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Eluana, interviene il Governo

La direttiva del ministro Sacconi riapre il caso, ma ha una valenza generale

di Franco Bomprezzi

La direttiva del ministro Sacconi in materia di alimentazione e idratazione delle persone in stato vegetativo ha avuto immediate ripercussioni sulla vicenda di Eluana Englaro, che stava per essere trasportata a Udine. Un nuovo colpo di scena, in un caso che scuote le coscienze e attraversa gli schieramenti. Ecco come i giornali oggi hanno affrontato il tema.

 

 

Titola il Corriere della Sera di oggi: “Eluana, il ministro in campo: illegale togliere cibo e acqua”. Il ministro in questione è Sacconi che con una direttiva ha avvertito ospedali e cliniche che sarebbe illegale, per strutture collegate al servizio sanitario nazionale, sospendere l’alimentazione alla giovane in coma. La scelta – spiega il Corriere – arriva dopo una sentenza della Cassazione che aveva dato ragione al padre di Eluana. Per la famiglia Englaro l’intervento del ministro è «illegale». L’atto di indirizzo del ministro del Welfare applica la convenzione dell’Onu. Il riferimento è all’articolo 25 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità («interrompere alimentazione e idratazione è una discriminazione») , che recentemente il cdm si è impegnato a ratificare. Il provvedimento ministeriale riapre il dibattito in punta di diritto. Cesare Mirabelli, costituzionalista alla Lateranense e consigliere generale presso il Vaticano lo difende: «Non è una ribellione alla magistratura…È un atto di carattere generale, molto articolato, che esercita una potestà del ministero per uniformare l’attività delle strutture pubbliche e private». Non la pensa così il presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre: «L’atto vale per tutti, ma non per Eluana. Perché su di lei c’è una sentenza specifica della Cassazione. E lei ha il diritto di farla eseguire. Anche se i medici e la clinica hanno il diritto di esercitare obiezione di coscienza». Il movimento pro vita intanto passa all’offensiva. La comunità Papa Giovanni XXIII chiede un decreto legge per salvare Eluana dopo la fiaccolata di 2mila persone di ieri davanti a Montecitorio a cui hanno partecipato fra gli altri Savino Pezzotta, Rocco Buttiglione, Lorenzo Cesa e Paola Binetti. La prima conseguenza dell’intervento del governo è lo stop dalla clinica di Udine che la famiglia Englaro aveva individuato per staccare il sondino a Eluana. Proprio oggi era previsto il trasferimento da Lecco. La curatrice speciale Franca Alessio: «È la solita presa di posizione politica, ma anche un atto intimidatorio, una minaccia nei confronti delle strutture sanitarie».

Illegale staccare la spina. No al trasferimento in Friuli. Il Governo: Eluana non morirà in Italia. Questo lo strillo in prima de La Stampa che alla notizia dedica una pagina interna. “Era tutto pronto – racconta Fabio Poletti nel suo articolo – quando è intervenuto con una nota di indirizzo politico il ministro del Welfare-Lavoro e Sanità Sacconi: «Qualunque persona diversamente abile ha il diritto alla idratazione e alla nutrizione. Se una struttura sanitaria pubblica o privata eseguisse la sentenza della Cassazione che autorizza il distacco del sondino per Eluana, questa struttura opererebbe contro la legge». L’ambulanza che in quel momento era vicina a Bergamo è stata chiamata dall’ospedale e fatta rientrare.” Il pezzo poi, mette in fila un collage di pareri pro e contro l’atto del ministro. Nella pagina anche 3 domande a Vladimir Kosic, assessore alla sanità del Friuli che si dice d’accordo con il ministro Sacconi ma invoca una legge che “regolamenti una volta per tutte situazioni come questa”.

Repubblica mette in prima il caso Eluana, ma senza dedicare l’apertura. Il titolo è netto: “Udine dice no ad Eluana, diktat di Sacconi ai medici”. All’interno due pagine. Da segnalare la presa di posizione di Ignazio Marino sulla decisione di Sacconi: «Garantire a qualunque ammalato, soprattutto i più fragili, il diritto alle cure  è giusto. Quello di Sacconi un atto scontato più che sensato, ma non si capisce perché arrivi proprio ora». Intervista ad Alessandro Pace, presidente dell’Associazione Costituzionalisti: «Il ministro ha sconfinato. Non spetta lui fare le leggi. Comunque non cambia nulla, la Cassazione ha già respinto il ricorso del procuratore generale di Milano. Dunque chiunque adempierà alla volontà di Englaro, non commetterà reato».

