Welfare

Nomadi, i numeri gonfiati

Un'inchiesta su Vita magazine. Dai dati dello stesso Viminale si deduce che era un'emergenza “inventata"

di Daniele Biella

Ecco l’inizio dell’inchiesta pubblicata sul numero di Vita Magazine in edicola.

C’era una volta l’emergenza rom. Giugno 2008: a Roma, Milano e Napoli parte il censimento voluto dal governo. Seguono settimane da toni infuocati: la cronaca si riempie di misfatti, i titoloni ad effetto sui giornali si sprecano. E si divide l’opinione pubblica, soprattutto sulle impronte ai bambini.
Ottobre 2008: escono i dati definitivi del censimento. Ma passano quasi inosservati. Un corto circuito mediatico? Eppure la notizia c’è, ed è eclatante: nei 167 campi censiti nelle tre città, i “nomadi” sono in tutto 13.218 (una cifra ritoccata: la somma dei dati forniti a Vita da Viminale e prefetture supera di 872 unità il dato di 12.346 fornito dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni a fine ottobre) su 5 milioni di abitanti. Lo 0,24%. Pochissimi rispetto alle previsioni. Che erano quelle accolte anche dal Consiglio d’Europa, per cui, sulle 160mila presenze ipotizzate in Italia, nelle tre città del censimento si arrivava quasi a 50mila: quattro volte più del dato reale. Ma a far ancora più impressione sono i dati per singola città. A Milano la popolazione rom e sinti è di 2.128 persone (di cui 1.331 in campi regolari): da quattro a dieci volte meno delle stime, che variavano tra gli 8mila e i 20mila. Ma comunque meno di Napoli, dove la prefettura ha contato 2.784 presenze, e ne erano stimate 5-6 mila. Il record spetta a Roma…

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