Economia

«È frutto di un buon dialogo»

La riforma piace alle centrali cooperative

di Giampaolo Cerri

Quando il percorso della riforma è iniziato, un anno fa, nessuno avrebbe scommesso su questo risultato: nuova legge e cooperative soddisfatte della riforma. È infatti improntato alla soddisfazione il commento della Confcooperative.
«La nuova disciplina per le cooperative», spiega il presidente Luigi Marino, «è certamente severa. Aggiunge ai vincoli patrimoniali preesistenti e confermati, il nuovo requisito della prevalenza mutualistica».
La riforma però «pone in questo modo le premesse per meglio distinguere le cooperative più autentiche nel perseguimento delle finalità solidaristiche e mutualistiche».
Si aprono così, per Confcooperative, nuove potenzialità di sviluppo per le cooperative che accetteranno la sfida ad esercitare con rigorosa coerenza la loro funzione sociale e l?attività mutualistica.
«Diamo atto al governo», prosegue il presidente della Confcooperative, «di aver tenuto fede a una scelta di dialogo che è stato certamente complesso e difficile, che ha dovuto superare pregiudizi e incomprensioni, e che è stato condotto da parte nostra con ostinata determinazione, ma con la volontà di avanzare proposte serie, realistiche, compatibili con gli indirizzi generali della riforma, ispirate alle migliori esperienze cooperative europee».
Confcooperative fa sapere che valuterà nel tempo, alla luce delle prime esperienze di applicazione, se sarà necessario proporre integrazioni o perfezionamenti al testo approvato.
Per Giuliano Poletti, presidente di Legacoop, la riforma «ha una base giuridica apprezzabile, frutto di un confronto proficuo con le centrali per confermare il ruolo economico e sociale della cooperazione nel nostro Paese».
«Pur confermando il nostro dissenso sulla possibilità, per le cooperative, di trasformarsi in società lucrative», prosegue Poletti, «e pur giudicando il criterio della prevalenza insufficiente a misurare in modo compiuto la meritevolezza sociale delle cooperative, riteniamo che le nuove norme rappresentino un risultato importante, frutto di un approfondimento di temi delicati e complessi, svolto dal governo e dalle commissioni parlamentari competenti in un proficuo confronto con le centrali cooperative».

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