Il Giornale ha un richiamo in prima pagina dove dà la notizia della pubblicazione dell’atto d’indirizzo del ministero del welfare Sacconi e firmato anche dai sottosegretari Eugenia Roccella e Francesca Martini. L’atto vuole bloccare l’esecuzione della sentenza della Cassazione che stava per essere applicata, a detta di indiscrezioni pubblicate sul “Messaggero veneto”, in una clinica di Udine. Poi a pag. 18 si apre la questione sulla natura del provvedimento e sui relativi effetti. Nel testo indirizzato alle amministrazioni sanitarie pubbliche e private convenzionate o accreditate il ministero scrive: « è doveroso affinchè tutto il sistema sanitario si uniformi e garantisca a qualunque cittadino il diritto alla nutrizione e all’idratazione» e richiama come base giuridica il parere del comitato nazionale di bioetica del 30 settembre 2005, la convenzione Onu sui disabili. Dall’altra parte i legali della famiglia Englaro. L’avvocato Angiolini: «Il provvedimento non vale niente, perchè la legge non la fa Sacconi». Franca Alessio, curatrice speciale di Eluana: «La solita presa di posizione politica. un atto d’indirizzo non ha valenza ostativa e in presenza di una sentenza non dice niente».

Molto sottotono il Sole 24 Ore sulla vicenda Sacconi-Eluana, un breve articolo in cui si dà conto del fatto che ieri notte la famiglia Englaro era pronta per portare Elauna con un blitz in ambulanza alla clinica Città di Udine che da tempo si è resa disponibile a staccare l’alimentazione. Poi però la decisione di non partire, in attesa di sviluppi. Per gli avvocati della famiglia, comunque, l’atto di indirizzo di Sacconi, essendo di natura amministrativa, non può nulla contro la sentenza dei giudici.

In una prima pagina del manifesto dominata dalla crisi del Pd (sagoma di Veltroni davanti al logo del partito e titolo a sfondare “Nel pozzo”) il caso Englaro ha un richiamo: “Il diktat di Sacconi: «Vietato interrompere l’alimentazione» che rimanda al titolo dell’articolo a pagina 8 «Eluana, diktat di Sacconi: vietato staccare il sondino». «E alla fine arriva lui. Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali Maurizio Sacconi. Interviene ora che anche la sentenza della Cassazione aveva autorizzato il padre a sospendere l’idratazione e l’alimentazione forzata ad Eluana, e quando le polemiche sembrano ormai esclusivo appannaggio ecclesiastico» scrive Mariangela Maturi. Nell’articolo si riportano le diverse reazioni e l’osservazione che «Del valore delle sentenze dei tribunali italiani, nel documento del ministro non c’è traccia. Del resto non si fanno espliciti riferimenti al caso di Eluana, nonostante l’atto sembri cucito su misura su di lei, proprio in un momento decisivo (….)» e infine scrive Maturi «Dulcis in fundo gioisce il Vaticano, che per bocca del cardinale Javier Lozano Barragan manda a dire che l’atto è “molto positivo, ed è la prova che il ministero della salute sta dalla parte della vita in questo tempo natalizio”. Meno male che a Natale sono tutti più buoni».

Ovviamente la notizia è l’apertura di Avvenire (“Sacconi: acqua e cibo non si possono togliere”), cui dedica 2 pagine di primo piano. Oltre ai consueti ed equilibrati pezzi di cronaca sia sulla specifica vicenda Englaro che sull’atto d’indirizzo del ministro del Welfare, c’è un’intervista a Gian Luigi Gigli, professore di Neurologia all’Università di Udine, che plaude all’iniziativa di Sacconi: «Così si recupera lo scopo dell’agire medico», ristabilendo la tradizione ippocratica: «È inaudito ammettere che un medico possa prestarsi ad accelerare la fine di un paziente che fatichi a morire da solo». E ancora: «Mi pare che l’atto del ministro Sacconi sia stato non solo giusto, ma anche coraggioso». Alla domanda se non dovrebbe essere sufficiente l’articolo 17 del Codice di  deontologia medica che vieta di mettere in atto trattamenti che portano alla morte, anche su richiesta del paziente, risponde: «Il punto è che si vuol far credere che non si tratti di una condotta intesa da affrettare la morte, ma di permettere la morte naturale. Naturalmente è un sofisma, perché se dovessimo accettare il decorso naturale per tutti i disabili gravi che non sono in grado autonomamente di provvedere alle esigenze vitali di base, ci sarebbero conseguenze assurde e si andrebbe contro il progresso. Dirò di più: in alcuni pazienti in stato vegetativo, la deglutizione è mantenuta: ma ci sono ragioni di economia di tempi (nutrirli con un cucchiaino richiederebbe ore) e di rischi sanitari (polmoniti da ingestione) che spiegano il ricorso a un’alimentazione che è giusto definire assistita, ma non forzata».

L’ultima notizia, pubblicata su Messaggero veneto (il quotidiano che ha rivelato l’imminenza del trasferimento e l’avvenuto accordo fra la famiglia Englaro e la clinica. Tanto che i cronisti del quotidiano erano stati invitati oggi ad una conferenza stampa dal direttore dell’ospedale che avrebbe dovuto dar conto dell’arrivo di Eluana), è che i vertici del cda della clinica Città di Udine di viale Venezia oggi attendono una risposta alla richiesta di chiarimenti inviata al ministero e alla Regione.

E inoltre sui giornali di oggi:

Obama “No Drama”

La Stampa – A pag. 15 un interessante articolo del corrispondente da New York Molinari racconta la genesi e il successo del nuovo slogan di Barak Obama: “No Drama”. Slogan già stampato su milioni di t-shirt e cliccatissimo sui siti, significa “Niente tragedie” ed è il nuovo mantra del presidente che aspetta di insediarsi. Non drammatizzare aiuta a mantenere i nervi saldi nelle situazioni più difficili, come quella degli Usa oggi, spiega David Plouffe, soprannominato dallo staff del presidente “No drama guy”.

Avvenire – “Un riformista per cambiare la scuola Usa”. Obama sceglie l’amico Arne Duncan, sovrintendente del sistema scolastico di Chicago, come segretario dell’Istruzione. «Il futuro dell’America e la strada per la crescita e i posti di lavoro nascono nelle scuole e per questo l’educazione sarà tra le maggiori priorità della nostra Amministrazione», così lo ha presentato il neo presidente. «Nel curriculum di Dancan lo spazio per l’ideologia è prossimo allo zero. Il dialogo con i sindacati (negli ultimi 8 anni non vi sono stati scioperi degli insegnanti a Chicago a fronte dei 9 nei 17 anni precedenti) e gli investimenti a favore della scuola pubblica vanno a braccetto con la maggiore meritocrazia nella valutazione dei docenti e soprattutto con il maggior sostegno alle “charter school”». Per quanto riguarda le domande che i cittadini americani invece hanno rivolto a Obama scrivendo al sito www.change.gov il presidente ha risposto: no alla legalizzazione della marijuana, sì ai finanziamenti pubblici per la ricerca sulle cellule staminali embrionali.

Pillola abortiva

Il manifesto – A pagina 8 e con un richiamo in prima il tema della “Pillola abortiva. Pressioni politiche per bloccare la Ru486 Possibile ricorso alla Ue” come viene annunciato in prima pagina. Nell’articolo “E ora lo stop alla pillola Con l’aiuto dei teodem” di Eleonora Martini si legge «Che sulla trincea della bioetica la maggioranza di governo – chiamata a raccolta dalle trombe vaticane – stia schierando tutte le sue truppe, lo si capisce anche dall’impasse subito dall’iter di registrazione della pillola abortiva Ru486»

Integrazione in salsa sudtirolese
Corriere della Sera – «Per garantire standard didattici e culturali adeguati» negli istituti dall’asilo alle superiori di Bolzano e provincia gli stranieri in classe non dovranno essere più del 30% degli studenti. Il 70% dovrà quindi essere locale: italiani, tedeschi o ladini. «Ma se ci sarà la possibilità di alleggerire le classi che ora sono in sofferenza inizieremo una ridistribuzione degli studenti stranieri già quest’anno» dice l’assessore all’istruzione della giunta di centrosinistra Francesco Comina. Nel progetto sono previsti anche corsi di italiano e tedesco per stranieri propedeutici all’ingresso in classe.

Abruzzo

La Stampa – A Pag. 5 Mattia Feltri mette in fila i dati del risultato elettorale in Abruzzo e i dati degli ultimi sondaggi in un pezzo intitolato “Tonino, la seconda Lega. L’Italia dei Valori continua a erodere consensi: uno su 5 lo preferisce al Pd. Nel pezzo un dato nuovo: uno studio rivela che il 57% della dirigenza dipietrista arriva dalla Dc. Gattopardo docet? A Pag. 6 Rutelli spara anche lui sulla Croce rossa Veltroni: “Basta navigare a vista, Veltroni indichi una via”. Già.

