e diritti. Il budget di ogni progetto presentato deve essere compreso tra i 50mila e i 200mila euro, la loro durata da un minimo di 12 a un massimo di 18 mesi. Ogni progetto deve poi comprendere almeno due organizzazioni (una basata in uno dei 16 paesi target del bando e l’altra presente in uno dei 27 Stati membri Ue), che devono costituire per l’occasione un consorzio oppure presentarsi con un consorzio già esistente. Ogni organizzazione ha la possibilità di accedere a una sovvenzione il cui tetto è stato fissato a 100mila euro. La scadenza del bando: il 13 marzo 2009.

Info: http://www.migration4development.org/

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