Non profit

Iran, attacco ai diritti umani

Blitz nella sede del circolo del Nobel per la pace Ebadi

di Franco Bomprezzi

 

Il clima prenatalizio, unito alla impressionante preponderanza della politica “parlata” in Italia (polemica a destra tra Bossi e Berlusconi sul presidenzialismo…), fanno sì che una notizia allarmante per i diritti umani venga colta solo da qualche giornale, e non da tutti: il blitz della polizia iraniana che ha chiuso il circolo dei difensori dei diritti umani, diretto da Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace. Ma noi lo consideriamo l’argomento più importante di oggi.

 

 

Il “blitz della polizia di Teheran contro il premio Nobel Ebadi” è il secondo titolo del Corriere della Sera di oggi dopo il no di Bossi al presidenzialismo. I fatti: la polizia iraniana ha chiuso gli uffici di Teheran del circolo dei difensori dei diritti umani, diretto dal premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, presente al momento del blitz. Secondo la ricostruzione dell’agenzia semi-ufficiale Mehr, l’irruzione sarebbe giustificata dalla mancanza dell’autorizzazione del ministero dell’interno «per condurre le attività». Replica di Ebadi: «È un atto illegale». I servizi sono a pag 2 e 3. Questi i passaggi più significativi dell’intervista alla Ebadi firmata da Alessandra Farkas. Malgrado «in Iran ogni decisione avvenga dietro porte chiuse, senza possibilità di controllo e critica come nelle democrazie…Barack Obama dovrebbe non solo rispondere alla lettera di Mahmoud Ahmadinejad, ma anche incontrarlo. E senza precondizioni. È l’unico modo per risolvere gli antichi dissapori fra Iran e Usa: questa crisi non può durare tutta l’eternità». L’atomica. «Sono contrarissima all’atomica, sia essa prodotta dall’Iran, dall’America o da qualsiasi altro paese. Però non mi piace il doppio standard di Washington che da una parte aiuta India e Pakistan, nazioni nucleari, dall’altra critica l’Iran perché cerca di procurarsela». I diritti umani. «L’America non può solo parlare di nucleare, ignorando il dramma dei diritti umani e della democrazia violati da Teheran. Washington non può, insomma, continuare a preoccuparsi esclusivamente della propria sicurezza».

Repubblica a pagina 16 dà sobrio spazio a “Teheran, il regime contro la Nobel Ebadi”. Vanna Vannucchi riferisce che il governo ha chiuso il suo centro per i diritti umani. Poliziotti in divisa hanno circondato la casa dove ha sede l’associazione, hanno fatto irruzione nell’appartamento e trattenuto brevemente la stessa Ebadi. L’associazione, che lei ha fondato con i soldi ricevuti per il Nobel, difende (gratis) giornalisti, studenti e dissidenti. negli ultimi tempi aveva lanciato più volte moniti contro il ricorso alla pena di morte.

Le notizie dall’Iran sono l’apertura della pag. 14 di esteri de Il Giornale con un pezzo di cronaca. La posticipazione della celebrazione dell’anniversario, i 60 anni della dichiarazione dei diritti dell’uomo, non è servita a evitare l’intervento dei militari del regime che hanno sigillato l’ufficio della Ebadi che è anche sede del centro per la difesa dei diritti umani.

 

E inoltre sui giornali di oggi:

Presidenzialismo

La Stampa – Mette in prima pagina l'”altolà” di Bossi a Berlusconi sul presidenzialismo: «E’ un’idea che ha sempre avuto Berlusconi. Noi non ci abbiamo mai pensato. Ora pensiamo al federalismo, poi vediamo» ha detto il leader della Lega, che da tempo sta cercando alleanze nell’opposizione per portare avanti il suo progetto. Anna Finocchiaro mette «il dito nella piaga delle dissonanze della maggioranza» registra il cronista de La Stampa. «Dopo gli annunci roboanti di Berlusconi sul presidenzialismo, oggi Bossi, nemmeno 24 ore dopo, gela gli entusiasmi del Pdl» ha detto ieri la presidente dei senatori del Pd, che ha parlato di “sparate” del premier e “realismo” della Lega e concluso: «La verità è che nella destra non c’è coesione». Oggi La Stampa pubblica un’intervista a Mino Martinazzoli, colui che gestì la fine della Dc e la nascita del Partito Popolare. Dalla sua posizione di osservatore della politica italiana, Martinazzoli parla di “malinconia” «quella che ti prende quando leggi i giornali e fai il pronostico finale». E sul Pd guidato da Veltroni dice: «Però noto che i partiti sono storie, non illusioni da bacchetta magica, e il Pd è un partito leggero che non ha opinioni sui veri problemi dello Stato. Dal Lingotto in avanti non ho visto un progetto di Stato».