Basilicata
Repubblica – Apertura sul nuovo terremoto che ha scosso il Pd in Basilicata. Una scelta che documenta la drammaticità della situazione del neonato partito della sinistra italiana. Editoriale breve ma durissimo del direttore Ezio Mauro. Titolo “Senza indulgenze”. Mauro dice tra l’altro che nessuno può pensare onestamente che il Pd sia “un rifugio di faccendieri”, ma non c’è alcun dubbio che i Democratici si mostrano “vulnerabili permeabili al malcostume nella loro periferia assessorile”. E l’unico rimedio per uscirne è «uno strappo di innovazione che faccia piazza pulita dei vecchi apparati e di metodi ancora più vecchi».

Brasile

Il manifesto – Intervista a Neuri Rossetto, leader del Movimento Sem terra brasiliano. (pag. 11) Dall’intervista emerge la spaccatura tra i sem terra e il presidente Lula e il suo partido dos trabalhadores. Delusione per gli impegni non mantenuti sulla riforma agraria «siamo orfani di uno strumento politico», dice Rossetto e anche sul fronte ecclesiale secondo Rossetto ha vinto la linea Wojtyla Ratzinger: «Nella conferenza episcopale non c’è stato un rinnovamento in linea con il passato. Le eccezioni ormai sono poche», dichiara il rappresentante del Mst. Mentre i rapporti con Lula sono definiti «tesi però fraterni».

Crisi
Repubblica – Bersani avrebbe convinto Tremonti ad aumentare le risorse per gli ammortizzatori sociali. La decisione al termine di un faccia a faccia di due ore tra il ministro e il ministro del governo ombra. Due miliardi presi dai fondi europei per la formazione. Intanto Ichino rilancia la sua idea per una maggiore protezione dei lavoratori a tempo determinato.

Pd in crisi

Il Giornale – Molte pagine dedicate alla crisi del Pd anzi titola “La nuova tangentopoli travolge il Pd” con tanto di foto di Tonino di Pietro e Walter Veltroni e didascalia “relazioni pericolose”, i ritratti dalle penne di Paolo Guzzanti (Di Pietro) e di Peppino Caldarola ( Uolter). Intervista a Chiamparino, dichiarazioni del Premier sui risultati in Abruzzo, Filippo Facci scrive il fondo “Il fantasma di Bettino”, Lerner dice «Perdiamo per colpa del gossip».

Economia

Italia Oggi – A pag. 39 il piano di Intesa Sanpaolo per il rafforzamento della divisione Banca dei territori. Alla guida, il direttore generale Francesco Micheli. Una nuova struttura organizzativa che guarda al rapporto coi territori. Insomma, il modello Bcc… Primi segnali di cambiamento nel modo di fare banca dei “colossi” del credito?

Aiuti ai paesi poveri

Il Sole 24 Ore – A pagina 14 (la pagina dei commenti): «Se la crisi è un alibi per tagliare gli aiuti ai paesi poveri» di Alessandro Merli. La tesi è già nel titolo: mentre nel 2007 i paesi ricchi sembravano sula strada buona per mantenere i loro impegni di donazione verso i paesi in via di sviluppo, nel 2008 stanno facendo tutti marcia indietro. Per l’Iatalia le cifre sono note: siamo allo 0,19% del Pil, calerà per 2008 e 2009, quindi l’obiettivo di arrivare allo 0,51% nel 2010 è già bucato. Ma gli altri paesi del G7 non fanno meglio, anzi: hanno tutti annunciato tagli adducendo come motivazione la crisi economica.

Pessotto e Moggiopoli

La Stampa – A pag 47 Marco Ansaldo anticipa l’intervista che stasera andrà in onda in “La storia siamo noi” di Giovanni Minoli a Gianluca Pessotto che racconta la sua depressione da Moggiopoli, il suo tentato suicidio e la sua resurrezione.

Disagio psichico

Avvenire – Il 19 dicembre, alla Casa del volontariato di Monza, in occasione del convegno sul disagio mentale e psichiatria di strada promosso dalla Caritas e da don Colmegna, si terrà l’incontro «Diritto di cittadinanza: una cura nel tempo? Nuove esperienze nel territorio», in cui verranno presentati i risultati dei due progetti sperimentali, condotti per tre anni sul territorio, “Diogene” e “So-Stare con voi”. Il primo ha permesso la costituzione di 34 unità di strada a Milano e una Monza; il secondo invece è un progetto di affido totale o parziale di pazienti con patologie mentali all’interno di famiglie che si sono rese disponibili ad accoglierli. Entrambi i progetti sono stati finanziati dalla Regione.

 

 

 


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