Famiglia

mille “amici” in un mese:btelefono azzurro fa il botto

Associazioni italiane su Facebook: perché la rete ha una marcia in più

di Redazione

«Non vogliamo creare rapporti virtuali, ma sinceri e personali», spiega Jacopo Brian Gazzola. «Per questo il divieto di raccogliere fondi non lo sentiamo come un limite. Mille persone in più vicine alla nostra causa possono essere un baluardo importante contro
la violenza sui minori»
U n invito su carta intestata: ecco cos’è un gruppo per il popolo di Facebook nell’ottica di un fund raiser. Quando inviti un amico ad aderire ad un gruppo del social network più cool del momento, «ci metti la faccia», nel vero senso della parola. E questo è un ottimo biglietto da visita per un ente non profit. I fund raiser lo chiamano «viral marketing» ed è l’essenza stessa di Facebook: il passaparola.
«Il segreto», spiega Ernesto Caffo , presidente di Telefono Azzurro, una delle onlus più attive sul network, «è utilizzare Facebook come strumento per sviluppare i rapporti costruiti negli anni con amici e sostenitori, senza sostituirli con relazioni virtuali: un po’ quello che hanno fatto ad esempio le produzioni cinematografiche, utilizzando il network per ampliare il “tam tam”, chiave del successo in sala». Un comunicazione “calda”, tra amici. Come spiega Jacopo Brian Gazzola , fund raiser di Telefono Azzurro e ideatore del gruppo che in un mese ha riunito oltre mille “amici” virtuali.
Vita: Come avete fatto?
Jacopo Gazzola: Online non è difficile trovare sostenitori: su Facebook, basta un clic. Prima abbiamo creato un gruppo («Amici di Telefono Azzurro») che riunisce i nostri sostenitori e anche una pagina (Sos – Il Telefono Azzurro) per veicolare contenuti e iniziative più istituzionali. Abbiamo chiesto a cinque volontari, già utenti di Facebook, di estendere ai loro contatti l’invito al gruppo. E in breve abbiamo raccolto 500 amici. In occasione della nostra campagna nazionale Accendi l’Azzurro , altre persone si sono fatte promotrici del gruppo e così ora siamo oltre quota mille.
Vita: Chi sono?
Gazzola: Si tratta in prevalenza di ragazze, tra i 20 e i 35 anni, che hanno una buona familiarità con internet. Questo è strategico per noi. Mille persone in più possono essere un baluardo importante contro la violenza sui minori, fuori e dentro la rete.
Vita: Quali altri scopi può avere un gruppo per una onlus come voi?
Gazzola: Pubblicizzare eventi e raccontare quello che facciamo per avvicinarci sempre più alle persone sensibili ai “nostri” temi, sfruttando un canale preferenziale: l’amicizia e il passaparola.
Vita: Facebook può essere strategico anche per il fund raising?
Gazzola: Per il momento non è ancora possibile donare direttamente dalla piattaforma di Facebook per associazioni che non abbiano sede in America o in Canada. È una precisa policy del network: prima di concedere la possibilità di ricevere donazioni, il team di Facebook deve verificare la serietà dell’associazione. E, per ora, riesce a farlo solo per quelle che hanno sede in Nord America.
Vita: Seccante?
Gazzola: No, il fundraising è molto più che batter cassa: significa costruire una relazione più sincera e personale con le persone che per diversi motivi vogliono sostenere la nostra causa. E su questo Facebook ci può aiutare davvero. Sulla nostra pagina in Facebook abbiamo comunque inserito un link al nostro sito per fare donazioni online e alle aste che abbiamo su eBay.
Vita: Chi gestisce il gruppo?
Gazzola: Io, una volontaria, Ketty Federico, e parte dell’ufficio Comunicazione.
Vita: Cosa fate, concretamente?
Gazzola: Promuoviamo eventi, chiediamo ai nostri contatti personali di diffonderli, inviamo reminder per le occasioni di incontro e inseriamo immagini delle iniziative. Lanciamo inoltre discussioni e moderiamo il «wall» (lo spazio dove gli utenti possono inserire post e riflessioni pubbliche – ndr ).
Vita: Quanto tempo serve?
Gazzola: In media una mezz’ora al giorno. All’inizio, molto di più. Per chi aderisce al gruppo, gli aggiornamenti non devono essere uno stress, ma l’occasione per rimanere in contatto con noi.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA