Famiglia

Polo espositivo addio, ora progetto sociale

Francesco Roberto, bocconiano, ha deciso di lasciare l’impiego alla Fiera di Milano per entrare in cooperativa sociale. E ora è tornato in università.

di Stefano Arduini

Da un anno e mezzo, Francesco Roberto, il Cecco per gli amici, lavora in un ex manicomio e mangia in un ex obitorio. E per nessuna ragione al mondo vi rinuncerebbe. Cecco, infatti, dopo una brillante carriera universitaria conclusa alla Bocconi di Milano con in tasca una laurea in Economia aziendale e una lunga esperienza da 2 milioni e mezzo di vecchie lire al mese presso il polo fieristico del capoluogo lombardo, ha sbattuto la porta in faccia al mondo del profit. «Non avevo nessuna intenzione di continuare a spendere tempo in un?occupazione che serve solo a far arricchire chi è già pieno di soldi», ribadisce oggi mentre gestisce la contabilità della cooperativa di tipo b ?La fabbrica di Olinda?, che occupa l?ex sede dell?ospedale psichiatrico Paolo Pini. «Vuoi mettere la differenza fra lavorare al settimo piano di un grattacielo del centro e farlo all?interno di un parco? Qui si vedono scorrere i colori delle stagioni», dice convinto e convincente. Tutto vero, ma come la mettiamo con la storia dell?obitorio? «Niente di macabro», spiega, «questo spazio oggi è un ristorante coi fiocchi che funziona giorno e sera». Certo è che Cecco, alla soglia dei 30 anni, abita ancora con i genitori e ha ridotto le spese al lumicino («vivo con 700 euro al mese»), ma lo scoglio economico non ha deviato di un millimetro la sua rotta. Anzi. Lo scorso settembre ha cominciato un master sullo sviluppo locale e la qualità sociale, alla facoltà di Sociologia della Statale: «Sentivo la necessità di approfondire le mie conoscenze nell?area della progettualità nel sociale». Un?iniziativa che testimonia la sua voglia di crescere, ma anche un trampolino per realizzare il sogno nel cassetto: la riqualificazione urbana del territorio di Affori-Comasina. «L?idea» precisa, «è di prendere i palazzoni dell?edilizia popolare, di rendere più confortevoli gli appartamenti e di costruirvi attorno centri per i giovani, per gli anziani e di piccole botteghe artigianali». Prima però, c?è da finire il master. Ma davvero Cecco non rimpiange lo stipendio perso in Fiera? «E chi lo dice che guadagno meno. Dal punto di vista dalla nobiltà del lavoro non c?è partita».


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