Medio Oriente

La Stampa – “Una speranza in Medioriente” è l’occhiello di un Primo Piano dedicato oggi da La Stampa a una possibile svolta dei rapporti fra Gerusalemme e Damasco. “Siria-Israele: c’è la pace dietro l’angolo” è il titolo del servizio. «Ha cominciato Sarkozy invitando il presidente siriano Assad al vertice euromediterraneo di Parigi. Il segretario di stato americano Rice ha fatto capire più volte che la soluzione del puzzle mediorientale passa da Damasco, interpretando anche la linea della nuova amministrazione Obama. Ora ci prova Israele. La scommessa del 2009 è la pace con la Siria. Stamattina il premier dimissionario Olmert ne parlerà con il primo ministro turco Erdogan che da mesi lavora alla mediazione». Olmert vuole ottenere una distensione dei rapporti con Damasco prima di lasciare il suo incarico. Il suo entourage ha fatto emergere anche la disponibilità da parte di Israele a restituire le alture del Golan, al confine con la Siria (anche se per ora appare più come un gesto di buona volontà che una possibilità reale). Se anche Assad sarà disposta a fare un passo indietro lo si vedrà dopo il 20 gennaio, quando alla presidenza degli Usa ci sarà Obama, sostiene Eyal Zisser, docentre di storia del Medio Oriente a Tel Aviv e uno dei maggiori esperti dei rapporti Israele-Siria.

Trapianti

Repubblica – “Trapianti, l’Italia frena sulle donazioni”: a pagina 21 (con richiamo in prima) Cinzia Sasso riferisce del probabile decremento delle donazioni. Meno 3 % è la previsione del Centro nazionale trapianti. «Incontriamo sempre più resistenze da parte dei familiari» spiega il dottor Alessandro Nanni Costa che lo dirige. Commenta la giornalista: «una percentuale che ha rilevanza soprattutto come segnale. Non è facile interpretarlo ma di certo vuol dire due cose: che la fiducia nella medicina sta venendo un po’ meno e che gli interventi della Chiesa sulla fine della vita lasciano un segno».

Immigrati

Le Monde – Pagina di Le Monde di ieri dedicata agli immigrati afgani che dopo avere attraversato mezza Asia arrivano al porto di Patrasso sperando di poter entrare nell’Europa” ricca”. È un quadro impressionante, perché si tratta di migliaia di persone, tutte giovani, arrivate in Grecia dopo viaggi durati anche tre mesi. A Patrasso cercano di infilarsi nei camion per arrivare in Italia tra le casse di merci. Gli autisti li vedono come fumo negli occhi, perché rischiano 1200 euro di multa se sorpresi con clandestini a bordo. E poi, per via della convenzione di Dublino, una volta arrivati in Francia o Inghilterra, loro principali mete, vengono rispediti nel paese di Schengen attraverso il quale sono entrati in Europa, in questo caso la Grecia. Quindi la loro vita è tutta un ping pong tra Grecia e Europa sognata. Alcuni sono anche al terzo tentativo di ingresso. Ad assisterli, al porto di Patrasso, c’è Msf.

Corriere della Sera – Pagine milanesi: oltre 10mila immigrati voteranno per la prima volta alle provinciali del 2009. Per il demografo Gian Carlo Blangiardo: «Chi viene dall’est Europa pende verso destra, così come i filippini. A sinistra si collocano africani e sudamericani».

Beneficenza

Il Giornale – Inchiesta: “Quando la beneficenza è una truffa”, alle pagine 6 e 7 il Giornale mette in guardia dalle onlus che in realtà non hanno progetti di solidarietà. I numeri: 698 le finte onlus scoperte dalla gurdia di finanza nel 2007; 2000 le domande di riconoscimento, solo 1021 quelle accettate; 86% è la percentuale delle donazioni private che arrivano alle onlus; 220mila i soggetti protagonisti del volontariato italiano. L’ultima truffa è il parcelling, pacco via web. Intervista a Dominique LaPierre: «Gli italiani, popolo più generoso».

Class Action
Italia Oggi – Il governo fa slittare di altri 6 mesi la norma, ma studia il  ridimensionamento delle associazioni e per gli studi legali si aprono nuove prospettive di business. I consumatori infatti, potranno rivolgersi anche agli avvocati. La cosa certa della futura legge è che la class action, che è uno strumento di azione collettiva risarcitoria contro aziende ed enti colpevoli  di una condotta irregolare, potrà essere attivata per illeciti compiuti a partire dal luglio del 2008, con un parziale effetto retroattivo. L’emendamento dovrebbe contenere anche la possibilità di class action nei confronti della pubblica amministrazione e saranno previsti mezzi di tutela giurisdizionale degli interessati nei confronti delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici che si discostano dagli standard qualitativi ed economici fissati e che violano le norme preposte al loro operato. Le novità riguardano anche il ridimensionamento del ruolo delle associazioni dei consumatori e andrebbero ad allargare il bacino di nuovi clienti per gli studi legali. Infatti, tra le modifiche proposte dal governo, ce n’è una che favorisce molto il raggio d’azione degli studi legali. Se l’emendamento dovesse passare, la legittimazione alla class action sarebbe riconosciuta anche ai consumatori singoli che in tal modo potranno rivolgersi a un avvocato senza passare dalle associazioni e dai comitati. In altre parole, i cittadini potranno scegliere la class action all’Italiana e affidarsi alla tutela delle associazioni, oppure rivolgersi autonomamente a uno studio legale come avviene in Usa. Nel diritto anglosassone infatti, quando un unico fatto genera una pluralità di situazioni  da tutelare, tutti coloro che sono stati danneggiati possono avvalersi dell’iniziativa di uno qualsiasi dei soggetti lesi, anche senza partecipare alla causa. In ogni caso, tutta la “classe” beneficerà della sentenza.

 

 


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